Gruppo Moby-Tirrenia verso un concordato in bianco per la ristrutturazione del debito. Ripartenza sprint per la compagnia
- di RED-ROM
- in Economia
(PRIMAPRESS) - ROMA - I tempi sono forse maturi per tentare di salvare il gruppo Moby-Tirrenia. Il fallimento della compgnia di navigazione non servirebbe a nessuno. Il cda della compagnia controllata dalla famiglia Onorato ha infatti appena approvato la richiesta di concordato in bianco, propedeutica a una procedura di ristrutturazione del debito. L’idea, spiega l’a.d. Achille Onorato è quella di facilitare il dialogo e trovare al più presto un’intesa con i creditori: obbligazionisti, banche e Stato.
Tutto è iniziato con l’istanza di fallimento presentata dagli obbligazionisti e poi respinta dal tribunale di Milano. Ma un’altro colpo di mannaia è arrivata dai commissari della bad company Tirrenia che hanno sequestrato conti e navi del gruppo per tutelarsi da un debito non pagato con lo Stato ammontante a 180 milioni di euro, di cui 115 milioni scaduti. Infine, le banche, con le quali la compagnia è esposta per 160 milioni.
Il gruppo dei bondholder è costituto per la maggior parte da hedge fund, oggi riuniti in un consorzio rappresentato dalla società di consulenza Houlihan Lokey, in possesso di circa 300 milioni di euro di obbligazioni acquisite sul mercato secondario.
Con la richiesta di concordato in bianco e l’auspicato avvio di una procedura di ristrutturazione del debito in bonis, la famiglia Onorato punta perciò a mantenere il controllo della società. L’iniziativa giunge in un momento tutto sommato positivo per Moby-Tirrenia che, dopo aver patito come tutti le conseguenze dell’emergenza sanitaria, è ripartita velocemente, tanto che le previsioni per fine anno vengono riviste di settimana in settimana. Il tutto mentre si è in attesa dei risultati del 2019 che, sebbene si crede mostreranno ancora una bottom line in rosso, dovrebbero segnare un netto miglioramento dei conti: stando alle previsioni di alcuni analisti, il margine operativo lordo della compagnia si dovrebbe infatti assestare attorno ai 75 milioni di euro, contro i 37,4 milioni dell’anno precedente. - (PRIMAPRESS)