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Rai. Di Pietro: per servizio pubblico candidati di serie A e di serie B

(PRIMAPRESS) - dipietro2 ROMA - “Alla Rai hanno fatto una riforma costituzionale enorme, senza dirlo a nessuno. Hanno deciso che le elezioni d’ora in poi sono come il campionato di calcio: ci stanno i candidati di serie A e quelli di serie B. I primi occorre farli parlare il più spesso possibile, citarli ogni cinque secondi nei telegiornali, invitarli nei talk show da soli per evidenziarne la superiorità e distinguerli dalla plebe. I candidati di serie B, invece, devono ringraziare se l’informazione televisiva ogni tanto si ricorda che esistono. Spuntano nei telegiornali una volta ogni morte di papa e nei talk show stanno sempre in compagnia di qualcun altro, così la gente capisce che non contano nulla ed è inutile votarli”. Lo scrive sul suo blog il leader dell’IdV, Antonio Di Pietro, che aggiunge: “Abbiamo chiesto ad uno dei tg Rai, per esempio, come mai Bersani viene invitato da solo e Ingroia no. Ci è stato risposto che Bersani è il prossimo presidente del Consiglio. Hanno già deciso loro. Abbiamo chiesto come mai vengono invitati da soli anche Monti, che a tutt’oggi non è stato eletto da nessuno, e Berlusconi, che oltretutto ufficialmente non è nemmeno candidato. Ci hanno risposto che hanno il diritto di fare le scelte editoriali che vogliono. Figurarsi, loro hanno la schiena dritta: quando un potente oppure il loro capoclientela chiama, obbediscono senza guardare in faccia a nessuno”. Scrive ancora Di Pietro: “Nei mesi di novembre e dicembre, tanto per raccontarne un’altra, a noi dell’Italia dei Valori non ci ha visti e sentiti nessuno: meno del 2% delle presenze sullo schermo. Il Pd, con le primarie, aveva invece percentuali di presenza tanto alte da far quasi pensare di vivere in un paese a partito unico. La settimana scorsa, a seguito di un nostro esposto, l’Agcom ha detto che le reti e i tg devono riequilibrare un po’ quell’abisso, ma così, tanto per dire. A viale Mazzini quell’ordine da un orecchio gli è entrato e dall’altro gli è uscito e l’Agcom fa finta di niente. Per forza! E’ uno dei tanti casi in cui la Casta si nomina da sola i propri controllori. Cosa volete che controllino i componenti dell’Agcom che stanno dove stanno solo per volontà dei partiti? Pensate che la Lista Ingroia non è stata monitorata, con la scusa che non era ancora stato presentato il simbolo. Quella Monti, simbolo o non simbolo, non solo viene monitorata dal primo giorno, ma se non avesse tutto lo spazio straripante che ha, strillerebbero come aquile e si ricorderebbero di colpo qual è il loro dovere”. “Questa non è informazione. Questa non è democrazia. I candidati devono essere trattati tutti allo stesso modo. La Rai deve smettere di avvantaggiare qualcuno e danneggiare qualcun altro, riportando le notizie e non gli spot. Noi faremo tutti i passi ufficiali necessari, in Italia e in Europa, perché un simile comportamento venga sanzionato, ricorrendo anche a vie legali. Ma soprattutto faremo capire ai cittadini che oggi, con noi e con Ingroia, è possibile una Rivoluzione Civile che restituisca all’informazione, persino a quella che viene dalla Rai, la sua dignità. Siamo in democrazia, lo ricordino”, conclude. - (PRIMAPRESS)