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Bradisisma, fase ascendente da 15 anni ma non a causa di iniezione di magma

(PRIMAPRESS) - POZZUOLI, Napoli - Il bradisisma è uno dei fenomeni vulcanologici più studiati al mondo e i Campi Flegrei ne è il territorio più monitorato. A riprova l’ultimo studio portato avanti da un team di ricercatori dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, dell’Institut de Physique du Globe di Parigi e dell’INGV di Napoli, pubblicato sulla rivista scientifica Scientific Reports, che da una nuova chiave di lettura del fenomeno di bradisisma flegreo, e in particolare, del sollevamento in atto da circa 15 anni.
Secondo lo studio, infatti, l’innalzamento in atto dal 1985 ad oggi non è causato da nuove infiltrazioni di magma nello strato superficiale della crosta flegrea, bensì, dall’afflusso di gas profondi negli acquiferi. Solo gas e vapore acqueo, quindi, mentre il magma rimarrebbe confinato a 8 km di profondità ovvero nella oramai nota sacca magmatica della caldera dei Campi Flegrei.
Fondamentale sono i dati geochimici raccolti negli ultimi 37 anni all’interno della Solfatara e presso la fumarola di Pisciarelli ed elaborati insieme ai dati di deformazione del suolo. L’interpolazione dei dati ha consentito di formulare un “modello” del fenomeno bradisismico flegreo che certamente aiuterà a capire meglio le dinamiche odierne e del futuro.
Roberto Moretti, professore all’Institut de Physique du Globe di Parigi, afferma che “i dati geochimici indicano chiaramente come tra il 1983 e il 1984 fossero presenti tutti gli elementi coerenti con una migrazione di magma negli strati più superficiali, a circa 3-4 km di profondità, cosa che non si evince dall’elaborazione dei dati dal 2000 ad oggi e che quindi escluderebbe, per l’attuale bradisisma, l’ipotesi di iniezione di magma in superficie.”.
Giuseppe De Natale, Dirigente di Ricerca INGV, aggiunge che "dal punto di vista dei dati geofisici, l’osservazione più importante, finora trascurata, è che l’andamento del sollevamento dal 2003 ad oggi è perfettamente speculare rispetto all’abbassamento registrato dal 1984 al 2003; questo chiaramente suggerisce che lo stesso fenomeno che ha prodotto l’abbassamento stia oggi agendo di nuovo in senso opposto, recuperando quindi una quota vicina a quella raggiunta nel 1984.".
Roberto Moretti, a questo proposito, puntualizza che “è chiaro quindi che anche dal punto di vista dell’evidenza geofisica, il meccanismo di sollevamento attuale non può essere una migrazione di magma verso la superficie, perché deve essere della stessa natura di quello che ha prodotto nel ventennio precedente l’abbassamento del suolo; ed il magma fisicamente non può ridiscendere nei condotti, una volta salito in superficie. Siccome l’abbassamento del suolo dal 1984 al 2003 è stato prodotto verosimilmente dalla diminuzione della pressione dell’acquifero superficiale, precedentemente gonfiatosi per l’iniezione di fluidi profondi, che hanno amplificato la deformazione prodotta dall’iniezione magmatica l’ipotesi più verosimile è che il sollevamento attuale sia causato dalla risalita in superficie dei gas magmatici provenienti dal serbatoio profondo, che hanno innalzato la temperatura del sistema, disseccato completamente la parte bassa degli acquiferi superficiali. Questi gas risultano caratterizzati, come infatti si osserva, da un contenuto di anidride carbonica significativamente superiore al passato proprio perché rilasciati da un magma profondo.”.
Il lavoro portato avanti da Moretti e De Natale evidenzia che mentre dal 1983 al 1984 gli alti tassi di sollevamento osservati erano compatibili con una intrusione magmatica superficiale, circa 3-4 km, il fenomeno di bradisisma attuale, iniziato nel 2003, è caratterizzato da tassi di sollevamento molto più bassi. In conclusione, secondo i due ricercatori l’innalzamento tutt’ora in atto non può essere causato da intrusioni magmatiche bensì dovuto dall’arrivo di soli gas magmatici provenienti dal serbatoio principale della caldera localizzato a circa 8 km di profondità. - (PRIMAPRESS)