L'acquisto di 200 aerei B737 Max di IAG non riporta il sereno alla Boeing
- di RED-ROM
- in Aerospazio
(PRIMAPRESS) - CHICAGO - L’impegno dell’International Consolidated Airlines Group (IAG), la holding multinazionale anglo-spagnola nata dalla fusione delle compagnie aeree di bandiera British Airways e Iberia, per l’acquisto di 200 aeromobili B737 Max, ha portato una ventata di ottimismo ma non ha certo risolto le questioni legate al disastro di Lion Air e Ethiopian Airlines e alle inchieste aperte dalla Federal Aviation Administration. L’Ethiopian ha appena annunciato la sospensione dei voli tra Oakland e Dallas proprio a causa della messa a terra dei 737 Max.
L’American Airlines ha dovuto cancellare circa 115 voli operati con i 737 riprogrammando alcune rotte con aeromobili sostitutivi e rivedendo le rotazioni di alcuni voli domestici. Questa è la prima volta, però, che il vettore si vede costretto a cancellare completamente una rotta che prevede quattro collegamenti al giorno tra Dallas e Oakland.
Le previsioni di American, infine, parlando di un ritorno al volo dei 737 Max entro il prossimo autunno, ma la stessa Faa ha affermato che la prima data utile potrebbe slittare fino a dicembre 2019.
Anche United Airlines, negli scorsi giorni, ha annunciato di avere esteso fino al 3 settembre lo stop all’utilizzo del 737 Max, stessa scelta aveva fatto in precedenza Southwest Airlines. Nel complesso, quindi, solo nel territorio statunitense ammontano a circa 1900 i voli cancellati dall’inizio del “grounding”.
Nel frattempo, però, si è aggiunta un’altra grana per Boeing. Secondo la Cnn, infatti, la Faa avrebbe rilevato un ulteriore problema legato al microprocessore e il suo software. Questa problematica tecnologica si sommerebbe al sistema di stabilizzazione Mcas – messo sotto accusa per il suo cattivo funzionamento e che avrebbe giocato un ruolo cruciale nei due disastri aerei in Indonesia ed Etiopia – e aprirebbe un ulteriore fronte di indagini e conseguenti grattacapi per Boeing. Il microprocessore, inoltre, è correlato anche al funzionamento del Mcas: “servirebbe ai piloti nell’ambito di procedure di emergenza volte a sopperire a eventuali errori del meccanismo automatico di stabilizzazione” - (PRIMAPRESS)
L’American Airlines ha dovuto cancellare circa 115 voli operati con i 737 riprogrammando alcune rotte con aeromobili sostitutivi e rivedendo le rotazioni di alcuni voli domestici. Questa è la prima volta, però, che il vettore si vede costretto a cancellare completamente una rotta che prevede quattro collegamenti al giorno tra Dallas e Oakland.
Le previsioni di American, infine, parlando di un ritorno al volo dei 737 Max entro il prossimo autunno, ma la stessa Faa ha affermato che la prima data utile potrebbe slittare fino a dicembre 2019.
Anche United Airlines, negli scorsi giorni, ha annunciato di avere esteso fino al 3 settembre lo stop all’utilizzo del 737 Max, stessa scelta aveva fatto in precedenza Southwest Airlines. Nel complesso, quindi, solo nel territorio statunitense ammontano a circa 1900 i voli cancellati dall’inizio del “grounding”.
Nel frattempo, però, si è aggiunta un’altra grana per Boeing. Secondo la Cnn, infatti, la Faa avrebbe rilevato un ulteriore problema legato al microprocessore e il suo software. Questa problematica tecnologica si sommerebbe al sistema di stabilizzazione Mcas – messo sotto accusa per il suo cattivo funzionamento e che avrebbe giocato un ruolo cruciale nei due disastri aerei in Indonesia ed Etiopia – e aprirebbe un ulteriore fronte di indagini e conseguenti grattacapi per Boeing. Il microprocessore, inoltre, è correlato anche al funzionamento del Mcas: “servirebbe ai piloti nell’ambito di procedure di emergenza volte a sopperire a eventuali errori del meccanismo automatico di stabilizzazione” - (PRIMAPRESS)