Confindustria Vicenza, Gianluca Mech contro il sindaco di Venezia sul tema discriminazioni
- di RED COM
- in Consumatori
(PRIMAPRESS) - VICENZA - L'Associazione Nazionale ANDDOS, il più grande movimento Lgbti italiano, si schiera a sostegno dell'imprenditore vicentino di Asigliano Veneto, Gianluca Mech, dopo la polemica scoppiata in occasione dell'assemblea di Confindustria Vicenza, quando il “creatore” della “tisanoreica” si è scagliato contro l'industriale nonché sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, esprimendo con toni duri la propria indignazione contro pregiudizi e discriminazioni nella società. Sottolineando, infatti, come ci siano persone che, per discriminare sul mercato il concorrente, mirano a fare passare il messaggio che un imprenditore omosessuale possa valere meno di un imprenditore etero.
Il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 216 ha attuato, nell’ordinamento italiano, la direttiva quadro 2000/78/CE sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizione di lavoro e ha introdotto, per la prima volta nel nostro ordinamento, una disciplina relativa al divieto di discriminazione fondata sull’orientamento sessuale. Nonostante l’evidente rilevanza di tale decreto, oggigiorno molte persone Lgbti non rendono pubblico il proprio orientamento sessuale, come forma di difesa dal rischio di discriminazione ed esclusione lavorativa. E' doveroso distinguere fra discriminazioni per orientamento sessuale e per identità di genere: per omosessuali e bisessuali è più agevole nascondere la propria identità di quanto non possano fare invece transessuali e transgender.
“Il modo migliore per superare la discriminazione e l’esclusione sociale fondate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere – afferma il presidente nazionale Mario Marco Canale di ANDDOS - può consistere nell’adottare misure mirate a combattere ogni forma di discriminazione. Occorre promuovere una cultura della conoscenza reciproca e del rispetto delle differenze già tra i giovani, garantire quindi l’adozione e l’attuazione di misure appropriate in grado di fornire una protezione efficace contro le discriminazioni in ambito lavorativo e professionale, tanto nel settore pubblico, che in quello privato, al fine di prevenire, contrastare e punire le vessazioni e altre forme di vittimizzazione. Lottare contro la discriminazione sul posto di lavoro è essenziale non solo per le persone Lgbti: le persone che la subiscono spesso faticano a difendersi, o perché ignorano i propri diritti o perché temono vessazioni e ritorsioni sulle possibilità di accesso al lavoro e di carriera, anche a causa del pregiudizio e della scarsa informazione sulla tematica dei datori di lavoro e dei livelli dirigenziali. L’ordinamento italiano non prevede, purtroppo, una normativa specifica per i reati di omofobia e transfobia: in diverse occasioni il Parlamento ha respinto in questi anni varie proposte di legge in materia. Fondamentale, quindi è incrementare la conoscenza e la consapevolezza dell’opinione pubblica sul tema dell’omofobia e della transfobia. Purtroppo incitamenti alle discriminazioni permangono spesso nelle dichiarazioni provenienti dalle autorità pubbliche, politiche ed anche ecclesiastiche, amplificate ad effetto poi dai media: è necessario invece diffondere un linguaggio appropriato, evitando atteggiamenti stereotipati: pregiudizi e ostilità generano intolleranza e violenza già in ambito scolastico, sotto forma di bullismo”. - (PRIMAPRESS)
Il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 216 ha attuato, nell’ordinamento italiano, la direttiva quadro 2000/78/CE sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizione di lavoro e ha introdotto, per la prima volta nel nostro ordinamento, una disciplina relativa al divieto di discriminazione fondata sull’orientamento sessuale. Nonostante l’evidente rilevanza di tale decreto, oggigiorno molte persone Lgbti non rendono pubblico il proprio orientamento sessuale, come forma di difesa dal rischio di discriminazione ed esclusione lavorativa. E' doveroso distinguere fra discriminazioni per orientamento sessuale e per identità di genere: per omosessuali e bisessuali è più agevole nascondere la propria identità di quanto non possano fare invece transessuali e transgender.
“Il modo migliore per superare la discriminazione e l’esclusione sociale fondate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere – afferma il presidente nazionale Mario Marco Canale di ANDDOS - può consistere nell’adottare misure mirate a combattere ogni forma di discriminazione. Occorre promuovere una cultura della conoscenza reciproca e del rispetto delle differenze già tra i giovani, garantire quindi l’adozione e l’attuazione di misure appropriate in grado di fornire una protezione efficace contro le discriminazioni in ambito lavorativo e professionale, tanto nel settore pubblico, che in quello privato, al fine di prevenire, contrastare e punire le vessazioni e altre forme di vittimizzazione. Lottare contro la discriminazione sul posto di lavoro è essenziale non solo per le persone Lgbti: le persone che la subiscono spesso faticano a difendersi, o perché ignorano i propri diritti o perché temono vessazioni e ritorsioni sulle possibilità di accesso al lavoro e di carriera, anche a causa del pregiudizio e della scarsa informazione sulla tematica dei datori di lavoro e dei livelli dirigenziali. L’ordinamento italiano non prevede, purtroppo, una normativa specifica per i reati di omofobia e transfobia: in diverse occasioni il Parlamento ha respinto in questi anni varie proposte di legge in materia. Fondamentale, quindi è incrementare la conoscenza e la consapevolezza dell’opinione pubblica sul tema dell’omofobia e della transfobia. Purtroppo incitamenti alle discriminazioni permangono spesso nelle dichiarazioni provenienti dalle autorità pubbliche, politiche ed anche ecclesiastiche, amplificate ad effetto poi dai media: è necessario invece diffondere un linguaggio appropriato, evitando atteggiamenti stereotipati: pregiudizi e ostilità generano intolleranza e violenza già in ambito scolastico, sotto forma di bullismo”. - (PRIMAPRESS)