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La lotta alle discriminazioni passa anche attraverso la cultura

(PRIMAPRESS) - La lotta alle discriminazioni passa attraverso la cultura e l’informazione, con una serie di progetti e campagne di sensibilizzazione per educare alle differenze: è questa la mission dell’Associazione Nazionale ANDDOS, contro le discriminazioni da orientamento sessuale, che proprio in questi giorni ha superato quota 200.000 associati:  promuovere una cultura della diversità, abbattere i pregiudizi e difendere i diritti, contrastare il fenomeno dell’omofobia, fatto spesso di luoghi comuni, stereotipi del linguaggio oltre che di comportamenti, parole e atti lesivi della dignità della persona e dei principi di pari dignità.

Fondata nel 2012, L’ANDDOS è la più grande associazione per i diritti, il benessere e la libertà sessuale di tutte le persone Lgbti. Attiva in 15 regioni, 22 province, con oltre settanta circoli affiliati la cui finalità è quella di costruire luoghi di incontro e di amicizia (oltre che posti sicuri contro le violenze), organizzare iniziative, servizi gratuiti, attività culturali, ludiche, turistiche e ricreative: “I nostri associati possono sperimentare e vivere l'appartenenza non solo alla comunità Lgbti ma integrandosi con la società tutta – spiega il presidente nazionale Mario Marco Canale – nei nostri circoli i soci e le socie possono ricevere ed offrire solidarietà reciproca, trovare insieme risposte a bisogni specifici con i nostri specialisti volontari, al fine di favorire l’autonomia e la piena inclusione nel contesto sociale nel quale vivono, proprio per evitare il rischio di isolamento e di marginalità sociale. . Cultura, sensibilità, rispetto, educazione alle differenze, desiderio di conoscere, integrazione, valorizzazione delle diversità, sono le armi migliori per combattere i pregiudizi”.

 

“Ma nei nostri circoli l’attenzione è mirata alla prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili – tiene a precisare Stefano D’Agnese responsabile dei progetti sanitari - ogni anno distribuiamo gratuitamente un milione di preservativi oltre ad effettuare quasi quattromila test salivari Hiv, garantendo l’assistenza di medici volontari ai nostri associati”.

Il portale di assistenza diretta One Question (una piattaforma online in cui è possibile rivolgere anche in anonimato domande su tematiche come sesso, salute e aspetti legali), i Centri Ascolto e Antiviolenza, attivi anche attraverso il numero verde 800864630 e la linea whatsapp 329-5868690, sono stati il punto di forza dell’associazione in questi ultimi anni per aver offerto gratuitamente assistenza psicologica, medica, legale: “I nostri centri – spiega lo psicologo Tullio Bonellirappresentano il primo presidio specializzato in un approccio globale al disagio personale legato alle discriminazioni da orientamento sessuale e identità di genere. L'ascolto della persona è un ascolto empatico: la persona che entra nel nostro servizio dovrà uscirne con la certezza di aver trovato qualcuno che l'ha saputa ascoltare, in un luogo dove poter ri-organizzare il problema presentato e procedere verso una soluzione”.

“C’è ancora una generalizzata disattenzione per i temi delle pari opportunità e del valore delle differenze - afferma il vice presidente nazionale Massimo Florio l’obiettivo di una società aperta e pluralista, dove tutti hanno diritto di cittadinanza indipendentemente dal genere, dall’orientamento sessuale, dal colore della pelle, dall’età, dalla diversa abilità è uno dei traguardi che vuole perseguire la nostra associazione le cui radici di accoglienza ed inclusione sono profonde e dove la solidarietà e la coesione sociale hanno dato frutti importanti in termine di benessere e di sviluppo di tutta la comunità Lgbti,  al fine di realizzare azioni educative volte a prevenire e contrastare la discriminazione in base all'orientamento sessuale, anche in considerazione del fatto che educare alla salute e all'affettività vuol dire soprattutto aiutare i ragazzi a gestire con serenità la propria identità di genere e la propria sessualità e a riconoscere dignità a tutte le espressioni della sessualità”.

“Se gli stereotipi sono rappresentazioni e i pregiudizi atteggiamenti, la discriminazione è chiaramente un comportamento – puntualizza l’editore Frank Semenziun comportamento negativo che porta a trattare con profonda ostilità quelle persone che ritengono una minaccia in quanto espressione di una qualsiasi diversità. Coloro che hanno forti pregiudizi negativi hanno più probabilità di commettere o legittimare atti di discriminazioni, perché spesso si affidano proprio agli stereotipi per giustificare i loro atteggiamenti e comportamenti aggressivi e violenti anche sotto il punto di vista psicologico”.

E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio, diceva Albert Einstein: le discriminazioni spesso si realizzano con comportamenti e atteggiamenti subdoli, che possono cambiare solo attraverso una crescita culturale e civile che richiede purtroppo tempi lunghi.

Il diritto antidiscriminatorio delinea un elenco di profili del discriminato, a volte ripetuti o menzionati diversamente, per definire la persona trattata in modo impari a causa della sua razza e origine etnica (d.lgs. n. 215/2003), religione, convinzioni personali, handicap, età, orientamento sessuale (d.lgs n. 216/2003), sesso (legge n. 125/1991), colore, ascendenza, origine nazionale, gruppo linguistico (d.lgs. n. 286/1998), stato di salute (art. 10 ex d.lgs. n. 276/2003) – chiarisce l’avvocato Antonio Bubici - in questi profili si celano svariate forme di diversità difficilmente delimitabili, ma tutte colpite da pregiudizi e stereotipi che favoriscono le discriminazioni. Obiettivo delle politiche e degli strumenti antidiscriminatori è quello di garantire l’eguaglianza sostanziale e non formale tra cittadini, per favorire l’inclusione e la coesione sociale attraverso la prevenzione, il monitoraggio e la rimozione delle cause che determinano le discriminazioni, ma anche attraverso la promozione di azioni positive che permettano ai soggetti più svantaggiati e a rischio di discriminazione di recuperare quel ritardo in termini di tutele che vivono rispetto alla società maggioritaria. Le discriminazioni devono essere contrastate alla radice e spetta alle istituzioni educative, famiglia e scuola in primis, intervenire per aiutare i giovani a riflettere sugli stereotipi di genere, sui pregiudizi, per combattere il fenomeno alla radice e promuovere così l’educazione ed il rispetto nelle relazioni”. - (PRIMAPRESS)