Nando Orsi, la parata più bella
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(PRIMAPRESS) - Ci sono campioni dentro il rettangolo di gioco. E campioni che lo restano anche dopo aver concluso la carriera di giocatori. E’ il caso dell’ex portiere della Lazio, Nando Orsi, che in occasione della presentazione del suo libro “A mani nude” presso lo Spazio Feltrinelli di Latina, ha voluto incontrare ed abbracciare i minori stranieri ospiti del Centro di Accoglienza “La Pergola” di Cisterna, ai quali ha donato a ciascuno di loro gli scarpini da gioco con immensa felicità dei ragazzi. L’evento ha visto la partecipazione in sala di molti ex giocatori, tecnici e dirigenti oltre che giornalisti della carta stampata e televisiva, con un ospite speciale: l’indimenticato numero 10 e capitano biancoceleste, Vincenzo D’Amico, che proprio insieme a Nando Orsi ha ripercorso le tappe calcistiche biancocelesti negli anni ’70, ’80 e ’90 tra aneddoti e racconti emozionanti e divertenti. Tra i relatori Gabriele Orsi, figlio dell’ex numero 1 biancoceleste, bravissimo in veste di scrittore a tracciare il lato umano e più intimo dell’Orsi giocatore che non tutti erano a conoscenza proprio per il carattere schivo e riservato del portiere.
Nando Orsi e la squadra di calcio a 5 composta dai ragazzi minorenni del Centro di Accoglienza “La Pergola”: per una sera non c’è stato spazio solo per il mercato e per il calcio giocato: per l’attuale mister e commentatore televisivo e radiofonico la parata più bella l’ha realizzata fuori dal rettangolo verde, confermando la sua grande sensibilità e umanità che è venuta fuori in questa autobiografia curata da un’altra penna importante come Susanna Marcellini.
“Il mondo del calcio regala popolarità e notorietà - afferma Nando Orsi – posso solo che sentirmi fortunato, tuttavia è solo in occasioni come questa che ci si sente davvero importanti, perché si dà un proprio piccolo contributo ad una causa bellissima per regalare semplicemente un sorriso a chi finora nella vita è stato meno fortunato di noi. La popolarità del calcio ci permette di utilizzare lo sport come un veicolo per comunicare e trasmettere messaggi importanti”.
Solidarietà non è solo uno spot pubblicitario o mettersi una spilletta sulla maglia: è soprattutto fare, realizzare, condividere, coinvolgere. Come in questo caso, grazie alla nobile iniziativa di Nando Orsi, quando l’obiettivo sportivo è legato a quello educativo e ai valori di socializzazione, inclusione e di integrazione. E, una volta spente le luci dei riflettori, rimarrà nel cuore di questi ragazzi , e di tutti coloro che hanno assistito all’evento, questo bellissimo messaggio di generosità, altruismo e solidarietà. Un messaggio racchiuso nel calore di un gesto d’amicizia. Che resta per sempre. Oltre ai gol e alle parate. - (PRIMAPRESS)