La Mano de Dios di Domenico Sepe al Monte di Procida
- di Giuseppe Giorgio
- in Campania
(PRIMAPRESS) - NAPOLI - Il Re del calcio di tutti tempi è arrivato al Monte di Procida. E ciò grazie alla statua dello scultore Domenico Sepe intitolata “Mano de Dios” realizzata su commissione del noto armatore montese Giovanni Romeo, pronto a rendere il personale omaggio alla propria comunità d’origine. Situata sul punto più alto del comune flegreo, e precisamente sul meraviglioso belvedere chiamato “Stupor Mundi”, l'opera di Sepe per la sua inaugurazione, ha registrato, oltre alla presenza del Sindaco del Monte di Procida, Giuseppe Pugliese e dell'Assessore allo Sport, Restituta Schiano Di Cola, la partecipazione di personaggi da sempre vicini all'opera del maestro come il collezionista Ciro Ciccone, Thomas Esposito, Anna Calemme e di alcuni giornalisti, fino a giungere al presidente dell'Associazione Giuristi del Golfo, l'avvocato Sabrina Sifo, al musicista e artista di strada Piermacchiè e alla banda musicale locale che ha intonato gli inni più popolari dedicati alla squadra del Napoli. Regalata ai cittadini del Monte di Procida e solo provvisoriamente installata sul punto più bello della famosa panoramica, l'opera del dio argentino raffigurato dall'artista Sepe nel mentre segna quel famoso gol con la mano durante i mondiali del 1986 contro l'Inghilterra, rappresenta l'omaggio alla propria terra dell'affermato armatore Romeo. Ormai stabilitosi a Lugano, dove ha sede la sua flotta composta da oltre cento navi mercantili, il montese Romeo ha inteso donare alla sua gente una statua di bronzo dedicata a Diego Armando Maradona che ora troneggia sull'incantevole belvedere flegreo proprio come il famoso Cristo Redentore di Rio de Janeiro. "Avevo già acquistato la statua di Maradona ai tempi della sua esposizione allo Stadio di Napoli versando pure un anticipo - ha detto l'armatore Romeo- purtroppo però, mi sono reso conto che per l'opera era in atto una vera guerra tra i vari pretendenti. A questo punto ho pensato di farmene realizzare una di bronzo ex novo, spiegando allo scultore Sepe che la sua creazione avrebbe rappresentato il mio regalo alla comunità montese e al mio paese nell’anno del terzo scudetto del Napoli. Anche se poi, mi sono reso conto che al proposito, al Monte di Procida, non tutti sono d'accordo con il mio progetto. Il Comune con il Sindaco Pugliese in testa sono al mio fianco, ciò tuttavia, rispetto l'idea di quella minoranza di persone che non si trovano in linea con l'arrivo della statua dedicata al genio del Calcio. Maradona è stato sempre dalla parte dei poveri ed io l'ho ammirato oltre che come campione come uomo capace di prendersi le responsabilità e le conseguenze delle proprie scelte”. E dopo Giovanni Romeo che recentemente ha pure acquistato l’intera piana di Montegrillo, (la zona del promontorio di via Panoramica dove sorgono gli chalet chiusi per pericolo di crollo) con l'intento di creare un nuovo parco turistico-ricettivo, a parlare è stato il Sindaco del Monte di Procida, Giuseppe Pugliese. “La scultura di Maradona al Monte di Procida- ha detto il primo cittadino montese- raffigura l'umano nel divino. Rappresenta, per meglio dire, la rivincita dei più deboli. Il luogo dove è stata sistemata è per me il migliore in quanto è uno dei pochi nel sud Italia dove si può ammirare la creazione del divino. Uno spazio che riporta nello spirito la stessa estasi che procurava Maradona in campo. Parlando dell'opera di Sepe devo dire che è molto evocativa e rappresentativa ed è bello il modo con cui si associa al ritorno di un grande armatore pronto con un fare filantropico a mettere nuovi mattoni nel proprio paese”. “La mia scultura dedicata al grande Diego- ha detto l'artista Sepe- è un'opera che si affaccia sul paradiso. Racconta un Diego che salta verso l'infinito inseguendo il gol della ribellione e del riscatto. Allo stesso tempo è una scultura che nel volto riscopre tutta la bellezza di Maradona. Non ho voluto sottolineare l'aspetto e lo sforzo fisico ma l'eleganza e lo stile che sempre adotto per le mie opere. Un'immagine che rappresenta un'icona ma che rispecchia la linea stilistica della mia produzione artistica. Ciò senza dimenticare che nel mio pensiero c'era la voglia di creare un'opera in sintonia con un panorama straordinario come quello del paradiso partenopeo. Ritengo che il belvedere Stupor Mondi sia il luogo perfetto per raccontare la bellezza e la purezza di Diego espressa nel calcio. Altro importante elemento dell'opera in bronzo è la base in pietra lavica che vuole simboleggiare il Vesuvio insieme al gol iconico legato alla vita dell'asso giunto dall'Argentina”. - (PRIMAPRESS)