Monopattini elettrici: in Italia è scontro su misure più restrittive. Ecco cosa accade in Europa
- di RED-TOM
- in Tech
(PRIMAPRESS) - ROMA - La diffusione dei monopattini elettrici in Italia ma in particolare modo nelle grandi città come Roma e Milano, se da un lato ha stimolato una mobilità lèggerà nei centri storici, dall'altra ha creato reazioni in fatto di sicurezza e impatto visivo per il parcheggio indiscriminato su marciapiedi e davanti a monumenti. Proprio questi fatti stanno spingendo una parte dell'opinione pubblica a sollecitare una riforma del Codice della strada. Di qui le reazioni di associazioni di categoria e di skate sharing.
Ma com'è la situazione nel resto d'Europa?
La Francia ha emanato nuove regole per l'uso degli scooter elettrici nelle loro città. A partire dall'ultimo sabato di ottobre, i conducenti di e-scooter devono avere almeno 12 anni e non possono guidare sui marciapiedi. Entro il 2020, la velocità massima delle due ruote scenderà dagli attuali 30 mph (50 km/h). Gli skateboard elettrici non sono soggetti a una rigida regolamentazione in Francia. Rispettare le regole della strada e mantenere la sicurezza come priorità.
Gli scooter elettrici in Germania sono legali per l'uso su strade o strade ciclabili. La legge vieta il loro utilizzo in autostrada o strade pedonali e dovrebbe rimanere a 12,4 mph (20 km/h). Non hanno bisogno di patente, ma c'è un minimo di 14 anni di età. L'assicurazione è obbligatoria.
In Grecia, scooter elettrici e skateboard sono legali da usare. Non ci sono restrizioni su dove sono utilizzabili e mostrano di essere un successo tra ateniesi e tessalonicesi. Possono andare fino a 15,5 mph (25 km/h). I caschi sono obbligatori quando si utilizza la micromobilità elettrica.
L'Ungheria sta conducendo un programma pilota nel 2019 per comprendere l'impatto degli scooter elettrici a Budapest. Gli utenti devono avere almeno 18 anni.
in Italia le posizioni si stanno inasprendo. “Dopo oltre tre mesi di colloqui e la stesura di un protocollo di intesa, apprendiamo con stupore da fonti giornalistiche che il Mims è orientato a introdurre l’obbligo del casco per i maggiorenni che utilizzano il monopattino in sharing . Sarebbe una scelta drammatica per l’industria della mobilità sostenibile, non basata su dati oggettivi relativi agli incidenti. Da uno studio dell'’Osservatorio Sharing Mobility presso il Ministero dell’Ambiente emerge infatti come si verifichino 44 incidenti ogni 10mila monopattini in sharing, pari allo 0,004%. Numeri che indicano come in Italia non esista alcuna emergenza per i monopattini in sharing che giustifichino l’obbligo del casco per i maggiorenni”. Lo dichiara Assosharing, l’associazione che riunisce il comparto della mobilità sostenibile in sharing.
“L’obbligo del casco - continua l’associazione - renderebbe l'Italia una vera e propria anomalia su scala europea e condannerebbe il Paese agli ultimi posti della classifica sulla mobilità sostenibile. Sarebbe infatti una decisione che rischierebbe di indebolire un mercato in costante crescita, che può vantare il favore degli investitori anche internazionali, che ha attivato in poco tempo migliaia di posti di lavoro, soprattutto tra i giovani, e che sta ridisegnando le nostre città che puntano sulla sostenibilità, contribuendo ad abbattere l'inquinamento. Nel 2020 sono stati registrati 7,4 milioni di noleggi con un risparmio netto per la collettività, in termini ambientali, di due milioni di kg di CO2 rispetto a quelle emesse per percorrere gli stessi chilometri con un autoveicolo di media cilindrata. Auspichiamo che il Governo adotti scelte lungimiranti e in linea con gli altri Paesi europei, evitando che si inneschi una fuga dall’Italia da parte delle aziende”, conclude Assosharing. "Il timore è che si agisca sull'onda di una narrazione semplicistica e sensazionalistica, non considerando i numeri, non valutando la dinamica degli incidenti avvenuti e le proposte responsabili elaborate dal settore. Bisogna ricordare come la quasi totalità degli incidenti gravi abbia coinvolto i monopattini privati e non quelli della sharing mobility. Lo sharing è fra le realtà più sicure in assoluto su strada: i mezzi sono dotati di gps, assicurazione e regolatore di velocità da remoto che non consente manomissioni. Assosharing si è messa a disposizione per pianificare investimenti nelle città che consentano di pianificare nuove infrastrutture e parcheggi, a beneficio del decoro. Si impegna anche a implementare nuovi strumenti tecnologici di sicurezza sui mezzi. Si è inoltre già impegnata ad attuare, sin da subito, alcune importanti iniziative, tra cui la riduzione delle velocità massima di circolazione per i monopattini, riducendola da 25km/h a 20km/h, e l'obbligo di assicurazione RCT. Chiediamo quindi al Governo di non indebolire un pezzo importante dell'economia italiana, rendendo le nostre città luoghi meno sostenibili, con pesanti ricadute in termini di emissioni e inquinamento". - (PRIMAPRESS)
Ma com'è la situazione nel resto d'Europa?
