Magistratura, l'indagine di Perugia rivelerebbe la presenza di una presunta Loggia. I verbali secretati di Amara
- di RED-ROM
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(PRIMAPRESS) - ROMA - La bufera scoppiata all’interno del Consiglio Superiore della Magistratura dal dopo Palamara in poi rivela uno spaccato inquietante nell’organo di governo autonomo della magistratura italiana. L’ultimo capitolo, in ordine di tempo è la scoperta della presenza di una presunta loggia che potrebbe coinvolgere vari "pezzi" del Paese al centro del troncone d'indagine avviata dalla procura di Perugia. Cioè quella riferita ad alcune dichiarazioni dell’avvocato Piero Amara. Il fascicolo contente le dichiarazione è stato trasmesso dalla Procura di Milano a Perugia. Una delle piste è che alcuni "pezzi" delle istituzioni possano avere avuto l'obiettivo di condizionare le nomine in magistratura e anche altri settori del Paese. Ma gli accertamenti sono in fase iniziale e le ipotesi sono ancora tutte da verificare. Una vicenda complessa che ha preso inizio dal pm Paolo Storari che un anno fa aveva consegnato verbali secretati e fortemente compromettenti, all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo. Quel fascicolo secondo prassi doveva essere consegnato al Procuratore Capo di Milano, Francesco Greco. Storari non lo fece perché temeva che la procedura ufficiale consolidata potesse rallentare quanto meno l’esito del fascicolo. Preferì consegnare l’incartamento a Davigo che dopo poco andò in pensione.
I verbali, riguardano l’avvocato siciliano Piero Amara, arrestato nel 2018, indagato per i depistaggi dell’inchiesta Eni e per vari episodi di corruzione di giudici, 2 anni e 8 mesi di patteggiamento, e coinvolto anche nelle vicende dell’ex pm romano Luca Palamara, radiato dalla magistratura e accusato d’aver pilotato nomine in cambio di regali e favori ed infine per aver tirato in ballo l’ex premier Giuseppe Conte in una circostanza dove era consulente legale in una vendita immobiliare. - (PRIMAPRESS)