L’album di debutto di Parix è “Musicismo”
- di Red Com
- in Musica & Spettacoli
(PRIMAPRESS) - MILANO - Da ieri lunedì 13, su etichetta Universal Music, l’album di debutto di Parix “Musicismo”, anticipato in radio dai singoli “Soffrire con stile” e “Il mostro”. (Guarda il video de Il mostro qui)
E’ da tempo che i più attenti fan del mondo dell’underground sentono parlare di Parix: le notizie sono volate sul web grazie anche ai tweet di personaggi del calibro di Fabri Fibra, Ensi o Fritz Da Cat.
I 14 brani inediti dell’album sono prodotti da Shablo che aveva già curato la realizzazione dell’EP “Wow”.
Parix è un artista “one man band” di grande talento, autodidatta, autore, polistrumentista e voce delle sue canzoni: un cantautore 2.0, con l’urgenza di raccontarsi e raccontare, e una forza creativa trascinante.
Musicismo è proprio questo: la rappresentazione dell’entropia creativa, del magico disordine che regna dentro Parix.
Le sue canzoni spesso nascono da giri di pianoforte o intuizioni che gli arrivano in sogno, e che continuano a risuonare nella sua testa una volta terminata la fase onirica. Queste idee diventano poi frammenti ed esperimenti con una forma già piuttosto definitiva: chiunque parli con Parix anche per pochi minuti, lo sentirà raccontare di nuovi brani appena scritti, come in un flusso inarrestabile.
Un cosmo creativo raccontato anche nella copertina dell’album, che lo dipinge come una specie di dea Kalì dello strumento, inghiottito dalle fiamme della creatività.
Parix si muove senza problemi o imbarazzi tra le forme e i generi: incorpora la struttura del rock alle metriche mutuate dall’hip hop (e provate a sfidarlo nel rap..), usando come collante un dono unico per la melodia, che l’ha reso ospite molto richiesto proprio dagli artisti del panorama urban italiano, per questa sua capacità di far ‘suonare’ i ritornelli e regalare inaspettate aperture anche ai brani più cupi.
Di nuovo, una naturalezza che stupisce e che disorienta, in un momento in cui molta musica ‘pop’ suona molto uguale e ripetitiva.
Queste le sue parole: “Ho fatto questo disco tutto da solo, nel mio home studio, non curandomi delle differenze di stili che mischiavo e mai pensando che potesse arrivare ad essere venduto nei negozi. È una grossa soddisfazione ma anche una grande responsabilità: per me è come un figlio, ho suonato ogni singola nota di ogni singolo strumento e scritto e cantato ogni parola, per sfogarmi, per liberarmi del peso che il mondo mette in continuazione su di me. Quello che cerco è essere capito, perché quando ti senti capito dagli altri sei ricco e soffri meno il peso della solitudine, che tutti noi sentiamo anche quando siamo in mezzo alla gente. Io ho ascoltato di tutto, ma veramente di tutto, dalla musica classica al Funky dal New Metal al Pop dal Rap al Soul. Quello che ho fatto è stato solo “risputare” un misto di quello che ho ascoltato in questi anni, ovviamente elaborandolo con la mia testa e il mio gusto. Non sono un "Chitarrista", un "Cantante", nè un "Pianista" o un "Rapper": non mi sono specializzato in nessuna di queste cose, ma ho speso tutto il mio tempo per imparare come rappa un rapper, come suona un chitarrista, come canta un cantante...e sono diventato di conseguenza un po’ di tutti questi personaggi. Inoltre, non ho mai sopportato facilmente l'idea di trovarmi legato a qualcuno per fare musica: il bassista oggi non puó, domani non puó il batterista ecc...mi rendevo conto che passava il tempo e i progressi erano sempre troppo lenti. Di conseguenza ho pensato: “Faccio di testa mia, faccio da solo così sarò sempre in grado di gestire la mia arte senza dovermi affidare ad altre persone”. Grazie a Dio sono molto portato per imparare a suonare gli strumenti, e ho tanta, tanta pazienza quando voglio fare una cosa. Così ho fatto, ed ecco Musicismo!”. - (PRIMAPRESS)
E’ da tempo che i più attenti fan del mondo dell’underground sentono parlare di Parix: le notizie sono volate sul web grazie anche ai tweet di personaggi del calibro di Fabri Fibra, Ensi o Fritz Da Cat.
