Festival di Cannes: quattro documentari raccontano l'incontro del gruppo rock Sqürl con Man Ray
- di RED-ROM
- in Cinema & Teatro
(PRIMAPRESS) - CANNES - L'incontro tra cinema e fotografia al Festival di Cannes in 'Le Retour à la raison' in una serie di cortometraggi quando Jim Jarmusch e Carter Logan, fondatori del gruppo rock alternativo Sqürl, incontrarono Man Ray. In Le Retour à la raison, proiettato a Cannes Classics in sua presenza, il duo newyorkese mette in musica la sequenza di quattro cortometraggi del pittore e fotografo surrealista per il centenario della sua attività. Dopo la loro collaborazione al lungometraggio Only Lovers Left Alive (2013), selezionato a Cannes nel 2013, Jim Jarmusch e Carter Logan tornano al centro di un progetto musicale cinematografico sotto forma di esplorazione sonora.
Il regista e il produttore americano hanno riformato il loro duo, Sqürl, per cogliere l'opera surrealista prodotta da Man Ray dietro la macchina da presa. Jim Jarmusch e Carter Logan hanno immaginato le musiche per quattro film muti del fotografo: Return to Sanity (1923, 19 minuti), Emak Bakia (Leave Me Alone, 1926, 19 minuti), Starfish (1928, 17 minuti) e The Mysteries of il castello dei dadi (1929, 25 minuti).
Il gruppo ha riunito i quattro film in un unico oggetto artistico e ha immaginato una colonna sonora semi-improvvisata che si basa su loop, sintetizzatori ed effetti per chitarra, in una vena profondamente sperimentale per creare uno shock visivo, sonoro e musicale. Il risultato rivela anche il dialogo inedito tra due artisti multidisciplinari e forma un oggetto non identificato, una musica visiva che tocca con la sua modernità e poesia. - (PRIMAPRESS)
Il regista e il produttore americano hanno riformato il loro duo, Sqürl, per cogliere l'opera surrealista prodotta da Man Ray dietro la macchina da presa. Jim Jarmusch e Carter Logan hanno immaginato le musiche per quattro film muti del fotografo: Return to Sanity (1923, 19 minuti), Emak Bakia (Leave Me Alone, 1926, 19 minuti), Starfish (1928, 17 minuti) e The Mysteries of il castello dei dadi (1929, 25 minuti).
Il gruppo ha riunito i quattro film in un unico oggetto artistico e ha immaginato una colonna sonora semi-improvvisata che si basa su loop, sintetizzatori ed effetti per chitarra, in una vena profondamente sperimentale per creare uno shock visivo, sonoro e musicale. Il risultato rivela anche il dialogo inedito tra due artisti multidisciplinari e forma un oggetto non identificato, una musica visiva che tocca con la sua modernità e poesia. - (PRIMAPRESS)