Innamoramento, separazione, monogamia: le ricerche scientifiche spiegano le relazioni di coppia
- di RED-CENTRALE
- in Salute&Benessere
(PRIMAPRESS) - ROMA - Amore, questo sconosciuto. Lo pensiamo spesso, nonostante ormai da diversi anni la scienza ci aiuti a capire meglio il suo funzionamento e la sua evoluzione. Varie ricerche scientifiche recenti cercano di svelare i segreti della fase iniziale dell’innamoramento, di quella centrale, monogamica secondo la nostra tradizione culturale e religiosa, e della conclusione, con il superamento della separazione.
1. Cinque segnali dell'innamoramento secondo la scienza
Interesse, attrazione, innamoramento. I termini per identificare questa fase sono diversi e ricchi di sfumature. La scienza ha individuato una serie di segnali che indicano quando una persona prova attrazione per un’altra e ha anche scoperto i meccanismi fisico-chimici che sono alla base dell’innamoramento.
Cambiare il tono di voce
Alzare o abbassare il proprio tono di voce è uno dei primi segnali di attrazione. Lo sostiene uno studio del Reading College, in Pennsylvania, risalente al 2010. Durante la ricerca gli studiosi hanno chiesto a 48 persone di sesso maschile e femminile di registrare un messaggio per uno sconosciuto di cui avevano visto una fotografia. Se lo consideravano attraente, queste persone tendevano ad usare un tono di voce più profondo. Secondo un studio successivo, invece, le donne tendevano ad avere un tono di voce più squillante. Il risultato era, in entrambi i casi, quello di modificare il tono di voce per risultare attraenti agli occhi della persona che li interessava.
Dilatare le pupille
Uno studio del Dipartimento di psicologia dell'Università di Tromsø, in Norvegia, sostiene che le donne dilatino le pupille in presenza di un partner potenziale, durante il periodo dell'ovulazione. Questo avviene perché quando qualcuno c’interessa il nostro cervello rilascia una dose di dopamina, che eccita le terminazioni nervose degli occhi producendo la dilatazione delle pupille.
Imitare i gesti dell’altro
Quando si è attratti da una persona si tende ad imitare il suo linguaggio verbale e non verbale. Lo si chiama “effetto mirroring” e funziona esattamente come uno specchio. Stando ad una ricerca compiuta durante una seduta di speed dating nel 2009, i partecipanti di sesso maschile sembravano apprezzare più delle altre le donne che imitavano il loro linguaggio non verbale. gli uomini tendevano a valutare favorevolmente le donne che imitavano leggermente i loro gesti.
Mani sudate per l’emozione
Anche in questo caso la scienza spiega il sintomo: le sostanze chimiche che producono l’eccitazione nel nostro cervello (dopamina, serotonina e noradrenalina) influenzano anche le ghiandole del sudore, che si trovano sul palmo della mano. L’emozione di essere accanto a qualcuno che c’interessa può quindi far sudare le nostre mani, soprattutto se si tratta di uomini, in quanto il cervello maschile produrrebbe una quantità maggiore di queste sostanze chimiche rispetto a quello femminile.
Battito cardiaco più veloce
Il cuore batte forte quando siamo attratti da qualcuno. Questo è merito ancora una volta di adrenalina e noradrenalina, ormoni prodotti dalla ghiandola surrenale quando ci piace qualcuno, che entrano in circolo nel sangue e spingono il nostro cuore ad aumentare il suo ritmo cardiaco.
2. Monogamia: sogno o realtà?
Spesso per sostenere la monogamia tra gli esseri umani ci vengono fatti esempi provenienti dal mondo animale: pinguini, lupi e persino piccioni farebbero parte di questa categoria. Ma cosa avviene per gli esseri umani? Ha senso sperare che una storia d’amore possa durare tutta la vita?
