Le associazioni LGBTI e per i diritti civili scrivono al Presidente della Repubblica
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(PRIMAPRESS) - Un appello accorato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, arriva dalle associazioni LGBTI e per i diritti civili affinché nel Paese possano essere garantite uguaglianza e pari diritti. La questione sociale resta un tema sempre aperto e, purtroppo, controverso in Italia, quando invece il riconoscimento e la garanzia dei diritti sociali dovrebbero essere una conquista importante di civiltà. Ma la dignità umana non è tanto un "diritto", quanto il fondamento costituzionale più importante dell’ordinamento democratico, collegato allo sviluppo ed al valore della persona.
Ecco la lettera aperta al Presidente della Repubblica, a firma di: Agedo, Anddos, Antéros LGBTI Padova, Arci, Arcigay, ArciLesbica, Associazione Radicale Certi Diritti, Azione Gay e Lesbica, Befree cooperativa sociale contro tratta, violenza e discriminazioni, CILD, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Circolo Tondelli LGBTI, Condividilove, Coordinamento Torino Pride, Edge, Equality Italia, Esedomani Terni, Famiglie Arcobaleno, Gay Center, I mondi diversi, Ireos, La Fenice Gay, Larcobaleno – LUISS Students Association, Love Out Law, MIT, Polis Aperta, Rete Genitori Rainbow. “Con la riapertura dei lavori parlamentari riprende la discussione del disegno di legge Cirinnà che il movimento LGBTI è chiamato a subire, un compromesso tra l’attuale negazione dei nostri diritti e quella che resta per noi l’unica soluzione in grado di garantire una piena parità e dignità tra cittadine e cittadini di questo Paese: il matrimonio egualitario. Sono ricominciate pressioni e minacce per affossare il disegno di legge Cirinnà, svuotandolo di quei contenuti che, nella sua formulazione originaria, lo rendevano un appena sufficiente punto di partenza per un confronto futuro sulla piena uguaglianza. I più alti vertici del clero e forze politiche esterne e interne alla stessa maggioranza si stanno adoperando per perpetrare la discriminazione a milioni di cittadine e cittadini basandosi su un’arbitraria, falsa e strumentale lettura della nostra Carta Costituzionale. Lei, Illustrissimo Presidente, è stato il primo nella storia repubblicana a pronunciare nel Suo discorso di insediamento alle Camere parole inerenti tale discriminazione, sollecitando il legislatore a intervenire con solerzia. In quanto massimo garante della nostra Carta, a Lei oggi ci rivolgiamo con preoccupazione, visto la reiterata violazione del diritto umano. Preoccupazione per la vita e la dignità nostra e delle nostre famiglie, che rischiano di essere svendute per giochi politici o di consenso elettorale. A Lei ci rivolgiamo affinché, con la Sua autorevolezza e nell’ambito delle Sue prerogative costituzionali, invii un messaggio alle Camere per sollecitare l’urgente rispetto delle sentenze 138/2010 e 170/2014 della Corte Costituzionale nonché la recente sentenza Oliari vs Italia della Corte EDU”.
L’uguaglianza va costruita con impegno attraverso il riconoscimento dei diritti delle persone, evitando incomprensioni e conflitti: una società più equa e più giusta, oggi più che mai, deve essere un obiettivo primario, per valore umano e morale: “Dalla pari dignità dei cittadini nella società discende il principio di uguaglianza - puntualizza il presidente Marco Canale di ANDDOS - per affermare la cittadinanza universale, i pari diritti civili, senza esclusioni e senza discriminazioni”. - (PRIMAPRESS)
Ecco la lettera aperta al Presidente della Repubblica, a firma di: Agedo, Anddos, Antéros LGBTI Padova, Arci, Arcigay, ArciLesbica, Associazione Radicale Certi Diritti, Azione Gay e Lesbica, Befree cooperativa sociale contro tratta, violenza e discriminazioni, CILD, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Circolo Tondelli LGBTI, Condividilove, Coordinamento Torino Pride, Edge, Equality Italia, Esedomani Terni, Famiglie Arcobaleno, Gay Center, I mondi diversi, Ireos, La Fenice Gay, Larcobaleno – LUISS Students Association, Love Out Law, MIT, Polis Aperta, Rete Genitori Rainbow. “Con la riapertura dei lavori parlamentari riprende la discussione del disegno di legge Cirinnà che il movimento LGBTI è chiamato a subire, un compromesso tra l’attuale negazione dei nostri diritti e quella che resta per noi l’unica soluzione in grado di garantire una piena parità e dignità tra cittadine e cittadini di questo Paese: il matrimonio egualitario. Sono ricominciate pressioni e minacce per affossare il disegno di legge Cirinnà, svuotandolo di quei contenuti che, nella sua formulazione originaria, lo rendevano un appena sufficiente punto di partenza per un confronto futuro sulla piena uguaglianza. I più alti vertici del clero e forze politiche esterne e interne alla stessa maggioranza si stanno adoperando per perpetrare la discriminazione a milioni di cittadine e cittadini basandosi su un’arbitraria, falsa e strumentale lettura della nostra Carta Costituzionale. Lei, Illustrissimo Presidente, è stato il primo nella storia repubblicana a pronunciare nel Suo discorso di insediamento alle Camere parole inerenti tale discriminazione, sollecitando il legislatore a intervenire con solerzia. In quanto massimo garante della nostra Carta, a Lei oggi ci rivolgiamo con preoccupazione, visto la reiterata violazione del diritto umano. Preoccupazione per la vita e la dignità nostra e delle nostre famiglie, che rischiano di essere svendute per giochi politici o di consenso elettorale. A Lei ci rivolgiamo affinché, con la Sua autorevolezza e nell’ambito delle Sue prerogative costituzionali, invii un messaggio alle Camere per sollecitare l’urgente rispetto delle sentenze 138/2010 e 170/2014 della Corte Costituzionale nonché la recente sentenza Oliari vs Italia della Corte EDU”.
L’uguaglianza va costruita con impegno attraverso il riconoscimento dei diritti delle persone, evitando incomprensioni e conflitti: una società più equa e più giusta, oggi più che mai, deve essere un obiettivo primario, per valore umano e morale: “Dalla pari dignità dei cittadini nella società discende il principio di uguaglianza - puntualizza il presidente Marco Canale di ANDDOS - per affermare la cittadinanza universale, i pari diritti civili, senza esclusioni e senza discriminazioni”. - (PRIMAPRESS)