Si dimette il presidente della Regione Valle d'Aosta. E' indagato per scambi di voto legato alla 'ndrangheta del posto
- di RED-ROM
- in Valle d'Aosta
(PRIMAPRESS) - AOSTA - Sarà la magistratura a chiarire il livello di penetrazione delle cosche ‘ndranghetiste all’interno della Valle d’Aosta. Ma intanto il presidente della Regione Valle d’Aosta, Antonio Fosson, ha annunciato oggi, 14 dicembre, le sue dimissioni durante una riunione straordinaria di maggioranza a Palazzo regionale. Le motivazioni sono legate all’avviso di garanzia ricevuto dalla Dda per scambio elettorale politico mafioso in merito ad un’inchiesta sul condizionamento delle Regionali del 2018 in Valle d’Aosta da parte della ‘ndrangheta.
Stessa decisione anche per gli assessori Laurent Viérin (Turismo e beni culturali) e Stefano Borrello (Opere pubbliche). Il consigliere Luca Bianchi, invece, lascerà l’incarico di presidente di commissione e di capogruppo dell’Union valdotaine. Tutti e tre sono indagati – assieme a Fosson – per scambio elettorale politico mafioso nell’ambito di un’inchiesta della Dda sul condizionamento delle elezioni regionali del 2018 in Valle d’Aosta da parte della ‘ndrangheta.
Secondo l’inchiesta coordinata dal pm Valerio Longi che ha già interrogato Viérin, Borrello e Bianchi, le indagini avrebbero appurato che il 4 maggio 2018 l’allora “presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta” Viérin “nonché prefetto in carica, ha incontrato uno degli esponenti di vertice del ‘locale’ di Aosta”, Roberto Di Donato, “presso l’abitazione di Alessandro Giachino” ad Aymavilles. L’incontro a fini elettorali, documentato dagli investigatori con fotografie, è durato un’ora circa.
I militari dell’Arma spiegano che “gli effetti” dell’incontro “si vedono già il 12 maggio quando presso il bar ‘Nord’, sito nel quartiere Cogne di Aosta, ovvero quello a maggior densità di calabresi, viene organizzato un aperitivo in favore di Laurent Viérin al chiaro scopo elettorale”. Tre giorni dopo si verifica “la mancata presentazione di Giachino e Roberto Alex Di Donato al pranzo con Viérin” che per quanto avvenuto “si lamenta” con un collega di lavoro di Giachino.
“Da una telefonata” del 15 maggio tra Alessandro Giachino e Deborah Camaschella, ex sindaco di Valtournenche e candidata alle scorse regionali, secondo gli investigatori, “si ha il riscontro dell’avvenuto accordo tra Laurent Viérin e il locale, cioè la richiesta del politico di voti, per lui e i candidati della sua lista, e la seguente approvazione del sodalizio criminale che ha concordato e approvato i candidati da supportare, stabilendo anche i voti da attribuire”. In dettaglio, “Viérin avrebbe dato il proprio consenso alla dazione di voti in favore della Camaschella e per questo motivo Giachino promette alla donna 30 preferenze”.
Fosson nei giorni scorsi aveva dichiarato la propria estraneità ai fatti e le dimissioni di oggi sono state spiegate come un fatto di disciplina politica ma anche per la necessità di articolare la propria difesa. - (PRIMAPRESS)
Secondo l’inchiesta coordinata dal pm Valerio Longi che ha già interrogato Viérin, Borrello e Bianchi, le indagini avrebbero appurato che il 4 maggio 2018 l’allora “presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta” Viérin “nonché prefetto in carica, ha incontrato uno degli esponenti di vertice del ‘locale’ di Aosta”, Roberto Di Donato, “presso l’abitazione di Alessandro Giachino” ad Aymavilles. L’incontro a fini elettorali, documentato dagli investigatori con fotografie, è durato un’ora circa.
I militari dell’Arma spiegano che “gli effetti” dell’incontro “si vedono già il 12 maggio quando presso il bar ‘Nord’, sito nel quartiere Cogne di Aosta, ovvero quello a maggior densità di calabresi, viene organizzato un aperitivo in favore di Laurent Viérin al chiaro scopo elettorale”. Tre giorni dopo si verifica “la mancata presentazione di Giachino e Roberto Alex Di Donato al pranzo con Viérin” che per quanto avvenuto “si lamenta” con un collega di lavoro di Giachino.
“Da una telefonata” del 15 maggio tra Alessandro Giachino e Deborah Camaschella, ex sindaco di Valtournenche e candidata alle scorse regionali, secondo gli investigatori, “si ha il riscontro dell’avvenuto accordo tra Laurent Viérin e il locale, cioè la richiesta del politico di voti, per lui e i candidati della sua lista, e la seguente approvazione del sodalizio criminale che ha concordato e approvato i candidati da supportare, stabilendo anche i voti da attribuire”. In dettaglio, “Viérin avrebbe dato il proprio consenso alla dazione di voti in favore della Camaschella e per questo motivo Giachino promette alla donna 30 preferenze”.
Fosson nei giorni scorsi aveva dichiarato la propria estraneità ai fatti e le dimissioni di oggi sono state spiegate come un fatto di disciplina politica ma anche per la necessità di articolare la propria difesa. - (PRIMAPRESS)