Quattro anni: il tempo della crisi
Secondo gli antropologi ogni quattro o cinque anni al massimo ci si pone inconsciamente il problema di restare in coppia con la stessa persona oppure cambiarla con un’altra. Questo sarebbe dovuto ancora una volta a ragioni scientifiche, o meglio evoluzionistiche, secondo l’antropologa Helen Fisher, della Rutgers University. Tanto era infatti il tempo necessario per avere e crescere un figlio in coppia, oltrepassato il quale la famiglia "allargata", composta dal clan, poteva occuparsi facilmente del bambino e di conseguenza separarsi dal proprio partner per trovare un nuovo compagno non era più considerato un ostacolo.
L’essere umano: un monogamo seriale
L’esperienza dell’antropologo Augustín Fuentes, autore di Race, monogamy, and other lies they told you, mostra che la monogamia è un mito e gli uomini sono in realtà monogami seriali: hanno solitamente una storia d’amore alla volta, ma cambiano compagno durante le varie fasi della propria esistenza. Questa teoria permetterebbe di spiegare, tra l’altro, i casi di persone che si trovano ad affrontare numerosi divorzi, sposandosi e risposandosi con partner diversi, ma che durante il matrimonio sono perfettamente fedeli.
Ritorno al passato
Lo schema della coppia monogama si fa risalire ad epoche remote, quando gli uomini primitivi vivevano di caccia e raccolta, ed era giustificato dalla necessità di stabilità senza la quale non sarebbe stato possibile allevare la prole. Prima di allora i nostri avi erano promiscui e dopo, a causa anche dei cambiamenti nei rapporti sociali, sono diventati monogami. Oggi, stando ancora all'antropologa Helen Fischer, si torna alla monogamia seriale dal momento che le donne, attraverso il lavoro, stanno riconquistando una certa indipendenza ed un rapporto di parità con gli uomini, e il supporto sociale un tempo manifestato dal clan viene rappresentato dal sistema di welfare di numerosi Paesi occidentali e dallo stesso meccanismo delle famiglie allargate, che diventano un nuovo centro di supporto per i piccoli.
3. Tre strategie per superare la fine di una relazione
Una nuova ricerca scientifica americana spiega come curare le ferite e riprendersi al termine di una relazione amorosa. A presentarne i risultati nei giorni scorsi è stato il Neurocognition of Emotion and Motivation Lab dell'Università del Missouri-St.Louis, negli Stati Uniti, guidato dalla direttrice Sandra Langeslag.
I dati della ricerca scientifica per i cuori infranti
Lo studio, pubblicato in inglese sul Journal of Experimental Psychology, ha coinvolto un campione 24 uomini e donne di età compresa tra i 20 e i 37 anni, uscite da una relazione di una durata media di 2 anni e mezzo. Le persone oggetto dell’analisi sono state divise in quattro gruppi: un gruppo di controllo e tre per testare tre diverse strategie. Ad ognuno, tranne al gruppo di controllo, è stato chiesto di concentrare la propria attenzione su elementi positivi o negativi riguardanti o meno il proprio partner. Al termine dell'esperimento gli scienziati hanno mostrato ad ognuno dei partecipanti la fotografia dell’ex partner per verificarne le reazioni. “La regolazione dell'amore non funziona come un interruttore on/off” ha commentato la direttrice del laboratorio. A prescindere da tutto è bene ricordare che superare la fine di un amore richiede tempo e pazienza ad ogni latitudine, tanto in America quanto in Italia. Quando ci si sentirà pronti a fare nuovi incontri a Cosenza come a Treviso, che si abbiano 20, 40 o 60 anni, le occasioni esistono e sono numerose. La regola generale, al di là delle strategie identificate dallo studio, è non perdere la speranza: trovare un nuovo partner con cui condividere una relazione sentimentale duratura e profonda è possibile, e dipende in larga misura da noi. Vediamo ora le tre strategie messe in atto durante lo studio e i risultati di ciascuna.
