Alitalia: dallo sciopero di domani alla fine dei voli del 15 ottobre. Gli scontri con ITA sul marchio
- di RED-ROM
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(PRIMAPRESS) - ROMA - Le sorti della compagnia di bandiera italiana Alitalia non sembrano più appassionare gli italiani. E lo sciopero di domani 24 settembre, con oltre 172 voli cancellati non fa che acuire il sentiment negativo che ormai accompagna il vettore. Le colpe sono ripartite nel tempo tra sindacati, management troppo politicizzati e poco inclini al business e pressioni economiche di ogni natura. Ora c’è un nuovo scontro tra Alitalia e ITA sul fronte delle assunzioni avviate da quest’ultima pescando tra curriculum e competenze della vecchia compagnia tricolore. I sindacati dell’ex Alitalia hanno sollevato la questione obiettando sui criteri di questa selezione ma la risposta del presidente di ITA, Alfredo Altavilla è secca: “Le assunzioni sono in base alle competenze e gli stipendi sono allineati con altri full service carrier” ha detto in una audizione alla Commissione Trasporti.
In questa polemica si aggiunge anche quella determinata dalla vendita del marchio. La base d’asta fissata dai commissari liquidatori di Alitalia, a detta dei vertici di ITA, sarebbe eccessivamente alta. I 290 milioni di euro richiesti non sono in linea con il valore attuale del marchio. Ed è ancora Altavilla a evidenziare come un brand indebitato per oltre 3,5 miliardi possa essere ceduto con una cifra così alta. Non si è fatta attendere la replica di dei Commissari di Alitalia che si trincerano dietro la stima di mercato commissionata con un perizia ad un professionista terzo. E’ innegabile il valore storico del brand Alitalia ma la progressiva perdita di reputazione nel tempo ha il suo peso sulla valutazione come hanno commentato altri esperti del settore.
Unica cosa certa in questa situazione fluida è che ITA decollerà il 15 ottobre, cioè quando Alitalia smetterà di volare. - (PRIMAPRESS)