La Francia ha emanato nuove regole per l'uso degli scooter elettrici nelle loro città. A partire dall'ultimo sabato di ottobre, i conducenti di e-scooter devono avere almeno 12 anni e non possono guidare sui marciapiedi. Entro il 2020, la velocità massima delle due ruote scenderà dagli attuali 30 mph (50 km/h). Gli skateboard elettrici non sono soggetti a una rigida regolamentazione in Francia. Rispettare le regole della strada e mantenere la sicurezza come priorità.
Gli scooter elettrici in Germania sono legali per l'uso su strade o strade ciclabili. La legge vieta il loro utilizzo in autostrada o strade pedonali e dovrebbe rimanere a 12,4 mph (20 km/h). Non hanno bisogno di patente, ma c'è un minimo di 14 anni di età. L'assicurazione è obbligatoria.
In Grecia, scooter elettrici e skateboard sono legali da usare. Non ci sono restrizioni su dove sono utilizzabili e mostrano di essere un successo tra ateniesi e tessalonicesi. Possono andare fino a 15,5 mph (25 km/h). I caschi sono obbligatori quando si utilizza la micromobilità elettrica.
L'Ungheria sta conducendo un programma pilota nel 2019 per comprendere l'impatto degli scooter elettrici a Budapest. Gli utenti devono avere almeno 18 anni.
in Italia le posizioni si stanno inasprendo. “Dopo oltre tre mesi di colloqui e la stesura di un protocollo di intesa, apprendiamo con stupore da fonti giornalistiche che il Mims è orientato a introdurre l’obbligo del casco per i maggiorenni che utilizzano il monopattino in sharing . Sarebbe una scelta drammatica per l’industria della mobilità sostenibile, non basata su dati oggettivi relativi agli incidenti. Da uno studio dell'’Osservatorio Sharing Mobility presso il Ministero dell’Ambiente emerge infatti come si verifichino 44 incidenti ogni 10mila monopattini in sharing, pari allo 0,004%. Numeri che indicano come in Italia non esista alcuna emergenza per i monopattini in sharing che giustifichino l’obbligo del casco per i maggiorenni”. Lo dichiara Assosharing, l’associazione che riunisce il comparto della mobilità sostenibile in sharing.
“L’obbligo del casco - continua l’associazione - renderebbe l'Italia una vera e propria anomalia su scala europea e condannerebbe il Paese agli ultimi posti della classifica sulla mobilità sostenibile. Sarebbe infatti una decisione che rischierebbe di indebolire un mercato in costante crescita, che può vantare il favore degli investitori anche internazionali, che ha attivato in poco tempo migliaia di posti di lavoro, soprattutto tra i giovani, e che sta ridisegnando le nostre città che puntano sulla sostenibilità, contribuendo ad abbattere l'inquinamento. Nel 2020 sono stati registrati 7,4 milioni di noleggi con un risparmio netto per la collettività, in termini ambientali, di due milioni di kg di CO2 rispetto a quelle emesse per percorrere gli stessi chilometri con un autoveicolo di media cilindrata. Auspichiamo che il Governo adotti scelte lungimiranti e in linea con gli altri Paesi europei, evitando che si inneschi una fuga dall’Italia da parte delle aziende”, conclude Assosharing. "Il timore è che si agisca sull'onda di una narrazione semplicistica e sensazionalistica, non considerando i numeri, non valutando la dinamica degli incidenti avvenuti e le proposte responsabili elaborate dal settore. Bisogna ricordare come la quasi totalità degli incidenti gravi abbia coinvolto i monopattini privati e non quelli della sharing mobility. Lo sharing è fra le realtà più sicure in assoluto su strada: i mezzi sono dotati di gps, assicurazione e regolatore di velocità da remoto che non consente manomissioni. Assosharing si è messa a disposizione per pianificare investimenti nelle città che consentano di pianificare nuove infrastrutture e parcheggi, a beneficio del decoro. Si impegna anche a implementare nuovi strumenti tecnologici di sicurezza sui mezzi. Si è inoltre già impegnata ad attuare, sin da subito, alcune importanti iniziative, tra cui la riduzione delle velocità massima di circolazione per i monopattini, riducendola da 25km/h a 20km/h, e l'obbligo di assicurazione RCT. Chiediamo quindi al Governo di non indebolire un pezzo importante dell'economia italiana, rendendo le nostre città luoghi meno sostenibili, con pesanti ricadute in termini di emissioni e inquinamento". - (PRIMAPRESS)