E' INIZIATO IL CONTO ALLA ROVESCIA DEL GOVERNO BERLUSCONI?
- di Paolo Picone
- in Primo Piano
(PRIMAPRESS) - ROMA - Gli avvenimenti delle ultime 24 ore non lasciano spazio a molti dubbi. Per il Governo di Silvio Berlusconi sembra iniziato il conto alla rovescia. Ma andiamo con ordine. La "goccia" che fa traboccare il vaso, ricco di contraddizioni e guerre intestine in seno alla maggioranza e soprattutto all'interno del Pdl, cade in seno alla Camera dei Deputati ieri. Il governo viene infatti battuto in Aula alla Camera sul rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2010. I deputati hanno bocciato l'articolo 1 del testo. La batosta arriva nel giorno in cui la Corte dei Conti critica aspramente la riforma fiscale prevista dalla manovra di agosto per la mancata copertura. "E' un problema tecnico che si può risolvere" poi commenta il premier Silvio Berlusconi, nel corso dell'incontro avuto con diversi ministri ed esponenti del Pdl nella sala del governo accanto a Montecitorio, secondo quanto riferito da alcuni presenti. La bocciatura dell'articolo 1 del rendiconto generale dello Stato inficia, infatti, completamente, l'approvazione del provvedimento che, di fatto, contiene il bilancio 2010 delle amministrazioni pubbliche. "Il rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato - è scritto nell'articolo 1 - e i rendiconti delle amministrazioni e delle aziende autonome per l'esercizio 2010 sono approvati nelle risultanze di cui ai seguenti articoli". Seguono quindi gli articoli da 2 al 18. E secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, nella riunione dei capigruppo, il sottosegretario all'Economia Alberto Giorgetti ha sottolineato che la bocciatura dell'art.1 del rendiconto 2010 impedisce l'approvazione dell'assestamento di bilancio 2011. Non a caso poi stamani la Giunta per il regolamento decide, a maggioranza, che la Camera non puo' andare avanti con l'esame del Rendiconto generale dello Stato perche' l'articolo 1, bocciato ieri in Aula, preclude i restanti articoli. Quindi l'iter del provvedimento e' da considerarsi concluso. Poco prima però è il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano in una nota a lanciare l'allarme. Una risposta credibile per capire se questa maggioranza continuerà a supportare il governo "con la costante coesione necessaria per garantire adempimenti imprescindibili come l'insieme delle decisioni di bilancio e soluzioni adeguate per i problemi più urgenti del paese", chiede il Presidente della Repubblica. Ho finora sempre preso imparzialmente atto della convinzione espressa dal governo e dai rappresentanti dei gruppi parlamentari che lo sostengono circa la solidità della maggioranza che attraverso reiterati voti di fiducia ha confermato il suo appoggio all'attuale esecutivo", scrive Napolitano nella nota. "Ma la mancata approvazione - aggiunge il presidente della Repubblica - da parte della Camera, dell'articolo 1 del Rendiconto Generale dell'Amministrazione dello Stato, e, negli ultimi tempi, l'innegabile manifestarsi di acute tensioni in seno al governo e alla coalizione, con le conseguenti incertezze nell'adozione di decisioni dovute o annunciate, suscitano interrogativi e preoccupazioni i cui riflessi istituzionali non possono sfuggire". In particolare, nota Napolitano, "la questione che si pone è se la maggioranza di governo ricompostasi nel giugno scorso con l'apporto di un nuovo gruppo sia in grado di operare con la costante coesione necessaria per garantire adempimenti imprescindibili come l'insieme delle decisioni di bilancio e soluzioni adeguate per i problemi più urgenti del paese, anche in rapporto agli impegni e obblighi europei. E' ai soggetti che ne sono costituzionalmente responsabili, Presidente del Consiglio e Parlamento, che spetta una risposta credibile". E intanto Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è atteso alla Camera per chiedere un voto di fiducia. Berlusconi, la cui coalizione appare sempre più divisa sulla politica economica da seguire mentre i titoli di Stato dell'Italia sono risucchiati dalla crisi della zona euro, dovrebbe rivolgere un discorso all'aula nella giornata di domani. Ma l'opposizione non ci sta e dopo le ultime vicende di giornata attacca con una nota del leader del Pd, Pierluigi Bersani: "Dopo la decisione della Giunta per il Regolamento e il messaggio del Presidente della Repubblica, l'unico chiarimento possibile sono le dimissioni del governo". Insomma, sembra proprio che l'implosione della maggioranza sia in atto, anzi in fase avanzata. Il Governo ha i giorni contati? Qualcuno si augura che sia una questione di ore.
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