MediOriente: ancora scontro oggi in Libano tra IDF e Hezbollah. Senza risultati la mediazione al Cairo
- di RED-ROM
- in Primo Piano
(PRIMAPRESS) - MEDIORIENTE- L'esercito israeliano ha lanciato raid aerei nel Libano meridionale e Hezbollah ha portato a segno un grande attacco con droni e razzi, affermando che il bombardamento era una rappresaglia per l'uccisione del suo comandante Fuad Shukr da parte dell'esercito israeliano a Beirut a luglio.
L'escalation è avvenuta mentre i mediatori cercano affannosamente di trovare un accordo di cessate il fuoco a Gaza ma con pochi segnali di progresso nei colloqui. Un funzionario palestinese, ha affermato che una delegazione di Hamas che si trovava nella capitale egiziana per i colloqui di mediazione, ha lasciato la città in assenza di sviluppi significativi.
Intanto nella Striscia di Gaza, l'esercito israeliano ha ucciso almeno 71 palestinesi sabato, mentre i carri armati e i bulldozer israeliani avanzavano sulla città centrale di Deir el-Balah, costringendo più di 100.000 persone a fuggire in due giorni. Dal canto suo anche Netanyahu non ha mostrato segnali per accorciare le distanze nelle trattativ3 di mediazi9ne del Cairo. "Siamo determinati a fare di tutto per difendere il Paese, per riportare gli abitanti del nord in sicurezza a casa loro e per continuare a sostenere una semplice regola: se qualcuno ci fa del male,noi rispondiamo facendogli del male". Così il premier israeliano Netanyahu si sarebbe espresso al Gabinetto di sicurezza di questa mattina. - (PRIMAPRESS)
L'escalation è avvenuta mentre i mediatori cercano affannosamente di trovare un accordo di cessate il fuoco a Gaza ma con pochi segnali di progresso nei colloqui. Un funzionario palestinese, ha affermato che una delegazione di Hamas che si trovava nella capitale egiziana per i colloqui di mediazione, ha lasciato la città in assenza di sviluppi significativi.
Intanto nella Striscia di Gaza, l'esercito israeliano ha ucciso almeno 71 palestinesi sabato, mentre i carri armati e i bulldozer israeliani avanzavano sulla città centrale di Deir el-Balah, costringendo più di 100.000 persone a fuggire in due giorni. Dal canto suo anche Netanyahu non ha mostrato segnali per accorciare le distanze nelle trattativ3 di mediazi9ne del Cairo. "Siamo determinati a fare di tutto per difendere il Paese, per riportare gli abitanti del nord in sicurezza a casa loro e per continuare a sostenere una semplice regola: se qualcuno ci fa del male,noi rispondiamo facendogli del male". Così il premier israeliano Netanyahu si sarebbe espresso al Gabinetto di sicurezza di questa mattina. - (PRIMAPRESS)