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FIAT POMIGLIANO: SLAI COBAS, PIGNORATI I CONTI CORRENTI DELL'AZIENDA

(PRIMAPRESS) - fiatpomi POMIGLIANO D'ARCO, Napoli - La Fiat costretta a versare un assegno da 52mila euro ad un lavoratore di Pomigliano d'Arco, iscritto allo Slai Cobas per la mancata corresponsione salariale relativa al periodo giugno 2008/ottobre 2011, cioè dalla data del successivo ri-licenziamento (dopo una precedente reintegra disposta dal giudice) alla definitiva riassunzione in Fiat Group Automobiles Pomigliano. La notizia viene diffusa da un comunicato del sindacato autonomo Slai Cobas. Il lavoratore, Rosario Monda, aveva fatto ricorso al pignoramento della somma dovuta su un conto corrente intestato alla Fiat, ed il giudice, nei giorni scorsi, ha disposto il pagamento della stessa all'operaio, che dopo quasi sei anni riceve parte del pagamento dovuto dall'azienda. Contro Fiat sono stati attuati , da parte dei legali dello Slai Cobas di Pomigliano, altri pignoramenti, uno dei quali, a favore di Francesco Manna, di altri 77mila euro (comprensivi delle spese). L'operaio era stato licenziato e reintegrato insieme con Rosario Monda. Un altro operaio, Pasquale Russo, sempre iscritto al sindacato di base, ha chiesto ed ottenuto il pignoramento di altri 250mila euro su un conto corrente del Lingotto. Il lavoratore, che e' anche tra i quattro che hanno fatto ricorso contro Fiat per essere assunti nella newco Fabbrica Italia Pomigliano, causa che ha preso il 28 maggio a Torino, fu licenziato nel 2004, e la Corte d'Appello di Napoli ne dispose il reintegro al posto di lavoro nel 2010. ''Nonostante una moltitudine di sentenze favorevoli  - spiega ancora il sindacato - ai lavoratori tutelati dagli avvocati dello Slai cobas, la Fiat di Marchionne, per evidenti ragioni politiche, pretendeva di non ottemperare alle disposizioni dell’autorità giudiziaria. Mal glie ne incoglie! Grazie allo Slai cobas, per la prima volta dell’era Marchionne la Fiat è costretta, suo malgrado, a reintegrare i lavoratori e, tramite il sequestro giudiziario dei suoi conti correnti, a restituire il maltolto". - (PRIMAPRESS)