Antonio Pascuzzo da lunedì 27 aprile “Pascouche”
- di Red Mus
- in Musica & Spettacoli
(PRIMAPRESS) - MILANO - Esce lunedì 27 aprile, “Pascouche”, il primo album da solista di Antonio Pascuzzo che, dopo le precedenti produzioni di Rossoantico (finalista Tenco 2011) si è lanciato in questo nuovo progetto.
Il titolo scaturisce ovviamente, della presenza di influenze “manouche” nell’arrangiamento di alcuni brani, dalla presenza tra gli ospiti dello straordinario chitarrista Angelo Debarre, (considerato l’erede di Django Reinhart), ma anche dalla sintesi dello spirito che attraversa il progetto: un viaggio a tappe alla ricerca di vecchi e nuovi compagni dai quali Pascuzzo riceve in dono i colori della musica: il fado, il calypso, la musica cubana, quella da camera, i suoni balcanici, lo swing, il blues, il rock, il manouche appunto.
Tanti gli ospiti, che non hanno semplicemente prestato una traccia alla canzone, ma ne hanno offerto una lettura, hanno dato una mano e le loro mani, per la realizzazione del progetto, e in qualche caso ne hanno concepito l’arrangiamento: non solo Angelo Debarre, ma i Solis String Quartet, Francesco Forni e Ilaria Graziano, i Sinfonico Honolulu, i Rossoantico, Pericle Odierna, Giorgio Secco e Adriana Ester Gallo, Marco Rinalduzzi e tanti musicisti e amici che hanno condiviso una parte del percorso che ha portato all’album.
Questo album è frutto dei viaggi non solo virtuali, degli straordinari incontri e collaborazioni che Pascuzzo ha compiuto in questi anni: per il suo valore artistico e culturale il progetto è entrato nel prestigioso catalogo dell’etichetta Parco della Musica Record, notoriamente riservata ai grandi maestri del jazz.
Queste le 14 tracce dell'album: “Alta felicità”, “Fado del partigiano”, “Un bacio”, “Meglio Solis”, “Lulù”, “Il fucile e la matita”, “L’età dell’innocenza”, La rabbia”, “Le berte”, “Rivoluzione”, “Calabrisella”, “I musicisti della città di brama”, “La forchetta e “Stella cadente”.
La scelte artistiche e il percorso sono stati condivisi con Francesco Forni, eccellente cantautore e musicista, in questo caso ispirato e attento produttore-arrangiatore di molti brani, - (PRIMAPRESS)
Il titolo scaturisce ovviamente, della presenza di influenze “manouche” nell’arrangiamento di alcuni brani, dalla presenza tra gli ospiti dello straordinario chitarrista Angelo Debarre, (considerato l’erede di Django Reinhart), ma anche dalla sintesi dello spirito che attraversa il progetto: un viaggio a tappe alla ricerca di vecchi e nuovi compagni dai quali Pascuzzo riceve in dono i colori della musica: il fado, il calypso, la musica cubana, quella da camera, i suoni balcanici, lo swing, il blues, il rock, il manouche appunto.
Tanti gli ospiti, che non hanno semplicemente prestato una traccia alla canzone, ma ne hanno offerto una lettura, hanno dato una mano e le loro mani, per la realizzazione del progetto, e in qualche caso ne hanno concepito l’arrangiamento: non solo Angelo Debarre, ma i Solis String Quartet, Francesco Forni e Ilaria Graziano, i Sinfonico Honolulu, i Rossoantico, Pericle Odierna, Giorgio Secco e Adriana Ester Gallo, Marco Rinalduzzi e tanti musicisti e amici che hanno condiviso una parte del percorso che ha portato all’album.
Questo album è frutto dei viaggi non solo virtuali, degli straordinari incontri e collaborazioni che Pascuzzo ha compiuto in questi anni: per il suo valore artistico e culturale il progetto è entrato nel prestigioso catalogo dell’etichetta Parco della Musica Record, notoriamente riservata ai grandi maestri del jazz.
Queste le 14 tracce dell'album: “Alta felicità”, “Fado del partigiano”, “Un bacio”, “Meglio Solis”, “Lulù”, “Il fucile e la matita”, “L’età dell’innocenza”, La rabbia”, “Le berte”, “Rivoluzione”, “Calabrisella”, “I musicisti della città di brama”, “La forchetta e “Stella cadente”.
La scelte artistiche e il percorso sono stati condivisi con Francesco Forni, eccellente cantautore e musicista, in questo caso ispirato e attento produttore-arrangiatore di molti brani, - (PRIMAPRESS)