OMICIDIO NEL NISSENO RISOLTO DOPO 17 ANNI
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(PRIMAPRESS) - CALTANISSETTA - Nelle prime ore della mattinata, investigatori delle Squadre Mobili di Caltanissetta e Enna hanno eseguito un ordinanza applicativa della Custodia Cautelare in Carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale del Caltanissetta, su richiesta della Procura della Repubblica – D.D.A. di Caltanissetta, a carico di pregiudicato per reati contro la persona, il patrimonio ed in materia di sostanze stupefacenti, indagato quale mandante di un omicidio, commesso in Santa Caterina Villermosa, notte tempo, nel dicembre del 1995. Il delitto è stato eseguito all’epoca da unpluripregiudicato di Villarosa (EN) - successivamente ucciso dal suocero a seguito di una lite familiare - convinto dall’odierno arrestato a commettere l’efferato delitto facendo leva sul desiderio di vendetta di questi proprio nei confronti della vittima dell’omicidio in argomento, il quale veniva ritenuto essere stato l’autore dell’uccisione del proprio padre, avvenuta qualche anno prima. Quale complice per l’omicidio è indagato anche un extracomunitario, in atto detenuto dovendo scontare una pena di nove anni per stupefacenti. L’odierno arrestato era già stata oggetto di approfondimenti investigativi, posto che lo stesso era in contrasto con l’ucciso, ritenuto un “ostacolo†per una successione ereditaria. La predetta Ordinanza di Custodia Cautelare è il risultato di una complessa e meticolosa indagine svolta dal personale delle citate Squadre Mobili su specifiche direttive impartite dalla Procura della Repubblica –DDA – di Caltanissetta. Il caso, che era stato chiuso per insufficienza di spunti investigativi, è stato riaperto nel 2011, a seguito della collaborazione di un soggetto vicino all’odierno arrestato, il quale, avendo partecipato personalmente all’azione criminale ed essendo a conoscenza di dettagli relativi alle fasi della premeditazione del delitto, ha fornito agli inquirenti precisi elementi, che hanno permesso, nonostante fossero trascorsi circa 17 anni, di ricostruire il movente, le fasi dell’omicidio e trovare riscontri sulla scena del crimine. Si poteva accertare che la morte era, pertanto, sopraggiunta a seguito di ripetuti colpi inferti con un piede di porco, rinvenuto sporco di sangue sulla scena del crimine, nonché a causa dell’azione esercitata al collo, con un cingolo di acciaio che provocava un’ampia lesione con la recisione dei grossi vasi (scannamento) con conseguente collasso cardiocircolatorio per shock emorragico. - (PRIMAPRESS)