Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin” e di Google Analytics. Clicca sul bottone "Accetto" o continua la navigazione per accettare. Maggiori informazioni
Skin ADV
×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 62

Ambiente: Alessandro Bratti nominato presidente di Ecodem

(PRIMAPRESS) - ROMA - Alessandro Bratti è il nuovo presidente degli Ecologisti Democratici: lo ha deciso la Direzione nazionale dell’associazione riunita sabato scorso a Roma. Alessandro Bratti, parlamentare Pd e membro della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, succede a Fabrizio Vigni, eletto presidente onorario Ecodem.  “Sono onorato e motivato per questo nuovo incarico – dichiara Alessandro Bratti –. L’ecologia è una delle culture fondanti del Pd e l’ambiente rappresenta oggi un tema inprescindibile su cui declinare le politiche dello sviluppo, dell’economia e della crescita sostenibile. Intanto nel corso dell’esecutivo, Vigni ha affidato al premier Matteo Renzi la raccomandazione di guardare con altri occhi i decreti in tema di Ilva e rinnovabili.“Renzi ha dato una grande accelerazione all'azione del governo su molti fronti – ha detto Fabrizio Vigni - Ma su quello dell'ambiente e della green economy non é ancora così. I provvedimenti sull'Ilva e sulle rinnovabili sono sbagliati, vanno cambiati”. Dunque la direzione degli ecologisti democratici,  lancia al governo la richiesta di cambiare passo sulle politiche ambientali. “E’ un bene che in Europa si torni finalmente a parlare di politiche di sviluppo ha detto ancora Vigni - ma per uscire dalla crisi bisogna cambiare rotta rispetto al passato. Serve un green new deal per far crescere l'economia verde e l'occupazione – ha detto Fabrizio Vigni – e l'Italia ha straordinarie potenzialità se scommette in questa direzione. Per questo chiediamo al Parlamento e al governo di cambiare due provvedimenti sbagliati. Il decreto 'spalmaincentivi' sulle rinnovabili colpirebbe non tanto chi ha fatto speculazioni, ma imprese che hanno investito mentre l'effetto retroattivo aprirebbe contenziosi infiniti e minerebbe l'affidabilità del nostro paese. Sull'Ilva sconcerta la rinuncia a far pagare chi ha le responsabilità di avere inquinato, e ci preoccupa che il progetto di risanamento ambientale e innovazione tecnologica finora coordinato da Edo Ronchi possa essere compromesso, se non addirittura pregiudicato. Al governo chiediamo di cambiare rotta”. - (PRIMAPRESS)