Tv: domani 7 a Presadiretta su Rai3 la ministra dell’Università Messa intervistata da Iacona sull’art.24
- di RED-ROM
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(PRIMAPRESS) - ROMA - Togliere l’articolo 24 che prevede concorsi solo per candidati interni, fondi per far rientrare i nostri ricercatori all’estero e abolire il concorso per le abilitazioni nazionali scientifiche. Sono i punti che verranno discussi con la ministra dell'Università Maria Cristina Messa nella puntata di domani di Presadiretta il programma su Rai3 condotto da Corrado Iacona.
“Un articolo di legge che era stato fatto per le progressioni interne e che doveva durare credo cinque anni c'è ancora adesso. E adesso che abbiamo il milleproroghe ci sono emendamenti in Parlamento per prolungare ulteriormente”.
“Dobbiamo lavorare sulla promozione delle carriere ma questo non vuol dire che debba essere fatto in questo modo” – aggiunge.
E come convincere le università a rinunciare ad assumere soprattutto candidati interni?
“Abbiamo già messo in atto alcune cose – spiega Messa - per cui ho aumentato per esempio i fondi per fare le chiamate dall'estero per riportare un po' dei nostri ricercatori che se ne sono andati, abbiamo inserito in legge di bilancio un aumento progressivo del fondo che finanzia le università che parte da 250 milioni quest'anno e arriva a 860 milioni nel 2025 però vincolando la parte relativa al reclutamento”. “Vogliamo premiare chi recluta i migliori e competizioni aperte” dice la ministra.
Per togliere poi dalle mani degli ordinari delle singole discipline il potere di decidere in anticipo chi farà carriera e chi no, Maria Cristina Messa propone di abolire il concorso per le abilitazioni nazionali scientifiche: “Oggi secondo me noi abbiamo una serie di indicatori freddi che possono essere pubblicati, non c'è bisogno di commissioni. È più semplice trovare una combinazione di questi indicatori, definire delle soglie e chi è sopra quella soglia può accedere e chi è sotto quella soglia non può accedere”.
“Le idee ci sono poi bisogna discutere con la comunità – aggiunge –. La comunità non è solo la comunità degli accademici. Dobbiamo coinvolgere in questo discorso chi sta fuori dall'accademia. Mi piacerebbe ripartire da un coinvolgimento della società e fare una seria discussione sui concorsi in Italia. Un tavolo che coinvolga politica magistratura, governo, Università stessa e rappresentanza di cittadini che affronti il tema” conclude la ministra. - (PRIMAPRESS)