La prima strategia: distrarsi per dimenticare l’amore
Durante la ricerca del laboratorio americano al primo gruppo di persone è stato chiesto di pensare a qualcosa di positivo, dal cibo a un’attività ricreativa, che non riguardasse in alcun modo l’ex partner. Distrarsi e liberare la mente dal pensiero dell’altro, dai ricordi, dai rimpianti e dall’angoscia di averlo perso, stando ai risultati, è effettivamente una buona tecnica per dimenticarlo, almeno nel breve periodo. Messi davanti alla fotografia dell’ex dopo aver pensato a cose positive, gli esponenti del gruppo hanno registrato un miglioramento dell’umore rispetto al passato, anche se i loro sentimenti nei confronti della persona amata non si erano affievoliti.
La seconda strategia: pensare negativamente al proprio ex
Il secondo gruppo ha avuto il compito di pensare in modo negativo alla persona amata, ricordandone i difetti. Anche per queste persone la risposta emotiva davanti all’immagine del partner è stata limitata, con due differenze importanti rispetto a chi si era distratto pensando ad altre cose. Gli appartenenti a questo gruppo hanno infatti dichiarato di provare meno amore rispetto a prima, ma hanno riscontrato anche un peggioramento dell’umore rispetto alle fasi iniziali della ricerca.
La terza strategia: pensare positivamente alla persona amata
Il terzo gruppo ha avuto il compito più difficile: rivalutare la relazione amorosa ormai chiusa con dei pensieri positivi nei confronti della persona amata. L’idea alla base di questa strategia è di accompagnare il sentimento amoroso senza negarlo, dandosi tempo e dicendosi che è giusto ed è normale essere ancora innamorati di una persona, nonostante la relazione sia finita. Anche per questo gruppo, davanti alla foto dell’amato, la reazione emotiva è stata contenuta rispetto all’inizio del test e al gruppo di controllo, che non avendo pensato a niente di particolare ha invece reagito con la stessa intensità del passato.
Qualsiasi siano le tecniche adottate, ma anche le opinioni su monogamia e rapporti di coppia che si hanno, una cosa è certa: le relazioni stanno cambiando profondamente e dobbiamo essere pronti a rivalutare anche noi stessi se non vogliamo rimanere indietro ed esclusi. - (PRIMAPRESS)
1. Cinque segnali dell'innamoramento secondo la scienza
Interesse, attrazione, innamoramento. I termini per identificare questa fase sono diversi e ricchi di sfumature. La scienza ha individuato una serie di segnali che indicano quando una persona prova attrazione per un’altra e ha anche scoperto i meccanismi fisico-chimici che sono alla base dell’innamoramento.
Cambiare il tono di voce
Alzare o abbassare il proprio tono di voce è uno dei primi segnali di attrazione. Lo sostiene uno studio del Reading College, in Pennsylvania, risalente al 2010. Durante la ricerca gli studiosi hanno chiesto a 48 persone di sesso maschile e femminile di registrare un messaggio per uno sconosciuto di cui avevano visto una fotografia. Se lo consideravano attraente, queste persone tendevano ad usare un tono di voce più profondo. Secondo un studio successivo, invece, le donne tendevano ad avere un tono di voce più squillante. Il risultato era, in entrambi i casi, quello di modificare il tono di voce per risultare attraenti agli occhi della persona che li interessava.
Dilatare le pupille
Uno studio del Dipartimento di psicologia dell'Università di Tromsø, in Norvegia, sostiene che le donne dilatino le pupille in presenza di un partner potenziale, durante il periodo dell'ovulazione. Questo avviene perché quando qualcuno c’interessa il nostro cervello rilascia una dose di dopamina, che eccita le terminazioni nervose degli occhi producendo la dilatazione delle pupille.
