Giorno di lutto a Stresa per le 14 vittime della funivia. Oggi bollettino medico del bimbo di 5 anni
- di RED-ROM
- in Primo Piano
(PRIMAPRESS) - STRESA - Sono ormai 14 le vittime accertate dell’incidente di Stresa di ieri pomeriggio che ha visto precipitare ad oltre 20 metri la funivia che sale al monte Mottarone. L’ultima vittima che era stata ricoverata in condizioni gravi all’Ospedale di Verbania, è stato un bambino di nove anni che non è riuscito a superare la notte per le complicazioni sopraggiunte. Unico superstite un bambino italiano di 5 anni che ieri è stato operato d’urgenza per fatture multiple ma solo oggi 24 maggio si potrà capire qual è il suo decorso clinico. Se pure gravi, restano stabili, le sue condizioni. E' ancora sedato e intubato, al Regina Margherita di Torino. Ieri è stato sottoposto a un intervento di riduzione delle fratture agli arti inferiori. Lo rende noto la Città della Salute di Torino. Nella tragedia il piccolo ha perso i genitori, il fratellino di due anni e i bisnonni.
Intanto arriva la conferma che la tragedia è stata provocata dal cedimento di un cavo proprio nel punto più alto del percorso e a 100 metri dall’ultimo pilone prima di arrivare alla stazione. Tuttavia bisognerà aspettare che la commissione ispettiva istituita dal Ministero dei Trasporti faccia la sua indagine per individuare le cause tecniche che hanno portato al collasso dell’impianto. Ma sul caso opera anche la Direzione Generale per le investigazioni ferroviarie e marittime (Dgfema). L’impianto era stato riattivato il 24 aprile scorso dopo il lockdown eseguendo anche una magnetoscopia sulle funi, una sorta di esame ai raggi x per verificarne la tenuta. Le cabine sono state smontate, ricondizionate e rimontate con impianto acustico e videocamera di sorveglianza a bordo. I lavori di revisione tecnica dell'impianto sono costati 4 milioni e 400 mila euro, finanziati dalla Regione Piemonte, dal Comune di Stresa, e dalla società di gestione. - (PRIMAPRESS)
Intanto arriva la conferma che la tragedia è stata provocata dal cedimento di un cavo proprio nel punto più alto del percorso e a 100 metri dall’ultimo pilone prima di arrivare alla stazione. Tuttavia bisognerà aspettare che la commissione ispettiva istituita dal Ministero dei Trasporti faccia la sua indagine per individuare le cause tecniche che hanno portato al collasso dell’impianto. Ma sul caso opera anche la Direzione Generale per le investigazioni ferroviarie e marittime (Dgfema). L’impianto era stato riattivato il 24 aprile scorso dopo il lockdown eseguendo anche una magnetoscopia sulle funi, una sorta di esame ai raggi x per verificarne la tenuta. Le cabine sono state smontate, ricondizionate e rimontate con impianto acustico e videocamera di sorveglianza a bordo. I lavori di revisione tecnica dell'impianto sono costati 4 milioni e 400 mila euro, finanziati dalla Regione Piemonte, dal Comune di Stresa, e dalla società di gestione. - (PRIMAPRESS)