Film: l’anteprima del documentario MOI 392, la tragica storia della scultrice Camille Claudel (1864-1943)
- di RED-ROM
- in Cinema & Teatro
(PRIMAPRESS) - ROMA - Proiezione in anteprima a Roma, sabato 11 marzo (18:30), nello spazioScena, il film-documentario MOI 392, un progetto cinematografico scritto da Chiara Pasetti, con la regia di Mario Molinari, dedicato alla scultrice francese Camille Claudel (1864-1943).
Liberamente tratto dalla Correspondance e pubblicato nel libro Mademoiselle Camille Claudel e Moi (ed. Aragno 2016, seconda edizione marzo 2023), il testo è stato concepito per il monologo teatrale MOI, che vede in scena Lisa Galantini diretta da Alberto Giusta: uno spettacolo che ha debuttato nel settembre del 2016 nell’ex ospedale psichiatrico di Quarto-Genova e che da allora è stato sui palcoscenici di numerosi teatri italiani e in Svizzera e continua ad essere rappresentato.
Il film è affidato ad una suggestiva narrazione che vede protagoniste le voci recitanti della stessa Galantini, nei panni di Camille Claudel, di Massimo Popolizio, interprete di due lettere di Auguste Rodin a Camille negli anni del loro amore e di Anna Bonaiuto che recita la lettera di condoglianze per la sua morte, inviata dal cappellano del manicomio di Montdevergues al fratello Paul Claudel il 20 ottobre del 1943. La storia di Camille Claudel è tanto appassionante quanto drammatica, e ancora troppo poco conosciuta, specialmente in Italia. Scultrice e artista di eccezionale talento, frequentò l’Accademia Colarossi a Parigi dove conobbe Auguste Rodin, di cui divenne allieva e modella e con il quale intrecciò una relazione tormentata, dall’epilogo doloroso per entrambi. Agli inizi del Novecento, nonostante fosse all’apice del successo, si isolò sempre di più fino a condurre una vita estremamente solitaria. Nel marzo del 1913, pochi giorni dopo la morte del padre, venne internata presso la clinica psichiatrica di Ville-Évrard su richiesta della madre e del fratello Paul. L’anno successivo venne trasferita presso l’asilo pubblico per alienati mentali di Montdevergues presso Avignone, dove restò fino alla morte avvenuta a quasi settantanove anni, il 19 ottobre del 1943.
Morì sola, abbandonata da tutti, dopo trent’anni di internamento in manicomio. Venne sepolta nel cimitero dell’ospedale in una fossa comune. Nemmeno il suo nome sulla lapide, ma l’anno del decesso e il suo numero di matricola: 392. Da questo particolare biografico, tragico e commovente, prende spunto il titolo del progetto cinematografico MOI 392, condotto sullo stesso testo del monologo teatrale,
Nel lungometraggio figurano dei disegni di Mimmo Lombezzi e dei filmati realizzati da Giacomo Doni in diversi ex manicomi italiani dal 2007 al 2016. - (PRIMAPRESS)
Liberamente tratto dalla Correspondance e pubblicato nel libro Mademoiselle Camille Claudel e Moi (ed. Aragno 2016, seconda edizione marzo 2023), il testo è stato concepito per il monologo teatrale MOI, che vede in scena Lisa Galantini diretta da Alberto Giusta: uno spettacolo che ha debuttato nel settembre del 2016 nell’ex ospedale psichiatrico di Quarto-Genova e che da allora è stato sui palcoscenici di numerosi teatri italiani e in Svizzera e continua ad essere rappresentato.
Il film è affidato ad una suggestiva narrazione che vede protagoniste le voci recitanti della stessa Galantini, nei panni di Camille Claudel, di Massimo Popolizio, interprete di due lettere di Auguste Rodin a Camille negli anni del loro amore e di Anna Bonaiuto che recita la lettera di condoglianze per la sua morte, inviata dal cappellano del manicomio di Montdevergues al fratello Paul Claudel il 20 ottobre del 1943. La storia di Camille Claudel è tanto appassionante quanto drammatica, e ancora troppo poco conosciuta, specialmente in Italia. Scultrice e artista di eccezionale talento, frequentò l’Accademia Colarossi a Parigi dove conobbe Auguste Rodin, di cui divenne allieva e modella e con il quale intrecciò una relazione tormentata, dall’epilogo doloroso per entrambi. Agli inizi del Novecento, nonostante fosse all’apice del successo, si isolò sempre di più fino a condurre una vita estremamente solitaria. Nel marzo del 1913, pochi giorni dopo la morte del padre, venne internata presso la clinica psichiatrica di Ville-Évrard su richiesta della madre e del fratello Paul. L’anno successivo venne trasferita presso l’asilo pubblico per alienati mentali di Montdevergues presso Avignone, dove restò fino alla morte avvenuta a quasi settantanove anni, il 19 ottobre del 1943.
Morì sola, abbandonata da tutti, dopo trent’anni di internamento in manicomio. Venne sepolta nel cimitero dell’ospedale in una fossa comune. Nemmeno il suo nome sulla lapide, ma l’anno del decesso e il suo numero di matricola: 392. Da questo particolare biografico, tragico e commovente, prende spunto il titolo del progetto cinematografico MOI 392, condotto sullo stesso testo del monologo teatrale,
Nel lungometraggio figurano dei disegni di Mimmo Lombezzi e dei filmati realizzati da Giacomo Doni in diversi ex manicomi italiani dal 2007 al 2016. - (PRIMAPRESS)