Il "Miles gloriosus" di Ragni non tradisce l'originale
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- in Cinema & Teatro
(PRIMAPRESS) - NAPOLI - Proseguiranno fino a domenica 8 gennaio, all'Arca's Teatro di via Veterinaria, 63 a Napoli, le repliche del "Miles gloriosus" di Plauto diretto da Michelangelo Ragni. In scena, Marcello Raimondi, Peppe Carosella, Anita Pavone, Maria Paola Marino, Antonio Torino, Pino Salvati ed Eleonora Fardella. "La trama, già nota ai più - scrive Ludovica Canzano in una sua recensione - non è delle più intricate e ruota intorno ad un intrigo amoroso e a una beffa. Il soldato vanaglorioso Pirgopolinice rapisce una giovane cortigiana mentre il suo amato è lontano ma grazie a una serie di casualità, all'astuzia del servo Palestrione e alla complicità di alcune figure, i due amanti riusciranno a ricongiungersi e il soldato resterà gabbato dal suo stesso narcisismo finendo sotto una pioggia di bastonate".
"La scenografia - rileva ancora la Canzano - riesce a ricostruire l'illusione del teatro latino antico in legno e mobile, con la tradizionale scaenae frons comica costituita da due ingressi che rappresentano rispettivamente la casa del miles e del suo vicino. Il prologo, che solo in un secondo momento riprende la sua veste narrativa con il racconto dell'antefatto, è inizialmente programmatico e offre chiari indizi dell'impostazione generale della pièce. La regia mostra di aver fatto proprio l'insegnamento di Plauto avvalendosi di espedienti teatrali come improperio, turpiloquio, pernacchie, scurrilità, doppi sensi, ma allo stesso tempo si prende la licenza di canzonarlo dal momento che preso così com'è, a distanza di secoli, avrebbe perso parte della sua brillante comicità. Ecco, dunque, che la vicenda si sposta dalla Grecia al litorale campano e gli attori recitano in dialetto napoletano, nel desiderio, condiviso col sarsinate, di avvicinarsi maggiormente alla lingua del popolo. Gli stessi nomi, che secoli fa contenevano già in sé una vis comica generata dalla loro particolare costruzione, risultano oggi pesanti e complicati, così come lo sarebbe il coro, stilizzato, quindi, in una serie di burattini dal tono patetico".
"Gli attori, orchestrati da Marcello Raimondi nei panni del servus callidus Palestrione, mostrano - secondo la Canzano - una mimica particolarmente accentuata che sembra fare eco alle espressioni enfatizzate e i tratti pronunciati delle antiche maschere teatrali. Ne risulta un lavoro ben articolato, una rielaborazione che non tradisce l'originale e che centra in pieno l'obiettivo principale, divertire il pubblico che risponde con fragorosi applausi".
Si replica tutti i giorni, ftranno il 2 gennaio, alle ore 21. Il 26 dicembre e l'8 gennaio spettacolo alle ore 18,30. - (PRIMAPRESS)
"La scenografia - rileva ancora la Canzano - riesce a ricostruire l'illusione del teatro latino antico in legno e mobile, con la tradizionale scaenae frons comica costituita da due ingressi che rappresentano rispettivamente la casa del miles e del suo vicino. Il prologo, che solo in un secondo momento riprende la sua veste narrativa con il racconto dell'antefatto, è inizialmente programmatico e offre chiari indizi dell'impostazione generale della pièce. La regia mostra di aver fatto proprio l'insegnamento di Plauto avvalendosi di espedienti teatrali come improperio, turpiloquio, pernacchie, scurrilità, doppi sensi, ma allo stesso tempo si prende la licenza di canzonarlo dal momento che preso così com'è, a distanza di secoli, avrebbe perso parte della sua brillante comicità. Ecco, dunque, che la vicenda si sposta dalla Grecia al litorale campano e gli attori recitano in dialetto napoletano, nel desiderio, condiviso col sarsinate, di avvicinarsi maggiormente alla lingua del popolo. Gli stessi nomi, che secoli fa contenevano già in sé una vis comica generata dalla loro particolare costruzione, risultano oggi pesanti e complicati, così come lo sarebbe il coro, stilizzato, quindi, in una serie di burattini dal tono patetico".
"Gli attori, orchestrati da Marcello Raimondi nei panni del servus callidus Palestrione, mostrano - secondo la Canzano - una mimica particolarmente accentuata che sembra fare eco alle espressioni enfatizzate e i tratti pronunciati delle antiche maschere teatrali. Ne risulta un lavoro ben articolato, una rielaborazione che non tradisce l'originale e che centra in pieno l'obiettivo principale, divertire il pubblico che risponde con fragorosi applausi".
Si replica tutti i giorni, ftranno il 2 gennaio, alle ore 21. Il 26 dicembre e l'8 gennaio spettacolo alle ore 18,30. - (PRIMAPRESS)