DECRETO FISCALE, GLI EMENDAMENTI SULL'IPPICA
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(PRIMAPRESS) - ROMA - Sono 12 gli emendamenti al decreto fiscale relativi all'ippica, presentati dai senatori dei vari partiti. In particolare, i leghisti Mura e Garavaglia chiedono che "per le scommesse a quota fissa su simulazione di eventi, aventi a oggetto corse di cavalli virtuali, l'80%" dell'imposta unica sulle giocate "è destinato all'Agenzia per lo sviluppo del settore ippico-ASSI per le attività di sostegno al settore ippico e all'organizzazione degli eventi sportivi ippici". In un altro emendamento - informa l'Agicos - i due senatori leghisti chiedono che il 2,5% del prelievo erariale unico venga assegnato, "in funzione del processo di risanamento finanziario e riassetto dei relativi settori, anche progressivamente, alle attività istituzionali del CONI nella misura dell'1% e all'ASSI nella misura dell'1,5%, con esclusione delle ordinarie esigenze di finanziamento della medesima ASSI, nonché all' ;incremento del montepremi e delle provvidenze per l'allevamento dei cavalli, in ogni caso in misura non superiore a 140 milioni di euro per ciascun ente". Mura e Garavaglia propongono inoltre, relativamente alle spese per il totalizzatore nazionale per la gestione delle scommesse ippiche, l'"eliminazione delle posizioni debitorie rispettivamente vantate alla data del 31 dicembre 2011 da AAMS e ASSI, nonché a decorrere dal 1° gennaio 2012 la ripartizione in parti uguali delle spese per il totalizzatore nazionale". Inoltre, i due esponenti leghisti chiedono "una diversa ripartizione della posta in gioco delle scommesse ippiche", in particolare per il concorso V7 "la percentuale destinata al montepremi variabile tra il 66 e il 74%, la percentuale complessiva destinata all'ASSI variabile tra il 19,29 e il 9,29% e l'imposta unica variabile tra il 3 e il 5,99%", per le scommesse ippiche a totalizzatore dette d'agen zia "le quote di prelievo sull'introito lordo delle scommesse a totalizzatore sulle corse dei cavalli a favore dell'ASSI sono variabili tra il 10 e il 34%, ai fini dell'applicazione dell'imposta unica si riduce la percentuale dal 15,7% al 10% a favore dell'ASSI la cui percentuale passa dal 41,8% al 47,5%; per le sole scommesse ippiche a quota fissa l'aliquota di imposta unica è pari all'1,5% della raccolta netta e la quota di prelievo destinata all'ASSI è pari al 3,56% della raccolta netta". I senatori del Pdl Tomassini e Pichetto Fratin chiedono la proroga per il 2012 dei benefici previsti dal decreto 185 da finanziare "attraverso la determinazione della quota parte delle entrate erariali ed extraerariali derivanti dai giochi pubblici con vincite in denaro da destinare all'ASSI".I due senatori del Pdl hanno proposto inoltre "l'unificazione dei totalizzatori per la gestione delle scommesse ippiche ". Numerosi sono gli emendamenti presentati dai senatori del Pd Vitali e Andria, in quali chiedono la proroga dei benefici previsti dal decreto 185 del 2008 "nella percentuale del 35%". da finanziare con l'aumento del Preu dello 0,03% a partire dal 1° gennaio 2012. Vitali e Andria chiedono inoltre "l'unificazione dei totalizzatori per la gestione delle scommesse ippiche, con la conseguente razionalizzazione dei costi tecnici e organizzativi". Andria ha presentato inoltre un emendamento in cui chiede di "definire compiti e funzioni degli operatori addetti al controllo e alla vigilanza delle corse, da inserire in un apposito albo tenuto dall'ASSI; e di prevedere il trasferimento ad apposite società partecipate dall'ASSI della gestione del sistema di controllo e vigilanza delle corse". I senatori del Pd Legnini e Andria chiedono infine di "consentire alle società di corse gerenti impianti ippici di progra mmare, organizzare e gestire corse dei cavalli all'interno dei propri impianti avvalendosi di risorse proprie, ai fini della predisposizione del montepremi". Infine sono due gli emendamenti presentati dai senatori di Coesione Nazionale: nel primo viene chiesta l'unificazione dei totalizzatori per la gestione delle scommesse ippiche, nel secondo la proroga al 2012 dei benefici previsti dal decreto 185 da finanziare attraverso un aumento dello 0,03% del Preu. - (PRIMAPRESS)