Incontro Trump-Netanyhau alla Casa Bianca: truppe Usa per favorire la ricostruzione a Gaza
- di RED-ROM
- in Primo Piano
(PRIMAPRESS) - WASHINGTON — Donald Trump nella conferenza stampa tenuta oggi, dopo l'incontro con il premier israeliano, Benjamin Netanyhau - il primo del presidente americano tenuto nello studio ovale della Casa Bianca con un Capo di Stato dal giorno del suo insediamento a Washington - ha suggerito che i palestinesi sfollati a Gaza vengano reinsediati in modo permanente al di fuori del territorio devastato dalla guerra e ha proposto che gli Stati Uniti prendano in mano la riqualificazione dell'area nella "Riviera del Medio Oriente".
Una proposta sembrata sfacciata e fuori tempo perchè la tregua che sta per scadere è ancora in una fase calda di cui non si conoscono ancora gli esiti. Il precario cessate il fuoco tra Israele e Hamas deve ancora assicurare il rilascio degli ostaggi rimasti trattenuti a Gaza.
Ma al netto dell'arroganza a cui Trump ci ha abituati, all'incontro è arrivata la promessa di un aumento degli aiuti umanitari e delle forniture per la ricostruzione per aiutare la popolazione di Gaza a riprendersi dopo oltre 15 mesi di conflitto devastante. Ma dietro la promessa c'è l'idea di Trump a spingere circa 1,8 milioni di persone ad abbandonare la terra che hanno chiamato casa e a reclamarla per gli Stati Uniti, forse con truppe americane.
"Gli Stati Uniti prenderanno il controllo della Striscia di Gaza e faremo anche un lavoro con essa", ha detto Trump in una conferenza stampa serale con Netanyahu al suo fianco. Il presidente che si è fatto un nome come promotore immobiliare di New York ha aggiunto: "Faremo in modo che sia fatto a livello mondiale. Sarà meraviglioso per la gente, i palestinesi, per lo più palestinesi, stiamo parlando di loro".
Immediata la replica di Hamas: "Le dichiarazioni di Trump sul suo desiderio di controllare Gaza sono ridicole e assurde, e qualsiasi idea di questo tipo può infiammare la regione". Così replica l'alto funzionario di Hamas Zuhri. Nelle scorse ore le parole di Trump sul desiderio che gli Usa "prendano il controllo"di Gaza per ricostruirla dopo la distruzione nei 15 mesi di guerra. "La nostra gente a Gaza non lo permetterà. Ciò che serve è la fine dell'occupazione e dell'aggressione del nostro popolo, non l'espulsione dalla sua terra". - (PRIMAPRESS)
Una proposta sembrata sfacciata e fuori tempo perchè la tregua che sta per scadere è ancora in una fase calda di cui non si conoscono ancora gli esiti. Il precario cessate il fuoco tra Israele e Hamas deve ancora assicurare il rilascio degli ostaggi rimasti trattenuti a Gaza.
Ma al netto dell'arroganza a cui Trump ci ha abituati, all'incontro è arrivata la promessa di un aumento degli aiuti umanitari e delle forniture per la ricostruzione per aiutare la popolazione di Gaza a riprendersi dopo oltre 15 mesi di conflitto devastante. Ma dietro la promessa c'è l'idea di Trump a spingere circa 1,8 milioni di persone ad abbandonare la terra che hanno chiamato casa e a reclamarla per gli Stati Uniti, forse con truppe americane.
"Gli Stati Uniti prenderanno il controllo della Striscia di Gaza e faremo anche un lavoro con essa", ha detto Trump in una conferenza stampa serale con Netanyahu al suo fianco. Il presidente che si è fatto un nome come promotore immobiliare di New York ha aggiunto: "Faremo in modo che sia fatto a livello mondiale. Sarà meraviglioso per la gente, i palestinesi, per lo più palestinesi, stiamo parlando di loro".
Immediata la replica di Hamas: "Le dichiarazioni di Trump sul suo desiderio di controllare Gaza sono ridicole e assurde, e qualsiasi idea di questo tipo può infiammare la regione". Così replica l'alto funzionario di Hamas Zuhri. Nelle scorse ore le parole di Trump sul desiderio che gli Usa "prendano il controllo"di Gaza per ricostruirla dopo la distruzione nei 15 mesi di guerra. "La nostra gente a Gaza non lo permetterà. Ciò che serve è la fine dell'occupazione e dell'aggressione del nostro popolo, non l'espulsione dalla sua terra". - (PRIMAPRESS)