Rapporto Censis: "L'Italia è una ruota quadrata che non gira". La paura di rischiare a fare impresa
- di Paolo Silvestrelli
- in Società
(PRIMAPRESS) - ROMA - “L’Italia, una ruota quadrata che non gira”. E’ questa la raffigurazione scelta dal Censis per sintetizzare lo scenario del nostro Paese. Quest’anno, caratterizzato dalla paura generata dall’epidemia, ha squarciato il velo sulle nostre vulnerabilità strutturali. “Il re è nudo! E ha vinto la logica «meglio sudditi che morti - scrive il Censis nella nota di presentazione del rapporto del Sistema Italia - Nelle vite a sovranità limitata degli italiani si è radicata la bonus economy: trasferiti in media 2.000 euro a testa a un quarto della popolazione. Intanto si ingrossa il lago della liquidità precauzionale: +41,6 miliardi in sei mesi, così le famiglie si immunizzano dai rischi. Molti i destini personali deviati: mai così profonda la frattura tra i garantiti e i non garantiti, i quali ora temono la discesa agli inferi della disoccupazione”.
A pagare il conto sono soprattutto giovani e donne: per loro già persi quasi 500.000 posti di lavoro. Cosa resterà dopo lo stato d’eccezione? Solo il 13% è pronto a tornare a rischiare aprendo un’impresa. Tra antichi risentimenti e nuove inquietudini, ora spuntano i favorevoli alla pena di morte: a sorpresa sono il 44% degli italiani. La sindrome da stress-post traumatico, porta il 75% dei cittadini a non fidarsi più degli altri e a pulsioni anti-democratiche: ora il 48% è favorevole all’uomo forte al potere. La politica non decide e se decide lo fa in ritardo e creando fratture all’interno del paese.
Come sarà il prossimo futuro? Gli italiani cercheranno un benessere soggettivo nella felicità quotidiana. Ma i fenomeni di rimpicciolimento demografico, la polarizzazione dell’occupazione che penalizza l’ex ceto medio stanno creando risentimento e nostalgia in un clima in cui una classe politica litigiosa ed incerta è rimasta indietro. - (PRIMAPRESS)
A pagare il conto sono soprattutto giovani e donne: per loro già persi quasi 500.000 posti di lavoro. Cosa resterà dopo lo stato d’eccezione? Solo il 13% è pronto a tornare a rischiare aprendo un’impresa. Tra antichi risentimenti e nuove inquietudini, ora spuntano i favorevoli alla pena di morte: a sorpresa sono il 44% degli italiani. La sindrome da stress-post traumatico, porta il 75% dei cittadini a non fidarsi più degli altri e a pulsioni anti-democratiche: ora il 48% è favorevole all’uomo forte al potere. La politica non decide e se decide lo fa in ritardo e creando fratture all’interno del paese.
Come sarà il prossimo futuro? Gli italiani cercheranno un benessere soggettivo nella felicità quotidiana. Ma i fenomeni di rimpicciolimento demografico, la polarizzazione dell’occupazione che penalizza l’ex ceto medio stanno creando risentimento e nostalgia in un clima in cui una classe politica litigiosa ed incerta è rimasta indietro. - (PRIMAPRESS)