Terme Luigiane: 300 dipendenti senza lavoro e l’interrogazione della Lega per una vicenda che finirà alla Corte dei Conti
- di RED-ROM
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(PRIMAPRESS) - GUARDIA PIEMONTESE (COSENZA) – L’assurda vicenda delle Terme Luigiane, uno dei parchi termali più interessanti del Centro-Sud Italia nel Comune di Acquappesa, in provincia di Cosenza, rischia (e dovrebbe accadere) di diventare un caso nazionale. E non solo perché lo stabilimento termale non ha potuto riaprire mettendo a rischio la perdita di lavoro per 300 dipendenti ma per l’inadeguatezza di una politica miope sul territorio. Sintetizzando con grande sforzo la complessa vicenda tutto ha inizio dal mancato raggiungimento dell’accordo per l’utilizzo dell’acqua termale tra la società di gestione S.A.TE.CA. e i Comuni di Guardia Piemontese e Acquappesa. Nella scadenza della concessione al gestore i due comuni invece di rivedere un piano che riesaminasse i canoni ma considerasse anche il forte posizionamento di marketing turistico che le Terme Luigiane avevano conquistato con una offerta di qualità nel settore del wellness moderno tanto da avere apprezzamenti dalla stampa nazionale ed estera, sono intervenuti senza una motivata logica.
Una valutazione che doveva essere posta tra i requisiti di futuri gestori e invece, l’avviso esplorativo per la scelta dei nuovi gestori formulato dai due comuni ha prodotto solo la risposta di cinque aziende, tutte del territorio campano, tutte con esigue risorse disponibili, tutte operanti in settori lontani dal termalismo, essendosi occupate di fognature, pulizia delle strade e lavori edili. Tanto da interrogarsi su come sono stati formulati gli avvisi e quali requisiti specifici, oltre i canoni, erano stati richiesti considerato che questo segmento del turismo richiede una notevole specializzazione. Una sciatteria così evidente della pubblica amministrazione che ha finito per sollevare diversi dubbi.
Il risultato è una stagione turistica saltata in uno dei momenti più difficili del paese e per cui la Corte dei Conti dovrà probabilmente chiedere spiegazioni agli autori di questo caos.
È di queste ore una interrogazione del consigliere regionale della Lega, Pietro Molinaro trasmessa al Presidente della Giunta Regionale per chiedere chiarimenti sulla vicenda. Forse è solo l’inizio per capire il senso di questa assurda vicenda. Il tutto mentre sono a spasso centinaia di lavoratori specializzati: un paradosso, se si pensa alle centinaia di stabilimenti chiusi per mancanza di lavoro e con i sindacati che si affannano quotidianamente a trovare soluzioni anche fantasiose per non far perdere lavoro. - (PRIMAPRESS)
Una valutazione che doveva essere posta tra i requisiti di futuri gestori e invece, l’avviso esplorativo per la scelta dei nuovi gestori formulato dai due comuni ha prodotto solo la risposta di cinque aziende, tutte del territorio campano, tutte con esigue risorse disponibili, tutte operanti in settori lontani dal termalismo, essendosi occupate di fognature, pulizia delle strade e lavori edili. Tanto da interrogarsi su come sono stati formulati gli avvisi e quali requisiti specifici, oltre i canoni, erano stati richiesti considerato che questo segmento del turismo richiede una notevole specializzazione. Una sciatteria così evidente della pubblica amministrazione che ha finito per sollevare diversi dubbi.
Il risultato è una stagione turistica saltata in uno dei momenti più difficili del paese e per cui la Corte dei Conti dovrà probabilmente chiedere spiegazioni agli autori di questo caos.
È di queste ore una interrogazione del consigliere regionale della Lega, Pietro Molinaro trasmessa al Presidente della Giunta Regionale per chiedere chiarimenti sulla vicenda. Forse è solo l’inizio per capire il senso di questa assurda vicenda. Il tutto mentre sono a spasso centinaia di lavoratori specializzati: un paradosso, se si pensa alle centinaia di stabilimenti chiusi per mancanza di lavoro e con i sindacati che si affannano quotidianamente a trovare soluzioni anche fantasiose per non far perdere lavoro. - (PRIMAPRESS)