Roma: i “Tempi paralleli” nelle opere di Sabrina Barbagallo in mostra alla Sala Orsini di Formello
(PRIMAPRESS) - ROMA - Alla Sala Orsini di Palazzo Chigi a Formello (Roma) verrà esposta da venerdì 2 dicembre la personale di Sabrina Barbagallo, “Tempi paralleli”. La mostra, curata da Nicoletta Rossotti, si potrà visitare gratuitamente dal 2 al 4 dicembre, dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Con i suoi “Tempi paralleli”, l’artista espone trentuno opere - 16 quadri e 15 sculture - in cui pittura e scultura dialogano, indagando diversi concetti di tempo. Ci sono le prospettive urban, dove tutto è apparentemente immobile. Ci sono i concetti di “cadenzato” e “lento”, legati ai tempi di lavorazione del raku, materia prima di cui sono fatte le sculture, con i diversi passaggi di cottura e ridefinizione. E poi c’è il tempo dell’artista, il momento in cui arriva l’intuizione creativa. Oltre al tempo come viaggio nei vari mondi della fantasia per chi produce l’arte e per chi la osserva.
Le città dell’artista Sabrina Barbagallo sono caratterizzate da architetture solide, spazi reali e tangibili resi da un'atmosfera sospesa e disincantata, sottolinea la curatrice Nicoletta Rossotti. Incontriamo grattacieli che con straordinaria verticalità corrono in alto, macchine e treni in corsa in scenari urbani e metropolitani resi con straordinaria volumetria e prospettiva degna di una mano certa ed esperta. Improvvisamente, guardando con attenzione queste città dove tutto appare silenziosamente immobile, vediamo piccole figure di funamboli, che camminano in alto su fili finissimi, attraversando paesaggi che conducono la mente al di là del semplice scenario “urban”. Il linguaggio di Sabrina Barbagallo lo ritroviamo, così, intriso di un alone filosofico, di un pensiero che va oltre il dato reale rappresentato sulla tela. Non si parla più solo di ciò che si vede ma percepiamo il pensiero dell’artista che fa un passo verso un mondo diverso. Si parla e ci si accosta attraverso quei fili e figure di ometti che rimangono sospesi in aria, della caducità della vita, della precarietà dell'oggetto rappresento, e della fragilità umana sospesa in aria in cui in un attimo tutto può cadere e tutto può finire - (PRIMAPRESS)
Le città dell’artista Sabrina Barbagallo sono caratterizzate da architetture solide, spazi reali e tangibili resi da un'atmosfera sospesa e disincantata, sottolinea la curatrice Nicoletta Rossotti. Incontriamo grattacieli che con straordinaria verticalità corrono in alto, macchine e treni in corsa in scenari urbani e metropolitani resi con straordinaria volumetria e prospettiva degna di una mano certa ed esperta. Improvvisamente, guardando con attenzione queste città dove tutto appare silenziosamente immobile, vediamo piccole figure di funamboli, che camminano in alto su fili finissimi, attraversando paesaggi che conducono la mente al di là del semplice scenario “urban”. Il linguaggio di Sabrina Barbagallo lo ritroviamo, così, intriso di un alone filosofico, di un pensiero che va oltre il dato reale rappresentato sulla tela. Non si parla più solo di ciò che si vede ma percepiamo il pensiero dell’artista che fa un passo verso un mondo diverso. Si parla e ci si accosta attraverso quei fili e figure di ometti che rimangono sospesi in aria, della caducità della vita, della precarietà dell'oggetto rappresento, e della fragilità umana sospesa in aria in cui in un attimo tutto può cadere e tutto può finire - (PRIMAPRESS)