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Giubileo 2025: rischi delle opere incompiute. Cittadini pronti a rivolgersi al Difensore Civico

  • di RED-ROM
  • in Italia
Giubileo 2025: rischi delle opere incompiute. Cittadini pronti a rivolgersi al Difensore Civico
(PRIMAPRESS) - ROMA - L'ombra delle incompiute del Giubileo 2025 si allungano sempre di più riportando alla memoria anche quello del 2015. Le centinaia di cantieri aperti e non attivi sono diventati solo grandi buche a cielo aperto che con la stagione delle piogge stanno creando pericolosi accumuli d'acqua nel sottosuolo. Le proteste dei cittadini crescono ma non c'è nessuna indicazione circa l'effettiva chiusura dei cantieri e il ripristino delle aree raccontate dal sito societagiubileo2025.it. La "consegna" della città con il maquillage dell'evento dovrebbe avvenire entro il 31 dicembre di quest'anno, cioè a meno di due mesi dalla scadenza. Un "obiettivo fantasioso" sostengono all'Ordine degli architetti e con il pericolo di lavori grossolani.  A settembre scorso l'Ispettorato del Lavoro aveva sospeso i lavori in via Ottaviano dove il sindaco Gualtieri  aveva assicurato che tutto era secondo il timing stabilito. E anche  Marco Sangiorgio, Ad della società Giubileo 2025 Spa, partecipata del Mef a cui è stata delegata la gestione dei lavori più importanti per il Giubileo 2025, era dovuto intervenire per assicurare il rispetto delle date fissate per la chiusura cantiere. Ma la società non ha fatto i conti con il meteo e via Ottaviano ora si presenta come un lago dove si specchiano i palazzi e dove i binari del tram sono completamente inghiottiti dall'acqua.
I comitati di quartiere hanno già deciso di chiamare in causa Alessandro Licheri, il Difensore Civico della Regione Lazio per spingere Comune e Giubileo 2025 a fornire informazioni precise. Stessa cosa su via della Stazione Vaticana, la strada della Porta del Perugino del Vaticano dove è stata trovata una tomba etrusca, ora ricoperta dal cantiere transennato è ormai fermo da settimane.
Dei giorni scorsi anche la polemica del "ponte" sulla Fontana di Trevi ipotizzata dal Comune per controllare il grande afflusso dei pellegrini. Ma anche quì architetti e paesaggisti storcono il naso per un'opera considerata invasiva ed impattante. - (PRIMAPRESS)