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Vino, una giornata di Luce a Roma con degustazione e cena

(PRIMAPRESS) - ROMA – Venti vendemmie, due mondi enologici diversi come genitori, tanti pregiudizi ma alla fine Luce della Vite si conferma come un grande vino italiano a tutti gli effetti. I riflettori si sono accesi su questo particolare prodotto di casa Frescobaldi in un doppio appuntamento romano venerdì 21 febbraio, prima degustazione verticale di tutte le annate prodotte con la FIS (o AIS Roma in base agli schieramenti e in attesa di un pronunciamento definitivo sull’uso delle sigle da stabilire probabilmente in sede legale) di Franco Maria Ricci e poi cena a “Il Convivio Troiani” in via dei Soldati. Esperti e sommelier nel pomeriggio, stampa specializzata nella serata con un giusto spazio all’emergente mondo dei blogger. Luce Frescobaldi Luce della Vite è un unicum nel panorama enologico nazionale, essendo nato dall’unione tra i Frescobaldi e Robert Mondavi, figlio di emigranti italiani che ha dato vita a un impero nell’allora emergente Napa Valley. Una “joint venture” che ha subito molte critiche, perché ha dato vita a un vino che all’epoca, unendo il toscanissimo Sangiovese con l’internazionale Merlot, sembrava volesse strizzare l’occhio ai mercati esteri sull’onda del gusto morbido e facile senza apportare nulla in più. A venti anni da quella scommessa molte cose sono cambiate, Luce della Vite dal 2004 è rimasto nelle sole mani dei Frescobaldi – in particolare in quelle di Lamberto che l’ha ricevuto dal padre Vittorio – dopo che la Mondavi è stata acquisita dal colosso Constellation Brands. “Prima si parlava tra due persone, poi con l’avvento di un gruppo come Constellation avevamo perso interlocutori e abbiamo preferito proseguire da soli”, questo a grandi linee il racconto di Lamberto Frescobaldi alla cena romana, nella quale si è degustato Luce 2010, 2011 (in anteprima), Luce Brunello di Montalcino 2009 e un incredibile Luce 2000, fresco e assolutamente non semplice. Un vino che, per costo e progettazione, raggiunge comunque più facilmente i mercati esteri verso i quali è esportato per circa il 75% (soprattutto USA, Giappone e Canada). Numeri comunque diffusi nel panorama dei vini più pregiati del nostro Paese, a ulteriore conferma che al di là di un’idea sicuramente di rottura, molto incentrata su immagini evocative e su un connubio che agli occhi dei puristi è da ripudiare, il vino che ne nasce piace anche in Italia. Si può quindi dire vinta la scommessa che Frescobaldi ha fatto con Luce della Vite e i vini della tenuta di Montalcino (compreso il Brunello vero e proprio), forse simbolicamente presentati con questo doppio, importante e ben organizzato, appuntamento a Roma nel giorno di apertura di Benvenuto Brunello. - (PRIMAPRESS)