Arte: con “Picasso metamorfico” la Galleria Nazionale di Roma celebra il 50º anniversario del maestro del ‘900
- di R.B.
- in Arte & Mostre
(PRIMAPRESS) - ROMA - La mostra che si è aperta alla Galleria Nazionale di Roma in occasione del 50° anniversario della morte di Pablo Picasso, sarà una sorpresa e non solo per l’inedita raccolta di un corpo molto vasto di volti femminili di uno dei maestri dell’arte del ‘900 ma anche per il riferimento alla controversa grande esposizione che fu ospitata nella capitale nel 1953 caratterizzata da un clima politico complesso che non risparmiò neanche l’arte. La mostra “Picasso metamorfico” che resterà aperta fino al 5 novembre 2023 ha riservato uno spazio a quella esposizione di 70 anni fa con i giornali dell’epoca che mostrano il grande dibattito ideologico che si aprì come ha raccontato oggi il curatore Fernando Castro Flòrez nel presentare le 300 opere tra disegni e incisioni provenienti dal Museo Casa Natal Picasso di Malaga. Dunque un’operazione culturale particolarmente significativa, anche su un piano simbolico, considerando la consistenza di questo prestito dalla Spagna che offre al pubblico italiano un’occasione unica di incontro con l’opera di Picasso, tra le iniziative realizzate in questa ricorrenza a livello internazionale.
L'opera grafica di Picasso riveste un'enorme importanza all'interno di tutta la sua produzione artistica. Dalla serie delle Suite Vollard alle incisioni realizzate alla fine della sua vita, un vero e proprio ciclo frenetico in cui rivisita tutto il suo immaginario, dal tema centrale del "pittore e della modella" alla riconsiderazione della storia dell'arte (in una riproposizione, dalla personale prospettiva, delle influenze di Raffaello, Rembrandt, Velázquez, Degas o Manet), introducendo elementi umoristici che scivolano talvolta nel grottesco.
La mostra, proprio in virtù del considerevole numero di opere esposte realizzate in diversi periodi della sua attività, che vanno dal 1905 al 1972, offre una rassegna completa dell'immaginario picassiano, e consente di riscoprire opere di eccezionale interesse.
"Il nome di Picasso incarna da solo l'espressione di un nuovo pensiero nel campo dell'estetica": Duchamp (1943), proprio l'ironico artista che ebbe l'audacia di mettere un orinatoio su un piedistallo (firmato da uno pseudonimo), riteneva che il principale contributo di Picasso fosse quello di essere partito da zero e di aver saputo mantenere, in ogni momento della sua lunga carriera artistica, una freschezza invidiabile. “Picasso" - aggiunge Duchamp - "in ognuno dei suoi stili, ha sottolineato l'intenzione di liberarsi dalle conquiste precedenti. Una delle differenze più importanti tra Picasso e la maggior parte dei suoi contemporanei è che, fino ad oggi, non ha mai mostrato alcun segno di debolezza o di ripetizione nel suo flusso ininterrotto di capolavori". Picasso, vero e proprio mito moderno, punto di riferimento per le avanguardie, finì per essere "contemporaneo" ai cambiamenti dell'arte avvenuti dopo la Seconda guerra mondiale. Mentre continuava a sviluppare il suo rapporto appassionato con la pittura, senza mai rinunciare alla sua presenza figurativa, emersero proposte estetiche come l'espressionismo astratto e l'informalismo, l'arte pop e ottico-cinetica, il minimalismo e il concettualismo, la land art e l'happeging.
«Picasso continua a sedimentare le sue passioni nelle sue opere, evitando il destino fatale di Frenhofer, (personaggio di un racconto di Balzac da lui illustrato). Ogni tratto dei suoi dipinti, ogni linea delle sue incisioni, è eseguito con determinazione e urgenza, in una lotta appassionata con il destino fatale, aggrappandosi a una carne che, per Picasso, non è mai stata "triste". Picasso è un artista metamorfico che ha saputo modulare le sue "ossessioni", cercando, per usare il titolo della sua opera, di prendere il desiderio per la coda». Racconta Fernando Castro Flórez. - (PRIMAPRESS)
L'opera grafica di Picasso riveste un'enorme importanza all'interno di tutta la sua produzione artistica. Dalla serie delle Suite Vollard alle incisioni realizzate alla fine della sua vita, un vero e proprio ciclo frenetico in cui rivisita tutto il suo immaginario, dal tema centrale del "pittore e della modella" alla riconsiderazione della storia dell'arte (in una riproposizione, dalla personale prospettiva, delle influenze di Raffaello, Rembrandt, Velázquez, Degas o Manet), introducendo elementi umoristici che scivolano talvolta nel grottesco.
La mostra, proprio in virtù del considerevole numero di opere esposte realizzate in diversi periodi della sua attività, che vanno dal 1905 al 1972, offre una rassegna completa dell'immaginario picassiano, e consente di riscoprire opere di eccezionale interesse.
"Il nome di Picasso incarna da solo l'espressione di un nuovo pensiero nel campo dell'estetica": Duchamp (1943), proprio l'ironico artista che ebbe l'audacia di mettere un orinatoio su un piedistallo (firmato da uno pseudonimo), riteneva che il principale contributo di Picasso fosse quello di essere partito da zero e di aver saputo mantenere, in ogni momento della sua lunga carriera artistica, una freschezza invidiabile. “Picasso" - aggiunge Duchamp - "in ognuno dei suoi stili, ha sottolineato l'intenzione di liberarsi dalle conquiste precedenti. Una delle differenze più importanti tra Picasso e la maggior parte dei suoi contemporanei è che, fino ad oggi, non ha mai mostrato alcun segno di debolezza o di ripetizione nel suo flusso ininterrotto di capolavori". Picasso, vero e proprio mito moderno, punto di riferimento per le avanguardie, finì per essere "contemporaneo" ai cambiamenti dell'arte avvenuti dopo la Seconda guerra mondiale. Mentre continuava a sviluppare il suo rapporto appassionato con la pittura, senza mai rinunciare alla sua presenza figurativa, emersero proposte estetiche come l'espressionismo astratto e l'informalismo, l'arte pop e ottico-cinetica, il minimalismo e il concettualismo, la land art e l'happeging.
«Picasso continua a sedimentare le sue passioni nelle sue opere, evitando il destino fatale di Frenhofer, (personaggio di un racconto di Balzac da lui illustrato). Ogni tratto dei suoi dipinti, ogni linea delle sue incisioni, è eseguito con determinazione e urgenza, in una lotta appassionata con il destino fatale, aggrappandosi a una carne che, per Picasso, non è mai stata "triste". Picasso è un artista metamorfico che ha saputo modulare le sue "ossessioni", cercando, per usare il titolo della sua opera, di prendere il desiderio per la coda». Racconta Fernando Castro Flórez. - (PRIMAPRESS)