Usa: la guerra ai simbolismi nell'onda lunga della protesta antirazzista dopo la morte di Floyd
- di RED-ROM
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(PRIMAPRESS) - WASHINGTON - L’onda lunga ed inaspettata delle proteste antirazziste generate dopo la morte dell’afroamericano George Floyd per mano della polizia di Minneapolis, stanno innescando il fenomeno di una simbologia antagonista al suprematismo bianco. Ad Atlanta, si marcia sulla corsia sinistra di Freedom Parkway, la strada dedicata nel 2018 all'attivista e deputato afroamericano John Lewis. Il fratello di George Floyd, Philonise, manifesta su Black Lives Matter Plaza street la strada vicino alla Casa Bianca intitolata al movimento contro il razzismo. A New York il raduno dei manifestanti è a Washington Square Park, la piazza intitolata al primo presidente degli Stati Uniti d’America.
Nella guerra ai simbolismi e alla memoria di personaggi che hanno favorito repressioni razziali, si unisce anche la Speaker della Camera, Nancy Pelosi che ha chiesto la rimozione di una decina di statue degli Stati Confederati nelle sale del Congresso. In una lettera alla commissione congiunta di Camera e Senato che si occupa della biblioteca e della collezione di statue di Capitol Hill, Pelosi ha chiesto di "cominciare a rimuovere immediatamente" quelle statue che rappresentano uomini associati alla storia confederata fatta di razzismo e schiavitù. - (PRIMAPRESS)