Imitare i gesti dell’altro
Quando si è attratti da una persona si tende ad imitare il suo linguaggio verbale e non verbale. Lo si chiama “effetto mirroring” e funziona esattamente come uno specchio. Stando ad una ricerca compiuta durante una seduta di speed dating nel 2009, i partecipanti di sesso maschile sembravano apprezzare più delle altre le donne che imitavano il loro linguaggio non verbale. gli uomini tendevano a valutare favorevolmente le donne che imitavano leggermente i loro gesti.
Mani sudate per l’emozione
Anche in questo caso la scienza spiega il sintomo: le sostanze chimiche che producono l’eccitazione nel nostro cervello (dopamina, serotonina e noradrenalina) influenzano anche le ghiandole del sudore, che si trovano sul palmo della mano. L’emozione di essere accanto a qualcuno che c’interessa può quindi far sudare le nostre mani, soprattutto se si tratta di uomini, in quanto il cervello maschile produrrebbe una quantità maggiore di queste sostanze chimiche rispetto a quello femminile.
Battito cardiaco più veloce
Il cuore batte forte quando siamo attratti da qualcuno. Questo è merito ancora una volta di adrenalina e noradrenalina, ormoni prodotti dalla ghiandola surrenale quando ci piace qualcuno, che entrano in circolo nel sangue e spingono il nostro cuore ad aumentare il suo ritmo cardiaco.
2. Monogamia: sogno o realtà?
Spesso per sostenere la monogamia tra gli esseri umani ci vengono fatti esempi provenienti dal mondo animale: pinguini, lupi e persino piccioni farebbero parte di questa categoria. Ma cosa avviene per gli esseri umani? Ha senso sperare che una storia d’amore possa durare tutta la vita?
Quattro anni: il tempo della crisi
Secondo gli antropologi ogni quattro o cinque anni al massimo ci si pone inconsciamente il problema di restare in coppia con la stessa persona oppure cambiarla con un’altra. Questo sarebbe dovuto ancora una volta a ragioni scientifiche, o meglio evoluzionistiche, secondo l’antropologa Helen Fisher, della Rutgers University. Tanto era infatti il tempo necessario per avere e crescere un figlio in coppia, oltrepassato il quale la famiglia "allargata", composta dal clan, poteva occuparsi facilmente del bambino e di conseguenza separarsi dal proprio partner per trovare un nuovo compagno non era più considerato un ostacolo.
L’essere umano: un monogamo seriale
L’esperienza dell’antropologo Augustín Fuentes, autore di Race, monogamy, and other lies they told you, mostra che la monogamia è un mito e gli uomini sono in realtà monogami seriali: hanno solitamente una storia d’amore alla volta, ma cambiano compagno durante le varie fasi della propria esistenza. Questa teoria permetterebbe di spiegare, tra l’altro, i casi di persone che si trovano ad affrontare numerosi divorzi, sposandosi e risposandosi con partner diversi, ma che durante il matrimonio sono perfettamente fedeli.
Ritorno al passato
Lo schema della coppia monogama si fa risalire ad epoche remote, quando gli uomini primitivi vivevano di caccia e raccolta, ed era giustificato dalla necessità di stabilità senza la quale non sarebbe stato possibile allevare la prole. Prima di allora i nostri avi erano promiscui e dopo, a causa anche dei cambiamenti nei rapporti sociali, sono diventati monogami. Oggi, stando ancora all'antropologa Helen Fischer, si torna alla monogamia seriale dal momento che le donne, attraverso il lavoro, stanno riconquistando una certa indipendenza ed un rapporto di parità con gli uomini, e il supporto sociale un tempo manifestato dal clan viene rappresentato dal sistema di welfare di numerosi Paesi occidentali e dallo stesso meccanismo delle famiglie allargate, che diventano un nuovo centro di supporto per i piccoli.
3. Tre strategie per superare la fine di una relazione
Una nuova ricerca scientifica americana spiega come curare le ferite e riprendersi al termine di una relazione amorosa. A presentarne i risultati nei giorni scorsi è stato il Neurocognition of Emotion and Motivation Lab dell'Università del Missouri-St.Louis, negli Stati Uniti, guidato dalla direttrice Sandra Langeslag.