I 14 brani inediti dell’album sono prodotti da Shablo che aveva già curato la realizzazione dell’EP “Wow”.
Parix è un artista “one man band” di grande talento, autodidatta, autore, polistrumentista e voce delle sue canzoni: un cantautore 2.0, con l’urgenza di raccontarsi e raccontare, e una forza creativa trascinante.
Musicismo è proprio questo: la rappresentazione dell’entropia creativa, del magico disordine che regna dentro Parix.
Le sue canzoni spesso nascono da giri di pianoforte o intuizioni che gli arrivano in sogno, e che continuano a risuonare nella sua testa una volta terminata la fase onirica. Queste idee diventano poi frammenti ed esperimenti con una forma già piuttosto definitiva: chiunque parli con Parix anche per pochi minuti, lo sentirà raccontare di nuovi brani appena scritti, come in un flusso inarrestabile.
Un cosmo creativo raccontato anche nella copertina dell’album, che lo dipinge come una specie di dea Kalì dello strumento, inghiottito dalle fiamme della creatività.
Parix si muove senza problemi o imbarazzi tra le forme e i generi: incorpora la struttura del rock alle metriche mutuate dall’hip hop (e provate a sfidarlo nel rap..), usando come collante un dono unico per la melodia, che l’ha reso ospite molto richiesto proprio dagli artisti del panorama urban italiano, per questa sua capacità di far ‘suonare’ i ritornelli e regalare inaspettate aperture anche ai brani più cupi.
Di nuovo, una naturalezza che stupisce e che disorienta, in un momento in cui molta musica ‘pop’ suona molto uguale e ripetitiva.
Queste le sue parole: “Ho fatto questo disco tutto da solo, nel mio home studio, non curandomi delle differenze di stili che mischiavo e mai pensando che potesse arrivare ad essere venduto nei negozi. È una grossa soddisfazione ma anche una grande responsabilità: per me è come un figlio, ho suonato ogni singola nota di ogni singolo strumento e scritto e cantato ogni parola, per sfogarmi, per liberarmi del peso che il mondo mette in continuazione su di me. Quello che cerco è essere capito, perché quando ti senti capito dagli altri sei ricco e soffri meno il peso della solitudine, che tutti noi sentiamo anche quando siamo in mezzo alla gente. Io ho ascoltato di tutto, ma veramente di tutto, dalla musica classica al Funky dal New Metal al Pop dal Rap al Soul. Quello che ho fatto è stato solo “risputare” un misto di quello che ho ascoltato in questi anni, ovviamente elaborandolo con la mia testa e il mio gusto. Non sono un "Chitarrista", un "Cantante", nè un "Pianista" o un "Rapper": non mi sono specializzato in nessuna di queste cose, ma ho speso tutto il mio tempo per imparare come rappa un rapper, come suona un chitarrista, come canta un cantante...e sono diventato di conseguenza un po’ di tutti questi personaggi. Inoltre, non ho mai sopportato facilmente l'idea di trovarmi legato a qualcuno per fare musica: il bassista oggi non puó, domani non puó il batterista ecc...mi rendevo conto che passava il tempo e i progressi erano sempre troppo lenti. Di conseguenza ho pensato: “Faccio di testa mia, faccio da solo così sarò sempre in grado di gestire la mia arte senza dovermi affidare ad altre persone”. Grazie a Dio sono molto portato per imparare a suonare gli strumenti, e ho tanta, tanta pazienza quando voglio fare una cosa. Così ho fatto, ed ecco Musicismo!”. - (PRIMAPRESS)