Coming out di Monsignor Charamsa, ANDDOS: "La Chiesa rifletta e corregga la catechesi"
- di RED COM
- in Consumatori
(PRIMAPRESS) - ROMA - Krzysztof Charamsa, ufficiale della Congregazione per la dottrina della fede e secondo segretario della Commissione teologica internazionale, ha rivelato alla stampa polacca di essere omosessuale e di avere un compagno: il clamoroso coming out ha messo in serio imbarazzo la chiesa alla vigilia del Sinodo dei vescovi sulla famiglia dove si dovrà discutere appunto di temi come la pastorale per i cattolici Lgbti. Inevitabilmente la vicenda è balzata al centro dell’attenzione mediatica internazionale, mettendo in seria difficoltà il Vaticano. Le associazioni Lgbti intervengono sulla questione, ribadendo l’importanza e la necessità della Chiesa di cambiare radicalmente le proprie posizioni nei confronti delle persone omosessuali, “raccogliendo la sfida dei tempi” come ha rimarcato lo stesso Monsignor Charamsa.
“Il coming out di Monsignor Charamsa – sottolinea il presidente nazionale Mario Marco Canale dell’Associazione Nazionale ANDDOS con 140.000 iscritti in tutta Italia – è un evento di grande portata, specie per il ruolo chiave del personaggio all’interno del Vaticano in organi quali la Congregazione per la dottrina della fede. Anddos lavora ogni giorno per il benessere delle persone LGBTI e per tutti coloro che credono in una società più libera e inclusiva. Abbiamo il dovere di rappresentare anche chi, tra i nostri oltre 130.000 soci, ha certamente una sensibilità religiosa. È per questo che invitiamo Papa Francesco e il Sinodo a non perdere l’occasione per rivedere una volta per tutte l’odiosa condanna dell’omosessualità nella catechesi della Chiesa cattolica, che la bolla come una devianza e impone di viverla in castità e abnegazione. La posta in gioco è la possibilità di porre fine alla frustrazione e alle sofferenze di migliaia di persone che ancora oggi vivono una doppia vita di ipocrisie sotto il peso di questa condanna”. - (PRIMAPRESS)
“Il coming out di Monsignor Charamsa – sottolinea il presidente nazionale Mario Marco Canale dell’Associazione Nazionale ANDDOS con 140.000 iscritti in tutta Italia – è un evento di grande portata, specie per il ruolo chiave del personaggio all’interno del Vaticano in organi quali la Congregazione per la dottrina della fede. Anddos lavora ogni giorno per il benessere delle persone LGBTI e per tutti coloro che credono in una società più libera e inclusiva. Abbiamo il dovere di rappresentare anche chi, tra i nostri oltre 130.000 soci, ha certamente una sensibilità religiosa. È per questo che invitiamo Papa Francesco e il Sinodo a non perdere l’occasione per rivedere una volta per tutte l’odiosa condanna dell’omosessualità nella catechesi della Chiesa cattolica, che la bolla come una devianza e impone di viverla in castità e abnegazione. La posta in gioco è la possibilità di porre fine alla frustrazione e alle sofferenze di migliaia di persone che ancora oggi vivono una doppia vita di ipocrisie sotto il peso di questa condanna”. - (PRIMAPRESS)