I dati della ricerca scientifica per i cuori infranti
Lo studio, pubblicato in inglese sul Journal of Experimental Psychology, ha coinvolto un campione 24 uomini e donne di età compresa tra i 20 e i 37 anni, uscite da una relazione di una durata media di 2 anni e mezzo. Le persone oggetto dell’analisi sono state divise in quattro gruppi: un gruppo di controllo e tre per testare tre diverse strategie. Ad ognuno, tranne al gruppo di controllo, è stato chiesto di concentrare la propria attenzione su elementi positivi o negativi riguardanti o meno il proprio partner. Al termine dell'esperimento gli scienziati hanno mostrato ad ognuno dei partecipanti la fotografia dell’ex partner per verificarne le reazioni. “La regolazione dell'amore non funziona come un interruttore on/off” ha commentato la direttrice del laboratorio. A prescindere da tutto è bene ricordare che superare la fine di un amore richiede tempo e pazienza ad ogni latitudine, tanto in America quanto in Italia. Quando ci si sentirà pronti a fare nuovi incontri a Cosenza come a Treviso, che si abbiano 20, 40 o 60 anni, le occasioni esistono e sono numerose. La regola generale, al di là delle strategie identificate dallo studio, è non perdere la speranza: trovare un nuovo partner con cui condividere una relazione sentimentale duratura e profonda è possibile, e dipende in larga misura da noi. Vediamo ora le tre strategie messe in atto durante lo studio e i risultati di ciascuna.
La prima strategia: distrarsi per dimenticare l’amore
Durante la ricerca del laboratorio americano al primo gruppo di persone è stato chiesto di pensare a qualcosa di positivo, dal cibo a un’attività ricreativa, che non riguardasse in alcun modo l’ex partner. Distrarsi e liberare la mente dal pensiero dell’altro, dai ricordi, dai rimpianti e dall’angoscia di averlo perso, stando ai risultati, è effettivamente una buona tecnica per dimenticarlo, almeno nel breve periodo. Messi davanti alla fotografia dell’ex dopo aver pensato a cose positive, gli esponenti del gruppo hanno registrato un miglioramento dell’umore rispetto al passato, anche se i loro sentimenti nei confronti della persona amata non si erano affievoliti.
La seconda strategia: pensare negativamente al proprio ex
Il secondo gruppo ha avuto il compito di pensare in modo negativo alla persona amata, ricordandone i difetti. Anche per queste persone la risposta emotiva davanti all’immagine del partner è stata limitata, con due differenze importanti rispetto a chi si era distratto pensando ad altre cose. Gli appartenenti a questo gruppo hanno infatti dichiarato di provare meno amore rispetto a prima, ma hanno riscontrato anche un peggioramento dell’umore rispetto alle fasi iniziali della ricerca.
La terza strategia: pensare positivamente alla persona amata
Il terzo gruppo ha avuto il compito più difficile: rivalutare la relazione amorosa ormai chiusa con dei pensieri positivi nei confronti della persona amata. L’idea alla base di questa strategia è di accompagnare il sentimento amoroso senza negarlo, dandosi tempo e dicendosi che è giusto ed è normale essere ancora innamorati di una persona, nonostante la relazione sia finita. Anche per questo gruppo, davanti alla foto dell’amato, la reazione emotiva è stata contenuta rispetto all’inizio del test e al gruppo di controllo, che non avendo pensato a niente di particolare ha invece reagito con la stessa intensità del passato.
Qualsiasi siano le tecniche adottate, ma anche le opinioni su monogamia e rapporti di coppia che si hanno, una cosa è certa: le relazioni stanno cambiando profondamente e dobbiamo essere pronti a rivalutare anche noi stessi se non vogliamo rimanere indietro ed esclusi. - (PRIMAPRESS)