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Locanda de foris, a Teano il passato ha un gusto straordinario

(PRIMAPRESS) - TEANO - La Locanda de foris, un tempo lontano, era un monastero di monache di clausura, a pochi metri dalla cosiddetta “portella”, l’unico accesso pedonale alla città medioevale di Teano. Oggi è un punto di riferimento irrinunciabile per tutti coloro i quali intendono apprezzare le specialità del patrimonio agroalimentare del territorio che circonda il suggestivo borgo dell’alto casertano. Lo chef patron Pietro Balletta è un ottimo ispiratore che accompagna gli ospiti in un viaggio che attraversa i sapori. Il cece di Teano, conosciuto anche come “cece piccolo riccio”, varietà antica a rischio di estinzione che dal 2018 è tutelata come Presidio Slow Food, il fagiolo “a pizzella” e la rinomata nocciola mortarella. Questi gli elementi base della proposta gastronomica dello chef. Se i ceci di Teano vanno a sposarsi con la pasta mischiata e i fagioli a pizzella con il baccalà mantecato, le nocciole vanno a completare le tagliatelle con salsa di finocchio. Anche tra le carni la preferenza viene data a quelle di bufalo e di suino nero di razza casertana, non a caso conosciuto anche col nome di “pelatello teanese”. Balletta, “sidicino doc” ritornato nella sua Teano dopo tante esperienze nelle cucine di diverse zone d’Italia e non solo, fa della territorialità e della stagionalità dei prodotti il suo punto di forza. - (PRIMAPRESS)