Ambiente: il Parlamento europeo aggiorna la "Convenzione di Aarhus" aprendo a semplici cittadini l'accesso alla giustizia ambientale
- di RED-ROM
- in Europa
(PRIMAPRESS) - BRUXELLES - Il Parlamento Europeo ha raggiunto un accordo per rivedere ed aggiornare alcune parti del regolamento di Aarhus. Si tratta della "Convenzione sull'accesso alle informazioni, la partecipazione dei cittadini e l'accesso alla giustizia in materia ambientale" che fu firmata nella cittadina di Aarhus, in Danimarca, nel 1998 per poi entrare in vigore nel 2001.
"L'UE e i suoi Stati membri - si legge nella nota di Bruxelles - sono fortemente impegnati nei principi della Convenzione di Aarhus e l'accordo raggiunto migliora il modo in cui attuarli. Ha detto Tamara Weingerl Požar, Vice Rappresentante Permanente della Slovenia presso l’UE.
In sostanza l’aggiornamento prevede di estendere a qualsiasi cittadino che dimostri di essere stato leso nei suoi diritti ambientali ma che questi abbiano leso anche una intera comunità. In alternativa una raccolta di firma di minimo 4mila persone di una comunità, possono sollevare un’istanza di riconoscimento del danno purché questi risultino appartenenti almeno a 5 stati membri. Un’estensione al vecchio accordo che potrebbe, secondo alcuni, un meccanismo perverso per bloccare progetti su determinati territori. Grandi opere di sviluppo come era stato per la Tav o i gasdotti con questo accordo potrebbero finire con procedimenti davanti alle Corti europee. E’ quello che bisognerà chiarire in tempi brevi. - (PRIMAPRESS)
"L'UE e i suoi Stati membri - si legge nella nota di Bruxelles - sono fortemente impegnati nei principi della Convenzione di Aarhus e l'accordo raggiunto migliora il modo in cui attuarli. Ha detto Tamara Weingerl Požar, Vice Rappresentante Permanente della Slovenia presso l’UE.
In sostanza l’aggiornamento prevede di estendere a qualsiasi cittadino che dimostri di essere stato leso nei suoi diritti ambientali ma che questi abbiano leso anche una intera comunità. In alternativa una raccolta di firma di minimo 4mila persone di una comunità, possono sollevare un’istanza di riconoscimento del danno purché questi risultino appartenenti almeno a 5 stati membri. Un’estensione al vecchio accordo che potrebbe, secondo alcuni, un meccanismo perverso per bloccare progetti su determinati territori. Grandi opere di sviluppo come era stato per la Tav o i gasdotti con questo accordo potrebbero finire con procedimenti davanti alle Corti europee. E’ quello che bisognerà chiarire in tempi brevi. - (PRIMAPRESS)