Pd: l’addio amaro di Letta, il nuovo Manifesto e i sondaggi per il voto del 26 febbraio
- di RED-ROM
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(PRIMAPRESS) - ROMA - Il nuovo segretario del Partito Democratico dovrà ripartire da un aggiornamento dell’azione politica rivedendo in chiave contemporanea molti degli ideali di sinistra. È stato questo il lascito del Segretario, Enrico Letta che ieri ha lasciato ufficialmente l’incarico di dirigenza.
Il Manifesto del nuovo PD inizia dunque, così: “Noi crediamo che la forza di un Paese stia nella forza dei suoi legami sociali. Questo è per noi il senso profondo della democrazia: un orizzonte di emancipazione e di libertà. Una promessa di giustizia sociale, inclusione e uguaglianza da realizzare attraverso un impegno collettivo. Per noi disuguaglianze, povertà, discriminazioni e marginalità sociali sono il più grande impedimento a ogni forma di coinvolgimento collettivo e di emancipazione, perché rendono di fatto impossibile essere e sentirsi parte di una comunità. Stato ed enti locali hanno un compito primario e una responsabilità costituzionale nella lotta alle disuguaglianze: l’articolo 3 della nostra Costituzione infatti enuncia l’uguaglianza dei cittadini e richiama il ruolo attivo della Repubblica nella rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona”. È questo l’incipit del Manifesto e queste le parole di Enrico Letta nel suo ultimo discorso da Segretario: “È la giornata del nostro orgoglio ritrovato. Tengo le amarezze per me. Esco più innamorato del Partito democratico di quando ho iniziato". Dai candidati alla Segreteria una sintesi delle posizioni: Schlein: "Ok il pluralismo ma serve una direzione chiara". Bonaccini: "La costituente, per essere tale, deve riportare dentro milioni di persone che se ne sono andate". Cuperlo: "Crisi c'è, ma questo partito può rialzarsi". De Micheli: "Ho chiesto primarie con iscritti che abbiano un voto doppio. Il 26 febbraio i sostenitori del partito sono chiamati a decidere sul futuro del partito e non basterà un nuovo manifesto ma una politica collante con la base e nuovamente identitaria scongiurando il rischio di una sovrapposizione con un modello Movimento 5 Stelle. Ma cosa dicono i sondaggi sulle candidature? Stefano Bonaccini sarebbe nettamente in vantaggio su Elly Schlein secondo diverse rilevazioni. Il presidente della regione Emilia-Romagna avrebbe tra il 61 e il 65 per cento dei voti. La sua principale avversaria, tra il 35 e il 39 per cento. Tuttavia almeno un terzo di coloro che dichiarano di andare a votare sarebbe ancora indeciso e il nuovo manifesto non ha contribuito ad orientare un pò di più. - (PRIMAPRESS)
Il Manifesto del nuovo PD inizia dunque, così: “Noi crediamo che la forza di un Paese stia nella forza dei suoi legami sociali. Questo è per noi il senso profondo della democrazia: un orizzonte di emancipazione e di libertà. Una promessa di giustizia sociale, inclusione e uguaglianza da realizzare attraverso un impegno collettivo. Per noi disuguaglianze, povertà, discriminazioni e marginalità sociali sono il più grande impedimento a ogni forma di coinvolgimento collettivo e di emancipazione, perché rendono di fatto impossibile essere e sentirsi parte di una comunità. Stato ed enti locali hanno un compito primario e una responsabilità costituzionale nella lotta alle disuguaglianze: l’articolo 3 della nostra Costituzione infatti enuncia l’uguaglianza dei cittadini e richiama il ruolo attivo della Repubblica nella rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona”. È questo l’incipit del Manifesto e queste le parole di Enrico Letta nel suo ultimo discorso da Segretario: “È la giornata del nostro orgoglio ritrovato. Tengo le amarezze per me. Esco più innamorato del Partito democratico di quando ho iniziato". Dai candidati alla Segreteria una sintesi delle posizioni: Schlein: "Ok il pluralismo ma serve una direzione chiara". Bonaccini: "La costituente, per essere tale, deve riportare dentro milioni di persone che se ne sono andate". Cuperlo: "Crisi c'è, ma questo partito può rialzarsi". De Micheli: "Ho chiesto primarie con iscritti che abbiano un voto doppio. Il 26 febbraio i sostenitori del partito sono chiamati a decidere sul futuro del partito e non basterà un nuovo manifesto ma una politica collante con la base e nuovamente identitaria scongiurando il rischio di una sovrapposizione con un modello Movimento 5 Stelle. Ma cosa dicono i sondaggi sulle candidature? Stefano Bonaccini sarebbe nettamente in vantaggio su Elly Schlein secondo diverse rilevazioni. Il presidente della regione Emilia-Romagna avrebbe tra il 61 e il 65 per cento dei voti. La sua principale avversaria, tra il 35 e il 39 per cento. Tuttavia almeno un terzo di coloro che dichiarano di andare a votare sarebbe ancora indeciso e il nuovo manifesto non ha contribuito ad orientare un pò di più. - (PRIMAPRESS)