Recovery Fund: il giorno dopo del piano Next Generation UE di Ursula von der Leyen
- di RED-ROM
- in Primo Piano
(PRIMAPRESS) - BRUXELLES - Le reazioni già arrivate ieri dopo la presentazione del piano di Recovery Fund della Presidente della Commissione Europea, Ursula von del Leyen, da parte di Olanda e Svezia sembravano inevitabili. La proposta della presidente, rinominata da lei stessa in una visione ottimistica di cambiamento della politica comunitaria, in Next Generation UE, avrebbe assegnato all’Italia una delle somme più cospicue di un pacchetto dal valore di 750 miliardi di euro di aiuti ai paesi membri. Al nostro paese, tra i paesi più colpiti dal coronavirus, spetterebbero 172,7 miliardi divisi in due parti: una da 81 miliardi come aiuti con tassi agevolati, l’altra di circa 91 mila sotto forma di prestiti, dunque da restituire. Soldi che verrebbero assegnati, secondo quanto aveva precisato la van der Leyen, finalizzati a progetti stringenti, in cui ci siano i grandi temi dell’ambiente, della ricerca, innovazione e sanità. Linee che in qualche modo facevano parte dell’accordo che era stato raggiunto dall’asse Merkel-Macron.
Il piano dovrà essere approvato il prossimo 18 giugno dai paesi membri e la conferma di quanto annunciato dalla presidente non sarà così scontato. Il dibattito andrà per le lunghe proprio per il bastone tra le ruote sistemato da Austria, Olanda, Danimarca e Svezia. E a questo bisognerà aggiungere che bisognerà finalizzare i progetti per passare all’incasso delle cifre stanziate. In pratica quelle cifre potrebbero arrivare, di fatto, solo nel 2021. La soddisfazione per quello che ieri era apparso come un colpaccio per l’Italia, a 24 ore di distanza, smorza i sorrisi e crea qualche preoccupazione per una liquidità che sarebbe servita subito per togliere il nostro paese dall’angolo di una crisi senza precedenti. - (PRIMAPRESS)