Robin Hood tax. Scippo ai consumatori, Mdc e Legambiente: “lo sceriffo di Nottingham dietro la maschera di Robin Hood”
- di RED-CENTRALE
- in Economia
(PRIMAPRESS) - ROMA - Il Robin Hood di Tremonti ha gettato la maschera rivelandosi per quello che era ed ancora è: l'ennesimo Sceriffo di Nottingham, sguinzagliato stavolta sul mercato dell'energia e degli idrocarburi, per agguantare un po’ di tasse. La Relazione dell’Autorità sulla vigilanza del 2012 ha confermato quello che avevamo già sottolineato nell’ottobre 2009, cioè come in assenza di un’adeguata attività di controllo, la Robin Tax avrebbe gravato solo sul consumatore finale”.
Questo il commento del Movimento Difesa del Cittadino (MDC) e Legambiente sugli effetti disastrosi per i consumatori legati alla implementazione della Robin Hood Tax nei settori dell'Energia e degli idrocarburi, in palese spregio del divieto stabilito dalla Legge per cui: “È fatto divieto agli operatori economici dei settori richiamati al comma 16 di traslare l'onere della maggiorazione d'imposta sui prezzi al consumo. L'Autorità per l'energia elettrica e il gas vigila sulla puntuale osservanza della disposizione di cui al precedente periodo”.
“La maggiorazione dell'Ires – ha dichiarato Francesco Luongo, responsabile del Dipartimento Servizi a Rete del Movimento Difesa del Cittadino (MDC), - per il 2010 pari a 930 milioni di euro, é stata in buona parte scaricata sui consumatori con incremento dei prezzi registrato attraverso la misurazione delle variazioni positive dei margini di contribuzione. Su 222 aziende operanti nel settore dell'energia elettrica e gas ben 105 nel 2010 hanno presentato una variazione positiva del margine di contribuzione semestrale riconducibile a maggior prezzi praticati. Discorso analogo per il settore petrolifero dove il numero è di 94 su 254 operatori. Gli effetti positivi che l’attività di vigilanza ha prodotto in termini di recupero di maggiore imposta per l’Erario, nel periodo 2008 – 2011, sono stimabili in appena circa 5 milioni di euro, importo al quale vanno aggiunte le sanzioni pecuniarie e gli eventuali interessi applicati in sede di ravvedimento, se operato”.
“Di fronte a questa ennesima truffa – concludono le due associazioni - dobbiamo agire innanzitutto sollecitando il Prossimo Governo a rendere più incisivi i poteri dell'AEEG che, ricordiamo, non ha potere sanzionatorio verso gli operatori disonesti, ma solo di comunicazione al Parlamento, secondo parametri che, per il Tar Lombardia, non garantiscono i dovuti margini di certezza. Data la gravità della situazione e la truffa perpetrata ai danni dei consumatori da parte delle compagnie che hanno volutamente aggirato il divieto di traslazione dell’imposta, presenteremo un esposto chiedendo l’acquisizione e la verifica di tutta la documentazione”. - (PRIMAPRESS)
Questo il commento del Movimento Difesa del Cittadino (MDC) e Legambiente sugli effetti disastrosi per i consumatori legati alla implementazione della Robin Hood Tax nei settori dell'Energia e degli idrocarburi, in palese spregio del divieto stabilito dalla Legge per cui: “È fatto divieto agli operatori economici dei settori richiamati al comma 16 di traslare l'onere della maggiorazione d'imposta sui prezzi al consumo. L'Autorità per l'energia elettrica e il gas vigila sulla puntuale osservanza della disposizione di cui al precedente periodo”.
“La maggiorazione dell'Ires – ha dichiarato Francesco Luongo, responsabile del Dipartimento Servizi a Rete del Movimento Difesa del Cittadino (MDC), - per il 2010 pari a 930 milioni di euro, é stata in buona parte scaricata sui consumatori con incremento dei prezzi registrato attraverso la misurazione delle variazioni positive dei margini di contribuzione. Su 222 aziende operanti nel settore dell'energia elettrica e gas ben 105 nel 2010 hanno presentato una variazione positiva del margine di contribuzione semestrale riconducibile a maggior prezzi praticati. Discorso analogo per il settore petrolifero dove il numero è di 94 su 254 operatori. Gli effetti positivi che l’attività di vigilanza ha prodotto in termini di recupero di maggiore imposta per l’Erario, nel periodo 2008 – 2011, sono stimabili in appena circa 5 milioni di euro, importo al quale vanno aggiunte le sanzioni pecuniarie e gli eventuali interessi applicati in sede di ravvedimento, se operato”.
“Di fronte a questa ennesima truffa – concludono le due associazioni - dobbiamo agire innanzitutto sollecitando il Prossimo Governo a rendere più incisivi i poteri dell'AEEG che, ricordiamo, non ha potere sanzionatorio verso gli operatori disonesti, ma solo di comunicazione al Parlamento, secondo parametri che, per il Tar Lombardia, non garantiscono i dovuti margini di certezza. Data la gravità della situazione e la truffa perpetrata ai danni dei consumatori da parte delle compagnie che hanno volutamente aggirato il divieto di traslazione dell’imposta, presenteremo un esposto chiedendo l’acquisizione e la verifica di tutta la documentazione”. - (PRIMAPRESS)