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I cinghiali nella Valle Caudina: un problema da risolvere

  • di Alessandro Covino
  • in Campania
I cinghiali nella Valle Caudina: un problema da risolvere
(PRIMAPRESS) - AVELLINO - Chi di noi in queste calde sere d'estate, durante la salutare passeggiata da e per Cassano Caudino in cerca di frescura, non si è ancora imbattuto in qualche ungulato suino? In molti hanno segnalato la loro presenza e la loro pericolosità. Spesso si avventano sui sacchetti che contengono i rifiuti in cerca di cibo, incuranti della presenza dell'uomo. Il fatto è che da alcuni anni i  cinghiali stanno spopolando. Se un paio di decenni fa la loro comparsa sul nostro territorio fu salutata con entusiasmo dagli amanti della natura, oggi la loro rapida diffusione sta creando un enorme problema alle popolazioni locali. I danni vanno soprattutto a scapito dell’agricoltura contadina, in quelle aree marginali e collinari che avrebbero bisogno di maggiore sostegno e che svolgono un ruolo essenziale per la tutela del territorio. I motivi dell’espansione del cinghiale negli ultimi decenni sono ormai noti. L’abbandono di agricoltura e allevamento con conseguente espansione di foreste e boscaglie ha creato nuovi habitat ed elevata disponibilità di cibo. Coldiretti, la principale organizzazione di categoria del mondo agricolo, ha sempre riposto maggiore fiducia nelle doppiette, con la richiesta di ampliare la caccia anche nelle zone di riserva. Lo scorso novembre ha portato migliaia di agricoltoriallevatori e pastori giunti da tutte le regioni in piazza Montecitorio davanti al Parlamento per sollevare la questione, e un messaggio che sembra voler chiedere più libertà di caccia. «L’eccessiva presenza di selvatici rappresenta un rischio» evidenzia la Coldiretti, per l’agroalimentare italiano, visto che proprio nei piccoli comuni sotto i 5 mila abitanti «si concentra il 92% delle produzioni tipiche nazionali (secondo lo studio Coldiretti/Symbola) con ben 270 dei 293 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) italiani riconosciuti dall’Unione europea». Molti anziani che dalla primavera erano soliti allestire colture con ortaggi e  prodotti del periodo, dopo aver subito più devastazioni da parte di orde di cinghiali, hanno deciso di non allestire più alcun tipo di coltura. La conseguenza è che un territorio già desertificato in gran parte, ora è diventato il regno di questi suini. La gente ha paura ad allontanarsi da sola. Anche molti automobilisti hanno subito danni a causa dell'improvviso attraversamento della carreggiata da parte degli animali. Non va infine sottaciuto il fenomeno del commercio illegale di queste carni, senza nessun controllo sanitario, particolarmente lucroso per cacciatori e ristoratori. Noi non siamo esperti del settore, ma pensiamo che invece degli abbattimenti mirati, potrebbe essere più utile una campagna di sterilizzazione  della specie attraverso la somministrazione di farmaci che rendano sterili sia i maschi che le femmine. In ogni caso chiediamo alle competenti autorità che si facciano carico del problema e lo affrontino in maniera concreta. - (PRIMAPRESS)