La gloria del Natale nel messaggio di Papa Francesco: “Ricomporre un’armonia”
- di Pasquale Alfieri
- in Primo Piano
(PRIMAPRESS) - CITTÀ DEL VATICANO - La lunga notte di Natale di Papa Francesco nella Santa messa a S. Pietro tra gli incensi e l'esposizione del bambino Gesù, è rivolta al pensiero del lavoro: "Basta, basta: l’uomo non è schiavo del lavoro. L’uomo, il più umile, ha diritto alla dignità, alla vita. Si faccia, di questo, un programma di impegno e di azione. Francesco sembra quasi esasperato, a dispetto dei toni e dell’atmosfera del Natale. Basta quei morti quegli operai che cadono dalle gru, quelle operaie uccise dalle macchine della tessitura, quei lavoratori schiacciati dalle lastre di pietra". Dice il Santo Padre nell'omelia .
“Dio non cavalca la grandezza, ma si cala nella piccolezza. La piccolezza è la via che ha scelto per raggiungerci”. Si noti bene: Dio “va in cerca dei pastori, degli invisibili; noi cerchiamo visibilità. Gesù nasce per servire e noi passiamo gli anni a inseguire il successo. Dio non ricerca forza e potere, domanda tenerezza e piccolezza interiore”.
Nella simbologia del Natale i bisognosi sono i pastori: “Erano i più semplici e sono stati i più vicini al Signore”, avverte Papa Francesco, “Stavano lì per lavorare, perché erano poveri e la loro vita non aveva orari, ma dipendeva dal gregge. Non potevano vivere come e dove volevano, ma si regolavano in base alle esigenze delle pecore che accudivano. E Gesù nasce lì, vicino a loro, vicino ai dimenticati delle periferie. Viene dove la dignità dell’uomo è messa alla prova”. Ma soprattutto “viene a nobilitare gli esclusi e si rivela anzitutto a loro: non a personaggi colti e importanti, ma a gente povera che lavorava. Dio stanotte viene a colmare di dignità la durezza del lavoro. Ci ricorda quanto è importante dare dignità all’uomo con il lavoro, ma anche dare dignità al lavoro dell’uomo, perché l’uomo è signore e non schiavo del lavoro”. Quindi “nel giorno della Vita ripetiamo: basta morti sul lavoro! E impegniamoci per questo”.
Non si tratta solo di giustizia: si tratta di ricomporre un ordine, un’armonia. “Guardiamo e capiamo che attorno a Gesù tutto si ricompone in unità: non ci sono solo gli ultimi, i pastori, ma anche i dotti e i ricchi, i magi”, conclude, “a Betlemme stanno insieme i poveri e i ricchi, chi adora come i magi e chi lavora come i pastori. Tutto si ricompone quando al centro c’è Gesù: non le nostre idee su Gesù, ma Lui, il Vivente”. È la gloria del Natale. - (PRIMAPRESS)
“Dio non cavalca la grandezza, ma si cala nella piccolezza. La piccolezza è la via che ha scelto per raggiungerci”. Si noti bene: Dio “va in cerca dei pastori, degli invisibili; noi cerchiamo visibilità. Gesù nasce per servire e noi passiamo gli anni a inseguire il successo. Dio non ricerca forza e potere, domanda tenerezza e piccolezza interiore”.
Nella simbologia del Natale i bisognosi sono i pastori: “Erano i più semplici e sono stati i più vicini al Signore”, avverte Papa Francesco, “Stavano lì per lavorare, perché erano poveri e la loro vita non aveva orari, ma dipendeva dal gregge. Non potevano vivere come e dove volevano, ma si regolavano in base alle esigenze delle pecore che accudivano. E Gesù nasce lì, vicino a loro, vicino ai dimenticati delle periferie. Viene dove la dignità dell’uomo è messa alla prova”. Ma soprattutto “viene a nobilitare gli esclusi e si rivela anzitutto a loro: non a personaggi colti e importanti, ma a gente povera che lavorava. Dio stanotte viene a colmare di dignità la durezza del lavoro. Ci ricorda quanto è importante dare dignità all’uomo con il lavoro, ma anche dare dignità al lavoro dell’uomo, perché l’uomo è signore e non schiavo del lavoro”. Quindi “nel giorno della Vita ripetiamo: basta morti sul lavoro! E impegniamoci per questo”.
Non si tratta solo di giustizia: si tratta di ricomporre un ordine, un’armonia. “Guardiamo e capiamo che attorno a Gesù tutto si ricompone in unità: non ci sono solo gli ultimi, i pastori, ma anche i dotti e i ricchi, i magi”, conclude, “a Betlemme stanno insieme i poveri e i ricchi, chi adora come i magi e chi lavora come i pastori. Tutto si ricompone quando al centro c’è Gesù: non le nostre idee su Gesù, ma Lui, il Vivente”. È la gloria del Natale. - (PRIMAPRESS)