Stefano Cipollari: la pittura è un infinito viaggio all’interno dell’animo
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(PRIMAPRESS) - Stefano Cipollari è il vincitore del concorso internazionale d’arte ” Ginko Art Award” nella pittura: le sue opere sono in esposizione a Roma fino al 3 febbraio alla galleria Spazio Ginko, in via del Colosseo 24. I suoi quindici ritratti, di cui quattordici maschili, eseguiti con la tecnica dell’olio su tela, esprimono tutto il suo talento: cogliere l’essenza dei suoi soggetti. Riuscendo come ad instaurare con loro un dialogo. Fatto di espressioni. Sguardi profondi. Malinconie. Perfino sofferenze. Impresse con l’impeto di uno stato d’animo, quello dell’artista, eternamente innamorato del vissuto. Uno stato d’animo che trabocca di sensazioni. La coscienza che si riflette come in uno specchio. Un dialogo che trasferisce poi all’osservatore. Perché il soggetto non è l’oggetto. Riuscendo così ad arrivare nel profondo delle riflessioni. Come parte di quell’infinito viaggio all’interno dell’animo. Che percepisci in quel preciso istante. Un istante senza limiti. Emozionali.
Come nasce la tua passione per i ritratti?
Nasce per l’amore del corpo, del viso, degli sguardi.
Cosa ti piace cogliere nelle persone
La loro storia. Dal viso si legge tutto. Il dolore e la gioia. La profondità.
Quanto c’è di tuo dentro questi ritratti
Abbastanza. Perché a volte mi somigliano, quindi c’è qualcosa di mio in ognuno. Non solo fisicamente ma anche nei traumi, nelle offerenze come nella gioia dello sguardo. C’è tutto il mio vissuto.
La scelta dei soggetti da ritrarre come avviene
Casualmente. Non sono modelli di professione ma persone, come si vuol dire, della porta accanto. Persone comuni che incontri facilmente sul lavoro, per strada, nelle case. Sono molto affascinato dalle persone che incontro: per me la bellezza scaturisce anche dalla complessità della persona, dalla propria storia, dagli occhi, dalle linee, dalle curve. La bellezza dei particolari.
Quindi tutto parte da un’osservazione
Di natura sono molto curioso. Sono colpito dalle caratteristiche, non solo somatiche, di chi mi si presenta davanti.
In questi ritratti c’è un tuo messaggio o è solo il risultato di un’osservazione
C’è un messaggio sicuramente e c’è soprattutto il mio punto di vista: io penso che ogni artista ha il suo punto di vista, perché uno stesso soggetto o oggetto in mano ad uno scultore, fotografo lo rappresenterebbe in modo differente, proprio in funzione del proprio modo di vedere le cose, che è diverso per ognuno di noi. E la diversità è un valore aggiunto di ogni persona. Una ricchezza.
Quanto ha influito il tuo percorso personale come restauratore
Come restauratore molto, come pure quello del decoratore, perché sono sempre in un allenamento quotidiano: dipingendo per lavoro o per passione tutti i giorni ci si allena e si affina la tecnica.
Un messaggio ai giovani: come definiresti la tua professione? L’arte come strumento per…
Per conoscersi e per conoscere gli altri. L’arte per capire la meraviglia di quello che incontriamo. In un continuo divenire ma soprattutto in un continuo dare e ricevere. Come nella vita. - (PRIMAPRESS)
Come nasce la tua passione per i ritratti?
Nasce per l’amore del corpo, del viso, degli sguardi.
Cosa ti piace cogliere nelle persone
La loro storia. Dal viso si legge tutto. Il dolore e la gioia. La profondità.
Quanto c’è di tuo dentro questi ritratti
Abbastanza. Perché a volte mi somigliano, quindi c’è qualcosa di mio in ognuno. Non solo fisicamente ma anche nei traumi, nelle offerenze come nella gioia dello sguardo. C’è tutto il mio vissuto.
La scelta dei soggetti da ritrarre come avviene
Casualmente. Non sono modelli di professione ma persone, come si vuol dire, della porta accanto. Persone comuni che incontri facilmente sul lavoro, per strada, nelle case. Sono molto affascinato dalle persone che incontro: per me la bellezza scaturisce anche dalla complessità della persona, dalla propria storia, dagli occhi, dalle linee, dalle curve. La bellezza dei particolari.
Quindi tutto parte da un’osservazione
Di natura sono molto curioso. Sono colpito dalle caratteristiche, non solo somatiche, di chi mi si presenta davanti.
In questi ritratti c’è un tuo messaggio o è solo il risultato di un’osservazione
C’è un messaggio sicuramente e c’è soprattutto il mio punto di vista: io penso che ogni artista ha il suo punto di vista, perché uno stesso soggetto o oggetto in mano ad uno scultore, fotografo lo rappresenterebbe in modo differente, proprio in funzione del proprio modo di vedere le cose, che è diverso per ognuno di noi. E la diversità è un valore aggiunto di ogni persona. Una ricchezza.
Quanto ha influito il tuo percorso personale come restauratore
Come restauratore molto, come pure quello del decoratore, perché sono sempre in un allenamento quotidiano: dipingendo per lavoro o per passione tutti i giorni ci si allena e si affina la tecnica.
Un messaggio ai giovani: come definiresti la tua professione? L’arte come strumento per…
Per conoscersi e per conoscere gli altri. L’arte per capire la meraviglia di quello che incontriamo. In un continuo divenire ma soprattutto in un continuo dare e ricevere. Come nella vita. - (PRIMAPRESS)