Abusi nella Chiesa: i dossier pedofili di Parigi apriranno il fronte dei risarcimenti alle vittime
- di RED-ROM
- in Primo Piano
(PRIMAPRESS) - PARIGI - Il rapporto svelato ieri dalla Commissione indipendente sugli "Abusi nella chiesa" in Francia, ha stimato oltre 216mila casi di violenza su minori pone ore una questione su e come bisognerà risarcire le vittime.
L'orientamento, intanto è che quanto accaduto nel corso degli ultimi 70 anni non saranno trattati come offese alla Chiesa (come invece fino a pochi mesi fa imponeva il canone), ma come crimini contro la persona. Ma ci sarà anche la giustizia ordinaria francese. E' quanto ha anticipato Jean-Marc Sauvé, presidente della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa (Ciase): l’organismo che per due anni e mezzo, su incarico delle gerarchie, è andato a rovistare in ogni angolo più buio delle sacrestie d’Oltralpe.Il dossier che deve presentare, si sa già, è esplosivo: anticipazioni sono già circolate, cifre sono state già ipotizzate e non smentite. Ma nonostante questo l’impatto resta, e non solo perché quello francese è solo l’ultimo caso di questo tipo, in Europa. A marzo la Germania è stata scossa dal rapporto di una commissione analoga a quella di Sauvè, ma solamente limitata all’arcidiocesi di Colonia. Fatte le proporzioni, i numeri sono sempre quelli.In Francia dal 1950 al 2020, spiega Sauvé ammettendo la vergogna, 216.000 persone di età inferiore ai 18 anni sono state vittime di violenze o aggressioni sessuali da parte di sacerdoti o religiosi cattolici. Ma il loro numero sale a "330.000 se si aggiungono gli aggressori laici che operano nelle istituzioni della Chiesa cattolica" (cappellanie, scuole cattoliche, movimenti giovanili).
Il totale dei responsabili, preso in percentuale, dà una cifra apparentemente bassa, meno del 3% del totale dei religiosi, ma la cifra assoluta restituisce al libro bianco tutta la drammaticità: tra i 2.900 e i 3.300 consacrati.
Da Roma il direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ha comunicato il profondo dolore di Bergoglio, in poche righe che ribadiscono quale sia adesso l’indirizzo della Chiesa da lui guidata: "Il suo pensiero va anzitutto alle vittime, con grande dispiacere, per le loro ferite, e gratitudine, per il loro coraggio nel denunciare, e alla Chiesa di Francia, perché, nella consapevolezza di questa terribile realtà , unita alla sofferenza del Signore per i suoi figli più vulnerabili, possa intraprendere una via di redenzione". - (PRIMAPRESS)
L'orientamento, intanto è che quanto accaduto nel corso degli ultimi 70 anni non saranno trattati come offese alla Chiesa (come invece fino a pochi mesi fa imponeva il canone), ma come crimini contro la persona. Ma ci sarà anche la giustizia ordinaria francese. E' quanto ha anticipato Jean-Marc Sauvé, presidente della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa (Ciase): l’organismo che per due anni e mezzo, su incarico delle gerarchie, è andato a rovistare in ogni angolo più buio delle sacrestie d’Oltralpe.Il dossier che deve presentare, si sa già, è esplosivo: anticipazioni sono già circolate, cifre sono state già ipotizzate e non smentite. Ma nonostante questo l’impatto resta, e non solo perché quello francese è solo l’ultimo caso di questo tipo, in Europa. A marzo la Germania è stata scossa dal rapporto di una commissione analoga a quella di Sauvè, ma solamente limitata all’arcidiocesi di Colonia. Fatte le proporzioni, i numeri sono sempre quelli.In Francia dal 1950 al 2020, spiega Sauvé ammettendo la vergogna, 216.000 persone di età inferiore ai 18 anni sono state vittime di violenze o aggressioni sessuali da parte di sacerdoti o religiosi cattolici. Ma il loro numero sale a "330.000 se si aggiungono gli aggressori laici che operano nelle istituzioni della Chiesa cattolica" (cappellanie, scuole cattoliche, movimenti giovanili).
Il totale dei responsabili, preso in percentuale, dà una cifra apparentemente bassa, meno del 3% del totale dei religiosi, ma la cifra assoluta restituisce al libro bianco tutta la drammaticità: tra i 2.900 e i 3.300 consacrati.
Da Roma il direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ha comunicato il profondo dolore di Bergoglio, in poche righe che ribadiscono quale sia adesso l’indirizzo della Chiesa da lui guidata: "Il suo pensiero va anzitutto alle vittime, con grande dispiacere, per le loro ferite, e gratitudine, per il loro coraggio nel denunciare, e alla Chiesa di Francia, perché, nella consapevolezza di questa terribile realtà , unita alla sofferenza del Signore per i suoi figli più vulnerabili, possa intraprendere una via di redenzione". - (PRIMAPRESS)