Il Mascagni Festival di Livorno dopo il soul di Noemi porta sul palco la Banda dell’Esercito Italiano
- di RED-ROM
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(PRIMAPRESS) - LIVORNO - Con questa sera si chiude l'ultimo degli appuntamenti del Mascagni Festiva" nella terrazza a lui intitolata nella città di Livorno con la Banda dell’Esercito Militare Italiano diretta dal M° Magg. Filippo Cangiamila, che renderà omaggio al genio del compositore. Quest'evento segna un'eccezionale occasione per celebrare il 60° anniversario della fondazione della Banda, nata nel 1964, il complesso musicale tra i più rappresentativi della Forza Armata.
Ieri sera ad incendiare la piazza con le hit ed i brani della musica blues-soul e pop è stata Noemi che ha fatto danzare e cantare il pubbl8co livornese come un grande karaoke. Da “Per tutta la vita” o le iconiche “Vuoto a perdere” e le sanremesi “Glicine” e “Sono solo parole”. E poi le famosissime hit estive da “Makumba” a “Hula-hoop” e l’ultima “Non ho bisogno di te”. "Io ho iniziato a studiare pianoforte proprio attraverso i grandi compositori del passato – ha raccontato – da Beethoven a Debussy, fino proprio alle opere di Mascagni o Puccini. Quindi io penso che in qualche modo la musica sia stata sempre lo specchio dei suoi tempi, e tutti questi musicisti sono stati un po' dei fotografi del tempo in cui vivevano, e questo bisogna tenerlo in considerazione quando andiamo ad ascoltare le loro opere”. - (PRIMAPRESS)
Ieri sera ad incendiare la piazza con le hit ed i brani della musica blues-soul e pop è stata Noemi che ha fatto danzare e cantare il pubbl8co livornese come un grande karaoke. Da “Per tutta la vita” o le iconiche “Vuoto a perdere” e le sanremesi “Glicine” e “Sono solo parole”. E poi le famosissime hit estive da “Makumba” a “Hula-hoop” e l’ultima “Non ho bisogno di te”. "Io ho iniziato a studiare pianoforte proprio attraverso i grandi compositori del passato – ha raccontato – da Beethoven a Debussy, fino proprio alle opere di Mascagni o Puccini. Quindi io penso che in qualche modo la musica sia stata sempre lo specchio dei suoi tempi, e tutti questi musicisti sono stati un po' dei fotografi del tempo in cui vivevano, e questo bisogna tenerlo in considerazione quando andiamo ad ascoltare le loro opere”. - (PRIMAPRESS)