Mascherine fai da te: come "lavarsi le mani" dal problema. E se i commercianti chiedessero la restituzione di quelle sequestrate?
- di RED-ROM
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(PRIMAPRESS) - ROMA - Dall’Istituto Superiore di Sanità è arrivato il via libera alle mascherine fai da te. Soluzione di Governo alla Ponzio Pilato: non ci sono mascherine sufficienti e non si trovano in vendita a 50 centesimi perché chi ha riconvertito la produzione in Italia non ci sta con i costi nel prezzo calmierato. L’ISS chiarisce anche che il “fai da te” deve essere multistrato come se i cittadini italiani fossero un’azienda produttrice con un capitolato di prodotto. Del resto già l’ultimo provvedimento del Presidente del Consiglio ne aveva autorizzato la produzione: “Per la popolazione generale potranno essere utilizzate, in alternativa alle mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso”.
Ora che anche l’Istituto superiore di Sanità sembra dire che qualsiasi copertura per il viso è meglio di niente e proteggerà gli altri (in modo più o meno efficace) dal potenziale contagio ma lasciando aperta la questione della protezione “in entrata” che non è garantita oltre che dai materiali da quanto la mascherina si adatta e aderisce al viso, potrebbe esserci la reazione piccata dei commercianti.
Si perché, stando così le cose molti negozianti che si erano visti sequestrare le partite di mascherine non conformi per uso sanitario potrebbero richiedere la restituzione della merce?
Quelle stesse, a prezzo legittimo e non edulcorato potrebbero essere vendute? E se decidessero di intentare una class action nei confronti del Commissario Domenico Arcuri? L’uomo che su mandato del premier Conte sta coordinando in uno scenario caotico tutta la filiera di efficienza del sistema sanitario, comprese mascherine e respiratori di cui molte strutture non hanno visto traccia. - (PRIMAPRESS)
Ora che anche l’Istituto superiore di Sanità sembra dire che qualsiasi copertura per il viso è meglio di niente e proteggerà gli altri (in modo più o meno efficace) dal potenziale contagio ma lasciando aperta la questione della protezione “in entrata” che non è garantita oltre che dai materiali da quanto la mascherina si adatta e aderisce al viso, potrebbe esserci la reazione piccata dei commercianti.
Si perché, stando così le cose molti negozianti che si erano visti sequestrare le partite di mascherine non conformi per uso sanitario potrebbero richiedere la restituzione della merce?
Quelle stesse, a prezzo legittimo e non edulcorato potrebbero essere vendute? E se decidessero di intentare una class action nei confronti del Commissario Domenico Arcuri? L’uomo che su mandato del premier Conte sta coordinando in uno scenario caotico tutta la filiera di efficienza del sistema sanitario, comprese mascherine e respiratori di cui molte strutture non hanno visto traccia. - (PRIMAPRESS)