Roma: “Pasolini Pittore” in mostra al GAM con l’inedito ritratto della Medea di Maria Callas
- di RED-ROM
- in Arte & Mostre
(PRIMAPRESS) - ROMA - La mostra Pasolini Pittore, in esposizione dal 3 febbraio alla Galleria d'Arte Moderna di Roma, si arricchisce di nuove opere provenienti dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia (PN), dal Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux di Firenze e un piccolo, ma preziosissimo, nucleo dalla collezione di famiglia. Grazie alla collaborazione con il Centro Studi dedicato all’artista di Casarsa e con la Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, per la prima volta al di fuori del contesto friulano, è inserito in mostra un selezionatissimo nucleo di opere di Pasolini degli anni Quaranta-Cinquanta, restaurate di recente ed esposte in maniera permanente a Casa Colussi, oggi sede del Centro Studi.
Una serie che proviene quindi dal luogo di nascita della madre di Pasolini, Susanna Colussi, dall’ambiente rurale dove lo stesso Pasolini ha trascorso la gioventù e dove ha mosso i primi passi artistici. Fra queste opere, un probabile autoritratto di spalle mentre dipinge, metafora dell’impegno creativo di questi anni e del suo sentirsi “pittore”, e altri ritratti familiari.
Dal Vieusseux entra in questa mostra dinamica, un ritratto, pochissimo conosciuto, di Maria Callas come Medea, realizzato mediante un uso sperimentale del colore, mescolato da Pasolini con petali di rosa, spumante, sabbia e altro materiale organico. Un mix materico che rimanda alla “realtà” dell’ambiente di vita della Callas, ma anche al senso ancestrale della terra e della natura del personaggio da lei interpretato nel film del 1969. Ancora dal Vieusseux arrivano in mostra, fra le altre opere, unritratto della poetessa e amica di Pasolini, Giovanna Bemporad, realizzato durante il periodo trascorso insieme a Casarsa all’inizio degli anni Quaranta, eritratti di giovani contadini friulani dello stesso periodo, insieme a due nuovi ritratti di Roberto Longhi del biennio 1974-75, a riprova dell’interesse di Pasolini per il volto umano e, in particolare, per il profilo iconico di quello che lui ha sempre considerato il suo maestro di arte e cultura.
Opere che rivelano anche la continuità della pratica pittorica di Pasolini e la caparbietà tecnica con cui si confronta da protagonista con questa produzione. All’artista, del resto, interessa sempre più la «composizione – coi suoi contorni – che la materia», in linea quindi con quella fase pittorica dell’arte italiana fra gli anni Sessanta e Settanta.
Altro inedito in mostra un Autoritratto del 1947, proveniente dalla collezione della famiglia di Pasolini, che ha attivamente collaborato alla mostra, concedendo anche il prestito di opere di proprietà dell’artista – fra le quali quelle di Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Giorgio Morandi, Man Ray e Andy Warhol – che testimoniano, se ancora ce ne fosse il bisogno, l’attivo interesse di Pasolini per l’arte contemporanea.
Come contrappunto mediale ai dipinti di Pasolini sono in mostra una serie di fotografie di Sandro Becchetti, Mimmo Cattarinich, Vittorugo Contino, Aldo Durazzi, Ezio Vitale, oltre a documentari e film concessi dalla Fondazione Cineteca di Bologna, RAI Teche, RAI Cinema e Palomar che, in particolare, ha concesso la trasmissione del film, pochissimo conosciuto, Pier Paolo Pasolini. La Ragione di un sogno (2001), un appassionante e poetico omaggio per la regia di Laura Betti, attrice simbolo di Pasolini oltre che amica e musa ispiratrice. La Betti crea una sorta di risposta filmica a un testo che Pasolini le aveva dedicato nel 1971, Necrologio di una certa Laura Betti, sarcasticamente datato “2001”.
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