Nino Galloni dal capoluogo siciliano propone una nuova economia per l'Italia
- di RED COM
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(PRIMAPRESS) - PALERMO - Molti cittadini hanno preso parte all’evento tenuto venerdì alla Fonderia Reale di Palermo alla presenza di Nino Galloni, esperto di economia, per discutere dei cambiamenti geopolitici nell’area del Mediterraneo e dello sviluppo della nuova Europa.
L’incontro organizzato dalla consigliera comunale Federica Aluzzo (MOV139)con il capogruppo Aurelio Scavone ed il consigliere Alberto Mangano e dal capogruppo di Italia dei Valori Filippo Occhipinti ha visto l’intervento di altri movimenti e forze politiche della sinistra cittadina, che a partire da “Sottosopra” avevano già aperto un confronto come: Sel con Erasmo Palazzotto, deputato nazionale (Commissione Esteri) e Rifondazione Comunista con Frank Ferlisi.
Galloni, autore di numerosi saggi di economia che trattano in maniera particolare di mercato, finanza e sovranità monetaria, ha ricoperto diversi incarichi e ruoli per i ministeri del Bilancio e del Lavoro e oggi è membro effettivo nel collegio dei Sindaci all’Inps; rappresenta quindi un consulente autorevole per la politica culturale autonoma e libera da condizionamenti di imprese di banche o della grande finanza.
E sempre Galloni ha fatto un excursus della storia dell’economia italiana per arrivare alla situazione odierna in un’ottica internazionale; dal 2001 è iniziata la grave crisi. In 14 anni di promesse di crescita, in realtà sono stati creati 800.000 miliardi di derivati (di primo grado) 3,2 milioni di altre tipologie di derivati per un totale di 4 milioni di miliardi di titoli tossici cioè 54 volte il PIL mondiale. Però l’Unione Europea si lamenta del Debito dei singoli paesi!
Inoltre, in questi ultimi anni la massa di liquidità che arriva alla banche è limitata per le imprese e il paradosso è che la manovra attuale del quantitative leasing serve ad aumentare ulteriormente la loro liquidità! Tutte le manovre imposte dall’UE, tipo Spending Review, Fiscal Compact, secondo Galloni, non servono ad aiutare l’economia dello Stato, ma a rendere gli Stati dell’eurozona debitori inaffidabili in modo da liberarsi dei loro titoli così il mercato secondario galoppa. Il tutto a discapito dei cittadini che perdono il lavoro, la casa sino ad arrivare al gesto estremo del suicidio. Di fronte a questo scenario sembra naturale volersi liberare sia dei vincoli imposti dall’UE che dalla moneta unica che così come è stata disegnata si sta rivelando fallimentare.
"Ma parlare solo se uscire o no dall’euro oggi - si è detto durante la conferenza - di fronte all’evoluzione del panorama internazionale è riduttivo. Dall’euro stiamo già uscendo anche se non se ne parla". La Grecia è già uscita dell’euro perché sta emettendo moneta alternativa (fiduciaria), come dei buoni con cui paga i disoccupati e che poi servono per pagare i servizi ad esempio le scuole. Il problema non è l’Euro, l’euro è solo la Gabbia; il problema sono le oligarchie europee! E in ogni caso se l’Italia dovesse uscire dall’euro, dovrebbe ritornare alle condizioni pre-1981, altrimenti non avrebbe senso.
Le soluzioni proposte da Galloni per superare questa situazione sono:
- Netta separazione tra istituti di credito, operanti nel credito verso i soggetti dell'economia reale, e soggetti finanziari che operano sui mercati speculativi, ovvero su quella parte di scambi economici puramente finanziari. La grande finanza si combatte abbandonandola a se stessa;
- Adozione di Moneta Fiduciaria sino al ripristino della Sovranità monetaria;
- Ritorno al Modello espansivo keynesiano.
Il tutto va inquadrato all’interno dei cambiamenti geopolitici che stanno avvenendo nell’area del Mediterraneo:
- Gli Stati Uniti 5 anni fa hanno deciso di volersi disimpegnare dall’area del Mediterraneo.
Oggi Israele si oppone agli accordi sul nucleare perché l’IRAN vuole riconoscere lo Stato di Palestina. In questa maniera scomparirebbe la principale causa di conflitto in Medioriente e questo non conviene alla grande Finanza perché se cessa il conflitto la Finanza crolla.
Come ha ricordato Palazzotto anche l’industria bellica trae vantaggio dai conflitti; nell’ultimo Decreto missioni, l’Italia ha previsto 132 milioni di euro per contrastare l’Isis;. 7 milioni al mese per funzionamento mezzi.. ma da usare dove e quando non è dato saperlo.
- Sta nascendo una forte coalizione Grecia-Russia.
La domanda cruciale è: ma in questo scenario l’Italia dove si colloca? Da che parte vuole stare?
Pur non essendo economisti, tutti gli intervenuti al convegno concordano sulla necessità di un cambiamento perché “se ci vogliono far credere che se si rompe questo sistema si entra nell’inferno, facciamo notare che nell’inferno già ci siamo”.
Di fronte a questo scenario, afferma la Consigliera Aluzzo, diventa urgente e necessario far aumentare la consapevolezza su questi temi e far uscire dall’isolamento tutti i partiti e movimenti di sinistra, per disegnare un nuovo modello sociale che poi venga adottato dai vertici politici e dalle istituzioni. A chi conviene? Ai popoli dell’eurozona e quindi anche ai cittadini di Palermo, che anche se a volte lo dimenticano, ne fanno parte. L’Eurozona non è una realtà distante, lontana, che riguarda altri, ne siamo dentro fisicamente e politicamente e soprattutto economicamente. Quindi occorre ampliare la visione e capire che se manca il lavoro a Palermo, a parte motivi storici, bisogna ricercare le cause anche nelle politiche europee e nel meccanismo dell’euro voluto dalla grande finanza alleata alla borghesia degli stati membri. Coalizione di sinistra, quindi, che parta dal basso coinvolgendo imprese, sindacati, disoccupati e studenti e cominciare a ragionare insieme sulla possibilità di creare una moneta fiduciaria siciliana che possa essere diffusa anche in Italia (già promossa anche con atti legislativi dal Comitato Cambiamo l’Euro). Altrimenti lasceremo che questi temi vengano trattati solo dalle destre estremiste con le conseguenze che ne possono derivare. - (PRIMAPRESS)
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