La doppia morale del ministro degli Esteri, Luigi Di maio sul caso Regeni e la vicenda delle fregate vendute all'Egitto
- di RED-ROM
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(PRIMAPRESS) - ROMA - La politica estera italiana è sempre più complessa da comprendere. La sensazione, anche dopo il giallo delle navi italiane vedute all’Egitto, è che il nostro paese agisca sempre come un Giano bifronte che da una parte tenta di mantenere la schiena dritta difronte agli abusi perpetrati nei confronti di nostri cittadini, dall’altra si piega davanti alla ragion di Stato degli scambi commerciali. Le spiegazioni del ministro degli Esteri Luigi Di Maio sui fatti di una presa di posizione sul caso Regeni: “Resta ferma la nostra incessante richiesta di progressi significativi nel le indagini sul caso del barbaro omicidio di Giulio Regeni” non collimano, però, con la vicenda delle due fregate Fremm costruite negli stabilimenti di Fincantieri e vendute all’Egitto mentre non si è fatto nessun passo avanti nell’individuare i colpevoli della morte del ricercatore italiano.
Qual è la morale che accompagna questi due atteggiamenti? Le dichiarazioni di Di Maio diventano a dir poco sibilline: ”Il governo e le istituzioni italiane continuano ad esigere la verità dalle autorità egiziane attraverso una reale, fattiva ed efficace cooperazione". Sul caso nelle navi militari vendute all’Egitto la procedura è tuttora in corso”.
Che cosa significa la procedura è ancora in corso? La vendita delle navi è subordinata ad una definitiva risposte sulla colpevolezza della morte di un cittadino italiano? L’Egitto, al momento, è uno dei più importanti acquirenti di materiale bellico per l’Italia e le due fregate al momento risultano vendute da Fincantieri, con il via libera di Palazzo Chigi.
Intanto Di Maio è finito anche nel vortice delle minacce via social che iniziano a far sentire un'aria pesante nel paese che arriva anche dallo stesso Sud da cui proviene il titolare della Farnesina. Oggi durante il question time in Aula alla Camera al ministro è arrivata la solidarietà di tutti i colleghi. - (PRIMAPRESS)